Leonardo Martinelli per “La Stampa”
Dopo che, ieri mattina, è scattata l’operazione delle forze dell’ordine italiane per sgomberare i migranti che bivaccavano dopo Ventimiglia, sugli scogli al confine con la Francia, quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. Ma i siti d’informazione d’Oltralpe hanno ostentato indifferenza per tutta la giornata. Da tempo l’attenzione di gran parte dei media francesi è altrove.
A metà giornata il telegiornale di France 2, il principale canale pubblico, ha finalmente trasmesso alcune riprese effettuate al confine tra Mentone e Ventimiglia. Ma nello stesso tg molto più lungo è stato un servizio dedicato al «ritorno» della serenata in Italia. Sì, cantanti più o meno improvvisati, accompagnati da chitarra o meglio da mandolino, che sono pagati da chi vuole dichiarare l’amore alla sua bella, proprio sotto la sua finestra.
Per il resto, i media vagavano tra le dichiarazioni di Ségolène Royal, ministro dell’Ambiente, che ha lanciato una crociata contro la Nutella, a suo avviso troppo piena di olio di palma, e la polemica su uno sbiadito pacchetto di riforme economiche, il piano Macron, dal cognome del ministro dell’Economia, che il governo farà passare in Parlamento con un procedimento d’urgenza, a causa dell’opposizione di molti deputati del partito di maggioranza, quello socialista: l’ennesima umiliazione per François Hollande.
Ma sull’emergenza migranti al confine con l’Italia, niente o quasi. «In Francia c’è stata una forte emozione quando morirono più di 800 persone nel Mediterraneo per il tragico naufragio dell’aprile scorso - sottolinea Jean-François Ploquin, direttore del Forum Réfugiés, ong attiva nell’accoglienza dei rifugiati politici nel Sud-Est del Paese -. Ma da allora l’attenzione è ritornata giù. Perché i francesi non si vedono arrivare i barconi della speranza sulle loro coste e credono che quello non sia il loro problema ma quello del Paese accanto, l’Italia appunto, che protesta e ha tutte le ragioni per farlo. E poi la questione dei migranti è diventata politica».
Tutti rincorrono le posizioni di Marine Le Pen, anche la sinistra al potere. «In realtà il governo è d’accordo sul principio della ripartizione dei rifugiati tra i diversi Paesi europei - continua Ploquin - e l’opinione pubblica dovrebbe capirlo. Ma quando si parla di quote, la parola fa paura, appare come un’imposizione dall’alto». Il governo di Manuel Valls lo sa. E con una popolarità ai minimi non può permettersi anche queste «quote», contro cui la Francia sta facendo sbarramento.
Ventimiglia è lontana da Parigi. Ma in realtà molti dei migranti, che sfuggono ai controlli alla frontiera italiana, arrivano fin qui. Si formano accampamenti illegali, in piena città, nell’indifferenza generale. Oggi il consiglio dei ministri dovrebbe approvare un piano nazionale «per migliorare l’accoglienza di queste persone ed evitare gli insediamenti precari, che sono indegni del nostro Paese», ha dichiarato ieri sera Valls. Forse l’emergenza migranti ritornerà una priorità. Anche in Francia.
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