di maio conte salvini

“ABBIAMO APPROVATO UN TESTO IN CONSIGLIO DEI MINISTRI E QUELLO E DEVE ESSERE” - GIUSEPPE CONTE FA IL POMPIERE DOPO I FUOCHI E LE FIAMME DI LUIGINO DI MAIO: “VENERDÌ TORNO A ROMA E SI CHIUDE E VISIONERO’ ARTICOLO PER ARTICOLO” - LA COPIA DEL DECRETO CHE DI MAIO RITIENE ESSERE STATA MANIPOLATA, ORA CONGELATA A PALAZZO CHIGI, È IN CIRCOLAZIONE DALLE 10,30 DI MARTEDÌ 16 OTTOBRE

di maio conte salvini

1 - DL FISCO: CONTE, VENERDÌ TORNO A ROMA E SI CHIUDE

(ANSA)- "Venerdì torno a Roma e si chiude". Lo afferma il premier Giuseppe Conte rispondendo ai cronisti che lo attendevano in albergo sul caso del testo decreto fiscale, che secondo il M5S sarebbe stato modificato. "Abbiamo approvato un testo in Cdm, quello deve essere", spiega Conte ribadendo che, al suo ritorno dal Consiglio europeo e dal vertice Asem, "visionerà articolo per articolo" il decreto che contiene la misura della pace fiscale.

 

2 - CONDONO, TENSIONE 5 STELLE-LEGA

Dino Martirano per il “Corriere della Sera”

 

di maio conte salvini tria

Decreto fiscale bloccato a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte. Ma Luigi Di Maio scatenato in tv da Bruno Vespa, sul complotto che non c' è, è poi costretto a fare un vigoroso passo indietro.

 

Il vicepremier ha prima sparato altissimo, minacciando «una denuncia alla procura della Repubblica» perché una «manina tecnica o politica» avrebbe «manomesso» la copia «inviata al Quirinale» del decreto legge varato martedì. Si tratta del testo che contiene uno scudo penale per la pace fiscale, di cui lo stato maggiore grillino evidentemente non si era reso conto: «Il decreto legge così scritto», ha tuonato Di Maio, «noi non lo voteremo mai».

 

DI MAIO CONTE SALVINI

A quel punto, una nota dell' ufficio stampa del Quirinale ha dovuto precisare: «Il testo del decreto legge in materia fiscale per la firma del presidente della Repubblica non è ancora pervenuto al Quirinale». Erano passate da poco le 21 e così Di Maio, ancora negli studi Rai di via Teulada e deciso a raggiungere la vicina procura di piazzale Clodio, ha avuto modo di compiere in diretta un'autentica conversione a «U»: «Ai miei uffici è stato riferito che è stato mandato al Quirinale, se non è così accertiamo tutto e vorrà dire che non ci sarà neanche bisogno di riunire il consiglio dei ministri perché evidentemente basta stralciare quella parte dal testo».

 

salvini giorgetti

Poi fonti di Palazzo Chigi hanno comunicato: «Il premier Conte, che rivedrà personalmente il testo, ha bloccato l'invio del decreto al Quirinale». La copia del decreto che Di Maio ritiene essere stata manipolata, ora congelata a Palazzo Chigi, è in circolazione dalle 10,30 di martedì 16 ottobre. In quel testo era comparso un nuovo articolo 9 («Disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale») che offre a chi invoca la pace fiscale anche uno scudo penale («Non punibilità») per i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.

 

Davvero troppo per il M5S («Manette agli evasori», ripeteva Di Maio martedì sera), i cui tecnici in materie giuridiche hanno impiegato molto tempo per accorgersi dello scudo penale: «La parte non concordata in consiglio dei ministri noi non la votiamo. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi», ha urlato Di Maio in tv.

 

giorgetti malagò

Il vicepremier, che avrebbe espresso di recente giudizi poco lusinghieri su Giancarlo Giorgetti e sulla sua capacità di rapportarsi con il Quirinale, ha spiegato che «non si permetterebbe mai di avanzare sospetti» di manipolazione sul potente sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio. Ma la Lega non è certo rimasta a guardare davanti a un tale pasticcio: «Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte su riduzione delle tasse, Fornero, chiusura delle liti tra cittadini ed Equitalia».

 

Così l' articolo sullo scudo penale rimane senza paternità. Ma ieri anche la Lega ha avuto il suo inciampo sulla legittima difesa. Al Senato, dopo ore di attesa per l' assenza dei sottosegretari del Mef, la commissione Bilancio ha notificato che mancano le coperture per il gratuito patrocinio per chi finisce sotto processo per avere reagito con le armi in casa propria contro i rapinatori».

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)