pellegrino capaldo

“ALL'ITALIA SERVE UNA SANA RESTAURAZIONE” - L’ECONOMISTA E BANCHIERE PELLEGRINO CAPALDO CHIAMA A RACCOLTA L’ESTABLISHMENT CON LASUA ASSOCIAZIONE “LIBERTÀ E CONOSCENZA”: “OGGI ASSISTIAMO ALL'OSTENTAZIONE DELL'IGNORANZA. DOBBIAMO AVERE CITTADINI CHE PROVINO DISAGIO A NON AVER UNA CULTURA E CHE ABBIANO L'ANSIA DI FORMARSELA…”

pellegrino capaldo

Fabio Martini per “la Stampa”

 

Era dagli anni Settanta che l' Italia non era attraversata da un proliferare così diffuso di comitati e iniziative "fai-da-te" e ora nel segmento "alto" - imprenditori, professionisti e docenti universitari - nasce l' associazione Libertà e Conoscenza per provare a mettere in rete alcune di queste iniziative. A promuoverla è Pellegrino Capaldo, che da professore di Economia aziendale alla Sapienza, ha avuto tra i suoi allievi Mario Draghi e Ignazio Visco.

 

Dice il professore: «Noi vogliamo una sana e sobria restaurazione. Mi rendo conto che parlare oggi di restaurazione è blasfemo. Ma tant' è: è quello che vogliamo. Noi vogliamo il ritorno senza se e senza ma alla democrazia rappresentativa che fin qui ha funzionato abbastanza bene. L'Italia è priva di una classe dirigente e occorre ricostituirla al più presto».

 

Classe 1939, Capaldo è un uomo del Sud che ha sempre parlato sottovoce, ha trascorso una vita all' insegna dell' understatement, fornendo consigli alla parte di classe dirigente più affine, quella di formazione cattolico-democristiana, è stato incaricato dal Vaticano di dirimere la questione Banco Ambrosiano-Ior e per qualche anno è stato alla guida delle principali banche romane, ma senza farne mai una professione.

 

pellegrino capaldo romano prodi

Strati sempre più larghi di opinione pubblica si riprendono in mano il proprio destino con un protagonismo di base: a cosa serve un' Associazione dall'"alto" come la sua?

«Serve per cercare di ovviare ai tanti mali e ai tanti rischi che oggi affliggono l'Italia e sono riconducibili essenzialmente alla mancanza di una cultura politica. Siamo contrari a tutte le forme di populismo, che spaccano la società e generano odio sempre più profondo tra gruppi di cittadini».

 

Anche i migliori progetti diventano velleitari senza "gambe": concretamente come pensate di diffondere le vostre idee? Preparate un partito di ispirazione cattolica? Chi vi sostiene?

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE

«Con noi ci sono professionisti, imprenditori, docenti universitari. Alcuni di noi sono cattolici più o meno impegnati. Altri non lo sono per nulla, pur avendo rispetto per quei valori. Ci unisce solo la convinzione che occorra far qualcosa per ridare all' Italia una classe dirigente. Nelle prossime settimane partiremo con una campagna di adesioni. Intendiamo federare associazioni che già condividono i nostri principii ispiratori in previsione di un evento pubblico. Per ora non c'è un partito all' orizzonte: intanto partiremo con una Scuola di politica».

 

L'ennesima scuola di politica?

«Sì, perché se ne sente l'impellente necessità. Ancor prima di scegliere quale cultura di riferimento, occorre essere convinti della necessità di averne una, quale che essa sia. Da questo punto di vista siamo così malridotti da auspicare una qualche cultura politica che insegni un metodo per analizzare e giudicare i fatti politico-sociali della convivenza civile.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1

Oggi assistiamo all' ostentazione dell' ignoranza della non cultura. Dobbiamo avere cittadini che provino disagio a non aver una cultura e che abbiano l' ansia di formarsela».

 

Non vi piace il conflitto, ma oramai nelle nostre società non è ineluttabile?

«È certamente difficile realizzare la società dell' amore, ma si può fare qualcosa per evitare la società dell' odio, della contrapposizione permanente tra le persone».

 

Non pensa che immaginare il ritorno alle società ordinate di gran parte della Prima Repubblica sia un' utopia?

«Secondo noi non vi è alcuna seria alternativa alla democrazia rappresentativa opportunamente integrata dai corpi intermedi, sulla scia di quanto diceva circa 2 secoli fa Alexis da Tocqueville».

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