renzi conte

“CONTE È INDISPONIBILE A QUALUNQUE IPOTESI DI DIMISSIONI” - VUOLE SFIDARE RENZI IN PARLAMENTO SPERANDO NEI RESPONSABILI. OPPURE, COME SOSTIENE BETTINI, FAR ENTRARE IN MAGGIORANZA UNA PARTE DI FORZA ITALIA. IPOTESI SMENTITA DA GIORGIO MULÈ - NEL M5S PREVALE UNA BUONA DOSE DI DISINCANTO E, SE SI ESCLUDE L'ALA GOVERNISTA, DI RELATIVO INTERESSE SE SI ANDRÀ AD UN CONTE-TER CON ANDREA ORLANDO VICEPREMIER, O VERSO UN ESECUTIVO GUIDATO DA UN DEM (FRANCESCHINI) O DA UNA FIGURA ISTITUZIONALE (MARTA CARTABIA)

Marco Conti per "il Messaggero"

 

renzi conte

L' affannoso tentativo di evitare la formalizzazione della crisi di governo da parte del Pd appare sempre più disperato. Il percorso tracciato dai dem, con l' avallo del Quirinale, per arrivare al Conte-ter si è arenato per la resistenza del premier - e di quanti intorno a lui continuano a sostenere che «Conte è indisponibile a qualunque ipotesi di dimissioni» - e per la voglia di Matteo Renzi di spingere l' acceleratore sino in fondo ottenendo non solo un nuovo governo ma anche un cambio a palazzo Chigi.

 

IL RITIRO Si arena quindi anche la strategia messa in atto dai dem al governo di un passaggio di Conte al Quirinale già nel fine settimana per dimettersi e poi ricevere un nuovo incarico. Il via libera stasera al Recovery Fund in Consiglio dei ministri è quindi scontato anche se non è detto che ci sarà una votazione formale, visto che si tratta di un testo che deve passare in Parlamento e al confronto con le parti sociali.

 

goffredo bettini

Così come Italia Viva dà per certo il ritiro delle delegazione al governo e, a seguire, la conferenza stampa di Renzi dove spiegherà che Iv è comunque pronta a dare il via libera allo scostamento di bilancio e al decreto ristori, ma che su «molte altre questioni poste non abbiamo ricevuto risposte ma insulti».

 

Nell' agenda di palazzo Chigi ci sono infatti altri due Consigli dei ministri: uno domani per lo scostamento di bilancio e uno giovedì per il decreto-ristori. Subito dopo Conte immagina di chiamare le forze della maggioranza per stendere il nuovo programma e rimettere mano alla squadra di governo.

 

renzi conte

Ma l' accelerazione renziana, dopo giorni di avvisi e minacce, riporta Conte nel bunker pronto a presentarsi in Parlamento per la conta sperando nei responsabili che un senatore 5S starebbe mettendo insieme. Oppure, come sostiene Goffredo Bettini - per spaventare forse sia Conte che Renzi - far entrare in maggioranza una parte di Forza Italia. Ipotesi smentita da Giorgio Mulè, ma che è tutta da verificare nel corso della crisi.

 

Mentre al Nazareno descrivono Conte come «impaurito» per le mosse renziane e in cerca di rassicurazioni, nel Movimento prevale una buona dose di disincanto e, se si esclude l' ala governista, di relativo interesse se si andrà ad un Conte-ter con Andrea Orlando vicepremier, o verso un esecutivo guidato magari da un dem (Dario Franceschini) o da una figura istituzionale (Marta Cartabia). I mediatori, da Franceschini a Bettini, passando per Delrio e Guerini, sono al lavoro, per recuperare il percorso che avrebbe dovuto portare ad una crisi lampo, ma i margini sono ridotti.

 

conte di maio franceschini

Il pallino è ora in mano al Pd di Nicola Zingaretti che, dopo aver avallato gli affondi di Renzi, deve decidere se provare a fermarlo o se affondare sino in fondo il colpo insieme a Iv. Conte che - malgrado le resistenze dei suoi - ieri mattina sembrava convincersi al percorso delle dimissioni controllate per comporre un nuovo governo, è ora di nuovo convinto che non gli resti che la sfida a Renzi in Parlamento nella quale confida di avere al suo fianco tutto il Movimento e anche quella parte di sinistra che ha da tempo conti in sospeso con il senatore di Rignano.

 

zingaretti di maio

Il sospetto che alla fine l' obiettivo di Conte fossero le urne anticipate, ha ripreso però da qualche giorno a circolare tra i parlamentari del Pd e serve per spiegare i continui rinvii di una verifica di maggioranza che lo scorrere dei giorni ha reso ancor più complicato. D' altra parte l' idea di aver trovato in Conte un novello Prodi in grado di mettere insieme dem e grillini, non è nuova ed è stata a lungo coltivata.

 

I tempi però rischiano di non essere maturi. Soprattutto perché i gruppi parlamentari del Pd, guidati da Graziano Delrio e Andrea Marcucci hanno puntato i piedi e nella riunione di venerdì scorso della direzione Nicola Zingaretti ha chiuso al premier sia la strada del voto anticipato, sia la possibilità di governare con una maggioranza raccogliticcia.

 

conte renzi

LA VERSIONE Il Recovery Fund, e il Consiglio dei ministri di questa sera, rischiano di essere quindi l' ultimo appuntamento per l' attuale maggioranza dopo il quale, dopo giorni di veleni e scambi di accuse, si aprirà la crisi di governo e, prima o dopo il passaggio parlamentare, tutto tornerà nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

 

Teresa Bellanova e Ettore Rosato, le due punte di lancia di Italia Viva, anche ieri hanno continuato sferrare colpi di piccone su Palazzo Chigi colpevole di non aver ancora fornito la versione finale del Recovery Plan arrivato poi a tarda sera.

RENZI ROSATO

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...