silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni mario draghi

“DRAGHI AVEVA GIÀ DECISO” – BERLUSCONI NON HA IL CORAGGIO DI PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA CRISI E PROVA A GETTARE LA COLPA SU “MARIOPIO”: “NON NE POTEVA PIÙ, AVEVA LE SCATOLE PIENE. DIMETTERSI ERA UNA SUA VOLONTÀ PRECISA. SA COS’HA DETTO A UN COMUNE AMICO? BASTA, NON NE POSSO PIÙ” (CHI SARÀ MAI QUEL COMUNE AMICO? FORSE L’EMINENZA AZZURRINA GIANNI LETTA?) – “IO TRASCINATO DA SALVINI? ? NON SCHERZIAMO. IL CENTRODESTRA SONO IO” – “L’ADDIO DI GELMINI E BRUNETTA? A QUESTE PERSONE HO DATO TUTTO. MANCANO DI RICONOSCENZA, MA NON HANNO FUTURO…” - IL COLLOQUIO CON MASSIMO GIANNINI

Massimo Giannini per www.lastampa.it

 

draghi berlusconi

«Su, adesso basta con le sciocchezze. Io stimo Mario Draghi, lo sanno tutti. E tutti si ricordano che lo portai io al vertice della Banca Centrale Europea nel giugno 2011. Però adesso finiamola con questa storia che siamo stati noi a farlo fuori e a cacciarlo dal governo…».

 

È ora di pranzo, e nella calura di Villa Grande la voce del Cavaliere risuona forte e chiara come non si sentiva da tempo. Al telefono, Silvio Berlusconi ha qualche sassolino dalla scarpa che si vuole togliere, il giorno dopo la “Vergogna”, come ha titolato la Stampa di questa mattina: avevamo la migliore riserva della Repubblica alla guida del Paese, orgoglio e vanto per l’Italia nel mondo, e siamo riusciti a bruciare pure quella.

 

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

Protagonisti della “political assassination” sono stati, in combutta, i capi-bastone della curva ultrà gialloverde, quelli che stravinsero le elezioni del 2018: Giuseppe Conte ha innescato la miccia per conto dei Cinque Stelle, Matteo Salvini l’ha fatta esplodere mettendo la firma della Lega.

 

Ma stavolta c’è di peggio: la novità è che ad aggregarsi alla congiura dei “Draghicidi” si è aggiunto anche il padre-padrone di Forza Italia. Che invece di bagnare le polveri, le ha infiammate. Com’è stato possibile?

 

«Ecco, facciamo un po’ di chiarezza…», risponde Berlusconi dalla sua magione romana, dove in questi giorni il centrodestra ha bivaccato a più riprese per venire a capo - senza riuscirci, se non al prezzo di sacrificare SuperMario - della crisi più pazza del mondo.

DRAGHI BERLUSCONI

 

«Io ho letto il titolo del suo giornale, vergogna, ha scritto, ma noi non dobbiamo vergognarci di nulla. Noi non abbiamo buttato giù il governo. Draghi si è buttato giù da solo, prima con le cose che ha detto in aula, poi con le decisioni successive!».

 

Ma come? La non-fiducia sul termovalorizzatore l’hanno decisa i grillini la settimana scorsa, e la non-fiducia alla mozione Casini l’hanno decisa insieme Forza Italia e Lega ieri... Il Cavaliere la vede in un altro modo: «Senta, io ieri ho parlato con tutti. Ho chiamato il presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del Consiglio Draghi, e a tutti e due ho letto il testo della nostra risoluzione. Nessuno dei due ha sollevato obiezioni.

 

Lì dentro non c’era scritto mandiamo a casa Draghi, ma il contrario. Noi ci eravamo già meravigliati per il fatto che Draghi la settimana scorsa aveva ribadito che questo governo non esiste senza i Cinque Stelle. Ma l’abbiamo seguito sulla sua stessa linea.

 

RENATO BRUNETTA MARA CARFAGNA MARIASTELLA GELMINI

Poiché i grillini vogliono uscire, ne prendiamo atto e facciamo subito un Draghi bis, senza di loro, e cambiando alcuni ministri. Questo gli ho detto: ripartiamo, e andiamo avanti. Bastava che Draghi accettasse, e oggi sarebbe tutto un altro film…».

 

Ancorché romano, l’Uomo di Arcore è un fiume in piena. Ma come si fa a pensare che Super Mario, dopo i calci che aveva tirato nei denti ai partiti, avrebbe potuto accettare un Draghi bis alle condizioni imposte dal centrodestra, cioè un rimpastone che presupponesse magari anche la fuoriuscita di ministri come Lamorgese e Speranza?

silvio berlusconi bacia marta fascina

 

“Premesso che non abbiamo mai parlato di nomi, io le rispondo certo che avrebbe potuto, per il bene del Paese. Ma non l’ha fatto, e la responsabilità è sua, non nostra”. A Draghi non faranno piacere, queste parole… «Capisco, ma le confesso che sono rimasto davvero perplesso per i suoi comportamenti. Anche questa mattina alla Camera avrebbe ancora potuto ricucire tutto. In fondo aveva preso la fiducia con 95 voti al Senato…».

 

Ma pensare a una retromarcia, dopo quello che era successo ieri a Palazzo Madama, sarebbe stato davvero troppo… «Sì, ma solo per un motivo – risponde secco Berlusconi – e cioè che lui aveva già deciso tutto. Lo sanno tutti che non ne poteva più, lo sanno tutti che ne aveva le scatole piene.

 

Dimettersi era una sua volontà precisa, a prescindere da quello che avrebbero fatto, detto e votato i partiti. Vuole che le riveli un’indiscrezione?». Il Cavaliere non resiste: «Sa cos’ha detto Draghi a un comune amico? Basta, non ne posso più, qui mi fanno lavorare il doppio di quanto lavoravo alla Bce…».

 

silvio berlusconi licia ronzulli

La maldicenza? Il venticello della calunnia? Vai a sapere. Certo è che nel “day after”, quando fatti, opinioni e mercati dimostrano che l’Italia è ripiombata nel caos, la Bce ha chiuso l’ombrello e noi non abbiamo più il suo ex governatore a proteggerci, il centrodestra anche agli occhi di un’opinione pubblica sconcertata ha un disperato bisogno di cancellare le impronte digitali dalla “scena del crimine”.

 

Ma poi, dopo quello che è successo, di che centrodestra parliamo? Anche questo è stato uno strappo, stavolta interno a quella metà del campo. Berlusconi, che in questi tre anni ha cercato di rivestirsi con i nobili panni dello statista, conservatore europeo e moderato, responsabile e repubblicano, alla fine si è fatto trascinare sulla via del Papeete dal Capitano leghista.

 

MELONI - SALVINI - BERLUSCONI - FASCIOSOVRANISTI

E qui il Cavaliere ha un sussulto, si indigna, non ci sta: «Eh no, questo non lo voglio neanche sentir dire! Ma secondo lei se mettiamo vicino Berlusconi e Salvini, chi prevale tra i due per competenza, esperienza, cultura e savoir-faire? Dai su, non scherziamo. Io non sono affatto spinto da Salvini. Il centrodestra sono io…».

 

Il Patriarca non accetta il suo autunno. Anzi, ha già detto e ripete che è pronto a candidarsi. Tanto ormai si va a votare. «Anche su questo ho qualche perplessità – aggiunge – ho visto che il Capo dello Stato sta pensando a una delle ultime due domeniche di settembre. Non sono convinto: che facciamo, una campagna elettorale di due-tre settimane? Troppo poco, non va bene…».

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

Perché una cosa è sicura: lui la campagna elettorale la farà. È pronto a candidarsi al Senato, il Tempio dal quale fu “cacciato”, lui sì, in virtù della legge Severino, dopo la condanna definitiva per frode fiscale. Tornare a Palazzo Madama ha dunque il sapore della rivincita. Magari, chissà, in cuor suo ha persino l’illusione di esserne eletto presidente, benché dopo la Casellati sia un assurdo peccato di “ubris”.

 

Ma insomma. È anche sicuro che Forza Italia, con lui risceso in campo, possa arrivare al 20 per cento. Volontà di potenza o delirio di onnipotenza? Più la seconda, a occhio e croce. Anche perché, nel frattempo, il partito azzurro perde i pezzi. Gelmini e Brunetta annunciano l’addio.

 

maria stella gelmini renato brunetta

E qui il Cavaliere abbassa il tono di voce. Sembra quasi rattristato: «A queste persone ho dato tutto. Non mi merito che facciano questo. La Gelmini, poi… Ricordo che se ne voleva andare già ai tempi di Monti. Ma comunque… Non mi merito nemmeno che queste persone, andandosene, dicano quelle cose: ‘Forza Italia non è più la stessa, Berlusconi è diventato un’altra persona…’.

 

BERLUSCONI DRAGHI

Tutte sciocchezze. Sono loro che sono cambiati, non io. Sono loro che mancano di riconoscenza nei miei confronti. Ma le dico io una cosa, e la dico anche e soprattutto a loro: non hanno futuro. E non lo sostiene nemmeno Silvio Berlusconi, lo dimostrano i fatti di questi anni: guardi che fine hanno fatto, tutti quelli che sono usciti da Forza Italia… Perché la verità, alla fine, è questa: tutti quelli che mi lasciano non hanno futuro, punto e basta». La telefonata finisce così.

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Da Villa Grande si sente in sottofondo una voce femminile che chiama la servitù: «Attenzione, il cane ha fatto la cacca sul tappeto…». Nella testa resta solo una domanda sospesa: e Silvio? Silvio, seduto sul Carroccio a fianco a Matteo, lanciato all’inseguimento di Giorgia e dei suoi Fratelli? Questa livorosa e litigiosa carovana destrorsa, che futuro ha?

meme su berlusconi e mattarellameme su berlusconi e mattarellamatteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 3

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT