gianni letta silvio berlusconi mario draghi

“IO CANDIDATO DEL CENTRODESTRA? PER CARITÀ...” - GIANNI LETTA, CHE VIENE STIPENDIATO DA MEDIASET, SI SFILA DALLA CORSA AL QUIRINALE – BERLUSCONI E’ SEMPRE PIU’ VICINO AL RITIRO E VUOLE UN RUOLO DA KINGMAKER: GLI PIACEREBBE UN BIS DI MATTARELLA, MA SALVINI E MELONI HANNO GIÀ DETTO CHE NON CI STANNO. L'ALTERNATIVA RESTA DRAGHI, COME CONSIGLIA GIANNI LETTA, MA… - I VINCOLI DI GIORGIA MELONI, LE MOSSE DI SALVINI CHE VUOLE SUL COLLE UN NOME CHE POSSA LEGITTIMARLO NEL CASO VINCESSE LE ELEZIONI DEL 2023 – VIDEO

DAGOREPORT

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-avversato-macron-usa-ue-salvini-vuole-colle-nome-296558.htm

 

 

 

GIANNI LETTA: «IO CANDIDATO DEL CENTRODESTRA? PER CARITÀ...»

Da Il Messaggero

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI

«Io candidato del centrodestra? Per carità...». Poche parole, anzi una battuta, in un video pubblicato da Fanpage e dal Fatto Quotidiano. Così Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, uno degli uomini più fidati di Silvio Berlusconi per rispondere alle indiscrezioni secondo le quali ci sarebbe stato anche lui in corsa per il Colle. In alternativa proprio al leader di Fi, oppure secondo altri retroscenisti proposto da Silvio stesso qualora si rendesse conto di non avere i numeri per farcela in prima persona. Gianni Letta, che qualche giorno fa aveva mandato un chiaro messaggio a Berlusconi («l'interesse generale sia la guida per tutti», aveva detto alla camera ardente di David Sassoli) si tira fuori. Nessuna risposta, invece, a chi gli chiedeva se la corsa di Berlusconi sia al capolinea. 

 

 

BERLUSCONI PIÙ VICINO AL RITIRO SALVINI, VIA AL PIANO B

GIANNI LETTA BERLUSCONI

MARCO CONTI per il Messaggero

 

Più si infittiscono le telefonate più aumentano le voci di un Silvio Berlusconi scoraggiato per come procede l'operazione scoiattolo che dovrebbe portare alla candidatura del Cavaliere i voti che mancano al centrodestra per succedere a Sergio Mattarella. Lo scouting è in corso, ma non c'è solo Vittorio Sgarbi a mostrarsi pessimista malgrado nei giorni scorsi il parlamentare di FI si sia impegnato personalmente nella caccia all'indeciso.

berlusconi letta

 

Nella Lega di Matteo Salvini sono convinti che per il passo indietro del Cavaliere sia questione di ore, ma ad Arcore non sono dello stesso avviso e c'è chi pensa che neppure la riunione di domani a Roma di Berlusconi con Meloni e Salvini possa essere decisiva. Resta il fatto che Sgarbi dice ad Un giorno da Pecora di aver parlato anche ieri con Berlusconi e di averlo sentito «abbastanza triste» e che sta pensando «se c'è una via d'uscita onorevole, con un nome che sia gradito a lui, forse Mattarella». L'operazione, aggiunge il critico d'arte, «si è fermata oggettivamente».

 

È vero che «Sgarbi non è il portavoce di Silvio Berlusconi», come in coro si affrettano a spiegare Antonio Tajani e Licia Ronzulli, ma le considerazioni del critico sono condivise da buona parte del partito che, pur tifando per l'ex premier, ha ormai la certezza che non sia riuscito a mettere insieme i cento voti che mancano. «Giovedì Berlusconi avrà le idee più chiare, se decide di rinunciare il centrodestra ha diritto di fare le sue proposte e anche Fratelli d'Italia ha le sue proposte. Il centrodestra può giocare le sue carte, l'importante è che resti unito».

gianni letta e berlusconi

 

Giorgia Meloni, leader di FdI, va a Porta a Porta e anche lei, come Salvini, sostiene di avere già pronto un piano B. Il leader della Lega va anche oltre e sostiene di avere anche i numeri per provare a piazzare un candidato di centrodestra condividendolo prima con i centristi di Iv e Coraggio Italia. La coalizione sinora è stata unita sotto la possibile candidatura di Silvio Berlusconi.

 

I problemi potrebbero però sorgere dopo anche perché le priorità sono diverse. Berlusconi non vuole essere emarginato nella scelta del nuovo inquilino del Quirinale e potrebbe sciogliere la riserva solo lunedì rinviando anche il vertice. Gli piacerebbe un bis di Mattarella, ma Salvini e Meloni hanno già detto che non ci stanno. L'alternativa resta Draghi, come consiglia Gianni Letta, anche se all'attuale premier rimprovera in privato una scarsa riconoscenza visto che, sostiene, «fui io a volerlo alla guida di Bankitalia. Fui io a metterlo alla guida della Bce. Fui io ad aprirgli la strada per Palazzo Chigi impedendo la nascita del terzo governo Conte».

RIUNIONE DEL CENTRODESTRA A VILLA GRANDE

 

Ma se a Berlusconi interessa soprattutto la partita del Colle, Salvini guarda anche al governo sapendo che difficilmente potrà spingere la Lega all'opposizione nell'anno finale della legislatura che dovrà occuparsi della seconda rata dei fondi del Pnrr e licenziare l'ultima legge di Bilancio.

 

berlusconi meloni salvini toti

E se Salvini sa che il rimpasto di governo lo otterrà solo mandando Draghi al Quirinale, la Meloni - che non esclude il voto a Draghi - inizia però a temere che il prossimo esecutivo possa intervenire sulla legge elettorale. «Se Draghi al Quirinale - sostiene la Meloni - significa un altro governo con un altro presidente del Consiglio che esce dal cilindro e una legge proporzionale per condannare l'Italia a governi di inciucio, allora io dico no». Sembra di capire che la leader di FdI cerchi garanzie dagli alleati i quali, qualora decidano di sostenere un nuovo governo, dovrebbero contrastare ogni ritorno al proporzionale che ridurrebbe di molto le aspirazioni a premier della leader di FdI.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJUHouse of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarellameme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconimassimo sestini berlusconi letta e galliani letta berlusconi andreotti spadolini

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?