emmanuel macron mckinsey

“MACRON È UN SERVO DI MCKINSEY” – LE INDAGINI SUL TOYBOY DELL’ELISEO SONO UN ASSIST PERFETTO PER LE OPPOSIZIONI FRANCESI, CHE LO ACCUSANO DI LAVORARE PER GLI INTERESSI DELLE GRANDI MULTINAZIONALI. L’ATTACCO DEL LEPENISTA BARDELLA: “HA AFFIDATO IL PAESE A DEI LIQUIDATORI” E QUELLO DI MELENCHON, CHE PRESENTERÀ UNA MOZIONE DI CENSURA CONTRO IL GOVERNO…

1 - FRANCIA, LFI ANNUNCIA NUOVA MOZIONE DI CENSURA CONTRO IL GOVERNO

emmanuel macron al meeting 'il grido della pace' santegidio 4

(ANSA-AFP) - Il gruppo di deputati La France Insoumise presenterà una nuova mozione di censura contro il governo di Elisabeth Borne: lo ha annunciato la presidente Mathilde Panot pochi minuti dopo il nuovo ricorso all'articolo 49 comma 3 della Costituzione - assimilabile al voto di fiducia nell'ordinamento italiano - da parte della premier sul bilancio della previdenza sociale. "Un 49.3 per iniziare la settimana, un secondo per chiuderla. Il sesto in un mese. Per sanzionare ogni ripetizione dell'ostruzione del governo, presenteremo una mozione di censura", ha scritto Panot su Twitter.

 

2 - MACRON SI GIUSTIFICA OPPOSIZIONI SCATENATE «SERVO DI MCKINSEY»

Francesco De Remigis per “il Giornale”

 

Sfoggia sangue freddo, Emmanuel Macron. In favor di camera, a 24 ore dallo scoop di Le Parisien che ha dato conto di due indagini per finanziamento illecito delle sue campagne elettorali, 2017 e 2022, resta saldo su convinzioni granitiche.

 

jean luc melenchon emmanuel macron

Dice di non essere «al centro dell'inchiesta» che lo vede coinvolto (anche in presunti favoritismi) e di ritenere anzi «normale che la giustizia faccia il suo lavoro». Insomma «nulla da temere».

 

La vicenda che lo lega a doppia mandata alla società di consulenza americana McKinsey, però, è tutt' altro che irrilevante ai fini della sua immagine di presidente di tutti. E il suo invidiabile ottimismo, con l'invito ai magistrati a «far luce fino in fondo» dopo il no comment iniziale, tradisce il timore d'essere messo sulla graticola della storia; come Nicolas Sarkozy, condannato anni dopo aver lasciato l'Eliseo, o di finire infangato come altri leader, da François Fillon a Jacques Chirac.

 

mckinsey

Per ora, l'affaire giudiziario - il primo di un certo peso per Macron - offre assist alle opposizioni: Jordan Bardella, neopresidente del Rassemblement National (il partito di Marine Le Pen), lo accusa di aver affidato la Francia «a dei liquidatori, a dei predatori», e ribadisce il punto già sollevato alle scorse presidenziali da BleuMarine, e cioè che le società di consulenza a cui i governi di Macron hanno attinto con costanza «non lavorano nell'interesse della nazione e del popolo francese».

 

A McKinsey la magistratura aveva infatti già contestato di non aver pagato le dovute tasse in Francia tra il 2011 e il 2020. E rivolgersi assiduamente a una società su cui pesano dubbi di aver frodato il fisco francese, per un presidente della Repubblica non è il massimo. Il punto che lambisce ora Macron è però un altro, le «condizioni di intervento di uffici di consulenza» per la sua ascesa politica.

 

emmanuel macron voto per le elezioni legislative

Si sospetta cioè che McKinsey, con alcune prime file, avrebbe lavorato gratuitamente per il candidato di En Marche, per ottenere poi commesse milionarie durante il mandato all'Eliseo. E se l'articolo 67 della Costituzione garantisce al capo dello Stato l'immunità penale finché in carica, e non può essere sentito dalla procura, il presidente risponde intanto ai cronisti: «In campagna elettorale ascoltiamo magistrati, giornalisti, varie professionalità...».

 

Si giustifica per la prima volta, Macron. Prova a spiegare. E messo alle strette, ieri a Digione, si definisce infine un «servitore» della Francia. Cerca l'empatia, ma trova davanti a sé un muro di realtà: con lui le consulenze private sono infatti più che raddoppiate tra il 2018 e il 2021, con un record di spesa pubblica di oltre 1 miliardo l'anno scorso.

McKinsey è stata tra le società più coinvolte dalla République anche durante la pandemia da Covid-19. Punto centrale, questo, nella bagarre politica.

meme macron soldato

 

Tra le accuse delle opposizioni c'è infatti pure l'aver subìto la sua influenza nelle scelte sui vaccini. E ieri, l'Assemblée ha sospeso la seduta che avrebbe potuto indicare il ritorno in ospedale di circa 15 mila operatori no-vax, da un anno senza stipendio. L'estrema sinistra «Nupes», primo gruppo parlamentare di opposizione, non ha potuto far votare il reintegro gridando all'ostruzionismo dei macroniani. Macron invoca basi «scientifiche» e non una scelta politica. «Ma allora chi decide? McKinsey?» Si attende la decisione dell'Authority. Intanto grida in aula e scarsità di medici nei servizi pediatrici, sommersi da casi di bronchiolite tra neonati (a cui il governo ha risposto stanziando 400 milioni, invece dei 150 annunciati) si aggiungono alle agitazioni sindacali, ai prezzi imprevedibili della benzina e alla polemica sul decentramento dei poteri.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)