emmanuel macron migranti

“IL MIO OBIETTIVO È FAR USCIRE CHI NON HA NIENTE DA FARE QUI” - NON È SALVINI MA IL LEADER DEI GLOBALISTI EUROPEI EMMANUEL MACRON! PER MESI HA BACCHETTATO IL CAPITONE PER LE POSIZIONI SULL’IMMIGRAZIONE, ORA TIRA FUORI IL PUGNO DI FERRO CONTRO I CLANDESTINI. CHE IN REALTA' HA SEMPRE USATO, MA LA ''NARRAZIONE'' CI DICEVA IL CONTRARIO – SI È PURE MESSO DI TRAVERSO SULL'ADESIONE DELLA MACEDONIA E DELL'ALBANIA

 

 

 

1. MACRON ADESSO PROMETTE LINEA DURA SULL'IMMIGRAZIONE

Mauro Indelicato per https://it.insideover.com

 

MACRON PIFFERAIO

“Il mio obiettivo è quello di far uscire tutte le persone che non hanno niente da fare qui”: questa frase è stata pronunciata da un’importante personalità politica francese al settimanale Valeurs Actuelles, foglio noto per le sue posizioni di destra. Sembrerebbe dunque un’intervista fatta ad un dirigente di Rassemblement National o alla stessa Marine Le Pen. E invece quella frase è nientemeno che del presidente francese Emmanuel Macron. Proprio colui che per mesi ha bacchettato l’Italia a guida gialloverde per le posizioni sull’immigrazione, adesso ha iniziato a vestire i panni di chi vuol usare il pugno di ferro contro gli immigrati irregolari.

 

Il nuovo piano di Macron

MACRON LE PENmigranti mentone 2

Nell’intervista citata il presidente francese ha voluto illustrare quanto previsto dalla nuova legge relativa alla gestione dei flussi migratori. Si torna a parlare, come negli anni di Valéry Giscard d’Estaing, di quote. Ossia, si fanno entrare solo quei gruppi di migranti che realmente servono per mandare avanti l’economia francese. Un metodo, hanno spiegato negli ultimi giorni diversi quotidiani transalpini, già usato in passato con gli italiani oppure con i migranti provenienti dall’est Europa.

MIGRANTI VENTIMIGLIA

 

Quando diventava evidente la mancanza di manodopera o di francesi che volevano o potevano fare i lavori più usuranti, allora tra gli anni Settanta e la parte finale degli anni Ottanta si accettavano quote di italiani che arrivavano dal Belgio o direttamente dal nostro Paese, oppure di polacchi e bulgari che riuscivano ad attraversare la cortina di ferro.

MACRON PHILIPPE

 

Il primo ministro Édouard Philippe è apparso più moderato nei giorni scorsi nel descrivere la riforma. Per il capo del governo francese, la legge servirà “solo” a disciplinare meglio l’immigrazione ed a gestire soprattutto quella dei cosiddetti migranti economici. Ossia, chi verrà da Paesi in guerra o dimostra di avere esigenze umanitarie particolari, verrà fatto entrare. Tutti gli altri invece verranno fatti entrare a seconda delle necessità. Interverranno cioè i meccanismi delle quote: sentite le parti sociali e gli enti locali, in base alle esigenze di un determinato territorio il governo, di anno in anno, stabilirà quanti migranti potranno entrare in territorio francese.

 

migranti al confine ventimiglia Edouard Philippe

Macron, che ha tutto l’interesse a non mostrarsi troppo debole sul fronte migratorio, specie adesso che gilet gialli e scioperi hanno ripreso ad imperversare, sta presentando il giro per il Paese questa riforma come vittoria dello Stato di diritto, del rispetto delle regole e del principio secondo cui può arrivare in Francia solo chi può rendersi utile. Discorsi che, a ben vedere quanto dichiarato durante la campagna elettorale del 2017 che lo vedeva contrapposto a Marine Le Pen, oggi appaiono all’opposto del suo pensiero originario.

 

Linea dura (e non è la prima volta)

POLIZIA FRANCESE

Sull’immigrazione pare che Macron abbia iniziato a sparigliare le carte. Lo scorso mese, alla vigilia della sua visita presidenziale presso il dipartimento d’oltremare di Mayotte, l’inquilino dell’Eliseo aveva promesso un grande giro di vite contro i migranti irregolari. Nell’arcipelago dell’oceano indiano, che ogni anno deve fronteggiare l’arrivo di migranti dalle vicine Comore e da altri paesi africani, il tema dell’immigrazione è molto sentito. Prima di mettere piede nel dipartimento d’oltremare, Macron ha promesso un piano per espellere almeno 25mila migranti irregolari.

 

MERKEL MACRON TUSK SANCHEZ

Un’affermazione che, se pronunciata nella Francia continentale, avrebbe fatto urlare allo scandalo. Oggi la strategia della linea dura, abbinata a quella delle quote inserite nella legge sull’immigrazione, sembra essere definitivamente entrata nel gergo politico del presidente francese.

 

IL PIANO DI MACRON PER BLOCCARE L'ALLARGAMENTO DELL'UNIONE

Beda Romano per ''Il Sole 24 Ore''

 

A qualche giorno ormai dall' entrata in carica della nuova Commissione europea, i Ventisette stanno discutendo animatamente del futuro dell' allargamento comunitario, dopo che la Francia ha bloccato in ottobre l' inizio dei negoziati di adesione della Macedonia del Nord e dell' Albania. Il governo francese vorrebbe che da qui a maggio i Ventisette si dotassero di una nuova strategia di avvicinamento dei paesi candidati che sia più graduale. Non tutti i Ventisette sono d' accordo.

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 5

Parlando prima di una riunione ministeriale qui a Bruxelles, la sottosegretaria francese agli affari europei Amélie de Montchalin ha spiegato che la Francia vuole che il processo di allargamento sia «riformato», che l' accesso alle politiche europee sia «graduale», che l' iter sia «più rigoroso, con una convergenza che non sia solo giuridica ma anche politica, economica e sociale», e soprattutto che il processo sia «reversibile» nel caso i paesi in questione dovessero rallentare il cammino sulla strada dell' acquis communautaire.

 

Il governo francese ha trasmesso ai suoi partner una proposta nella quale riassume il suo pensiero. La Francia ha bloccato in ottobre l' inizio delle trattative di adesione della Macedonia del Nord e dell' Albania (si veda Il Sole 24 Ore del 19 ottobre). Il tema dell' allargamento è spesso utilizzato a fini elettorali dal Rassemblement National di Marine Le Pen. A ridosso di nuove elezioni, il presidente francese Emmanuel Macron ha quindi preferito mettere il veto a Skopje e Tirana.

 

boris johnson merkel macron conte

Al netto di queste considerazioni di politica interna, Parigi non ha torto quando esprime dubbi sul processo di allargamento. L' ultimo rapporto presentato dalla Commissione europea e relativo proprio alla Macedonia del Nord e all' Albania si è rivelato ricco di ambiguità. Bruxelles ha chiesto il benestare dei governi alle trattative, pur notando numerosi ritardi qua e là. Dietro alla Francia si sono più o meno allineati altri paesi, a cominciare dalla Danimarca e dall' Olanda.

 

conte macron

La Francia vorrebbe trovare un accordo tra i Ventisette su una nuova metodologia entro il vertice europeo dedicato alla regione dei Balcani occidentali previsto il 6-7 maggio a Zagabria. Sul fronte opposto, c' è in particolare l' Italia che ritiene invece l' allargamento un fattore importante di stabilizzazione politica della regione. Dello stesso avviso sono molti paesi dell' Est, e in particolare l' Ungheria che attraverso un allargamento dell' Unione vuole arginare eventuali nuovi flussi migratori.

macron conte

 

Sei paesi, tra cui l' Austria e l' Italia, hanno scritto una lettera alla Commissione europea dicendosi pronti a discutere del metodo, anche se nel frattempo vogliono che venga aperto il negoziato su Macedonia del Nord e Albania. Ieri la presidenza di turno dell' Unione, per bocca della ministra finlandese per gli affari europei Tytti Tuppurainen, ha accolto con interesse la proposta francese, ma ha spiegato che una discussione formale potrà avvenire solo quando la nuova Commissione presieduta da Ursula von der Leyen si sarà insediata (data d' inizio probabile il 1 dicembre).

 

merkel e macron firmano il trattato di aquisgrana 1

Dietro al dibattito di questi giorni si nascondono dubbi sull' opportunità e la tempistica dell' allargamento del 2004. Proprio ieri la Corte europea di Giustizia si è nuovamente espressa sulla controversa riforma della giustizia adottata in questi anni da Varsavia. Questa volta i giudici hanno chiesto alla Corte suprema polacca di esprimersi su una nuova istituzione che deve giudicare da un punto di vista disciplinare i magistrati. La magistratura comunitaria ha spiegato di avere dubbi sull' indipendenza politica del nuovo organismo.

 

 

migrante e donna incinta arrestati dalla polizia francese a mentone 1macron alle antille con maschioni 2MIGRANTI ACCAMPATI SOTTO UN VIADOTTO A VENTIMIGLIAmacron alle antille con maschioni 3FRONTIERA MENTONEFRONTIERA MENTONE CONFINE MENTONE VENTIMIGLIAFRONTIERA MENTONEblitz della polizia francese contro i migranti 2FRONTIERA MENTONEmigranti mentoneFRONTIERA MENTONEblitz della polizia francese contro i migranti 3migrante e donna incinta arrestati dalla polizia francese a mentone 5blitz della polizia francese contro i migranti 6blitz della polizia francese contro i migranti 1macron alle antille con maschioni 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”