salvini maroni

“SALVINI MI HA RICORDATO IL BERSANI DEL 2013” - BOBO MARONI CONTINUA A PARLARE DELLA STRATEGIA FALLIMENTARE DEL CAPITONE: “SI È FATTO FAGOCITARE DAL RITO ROMANO. HA CONCESSO SETTE GIORNI E SETTE NOTTI A CONTE, MA IN POLITICA IN UNA SETTIMANA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO” - “HA CINCISCHIATO, TEMPOREGGIATO, FIDANDOSI DI ZINGARETTI. INVECE AVREBBE DOVUTO…”

 

 

Da www.agi.it

 

roberto maroni matteo salvini

“Salvini si è fatto fagocitare dal rito romano. Mi ha ricordato il Bersani post voto del 2013”. In un colloquio con Il Fatto Quotidiano, Roberto Maroni, due volte ministro dell’Interno, poi ministro del Lavoro, ex segretario della Lega subito dopo Umberto Bossi ed ex Governatore della Lombardia, sostiene che dopo l’8 agosto Matteo Salvini “ha concesso sette giorni e sette notti a Giuseppe Conte, ma in politica in una settimana può succedere di tutto”, cosicché una volta annunciata la sfiducia al premier “avrebbe dovuto ritirare la delegazione dei ministri, così da obbligare il presidente del Consiglio a presentarsi subito dimissionario al Quirinale”. Invece? Invece Salvini “ha voluto attendere la famosa seduta in Senato del 20 agosto, dando tempo al sistema di riorganizzarsi et voilà: un’altra maggioranza si era già formata”.

 

BERSANI LOMBARDI CRIMIZAIA MARONI

Insomma, il leader leghista per Maroni “ha cincischiato, temporeggiato, si è mosso lentamente e senza un piano B, fidandosi di Zingaretti e di chissà chi altri, ma in politica la situazione è cangiante per definizione. Mi ha ricordato il Bersani post voto del 2013. È stato indeciso pure sul commissario europeo: avrebbe dovuto scegliere subito, magari Luca Zaia”, fa notare Maroni. Ciò che fa dire al già due volte ministro al Viminale, che forse “nella libreria di Matteo Salvini manca Sun Tsu. ‘Sii veloce come il vento, immobile come una montagna, rapido come il tuono…’. Se avesse letto L’arte della guerra (tra l’altro uno dei testi preferiti di Massimo D’Alema, ndr ) forse ora il governo giallorosso non esisterebbe…”, chiosa Maroni.

meme sulla crisi di governo conte e salvini

 

matteo salvini luca zaia 3

Dopo di che Salvini, riconosce Maroni, “ha avuto il merito di portare la Lega ai suoi massimi storici, ma in questo caso ha dimostrato scarse capacità di leadership . Io l’ho sentito alla fine di luglio, poi deve essere successo qualcosa, un black out: c’è stata un’auto esaltazione e ha ceduto alle pressioni per rompere. Ma un leader deve ascoltare tutti e decidere da solo”. Cos’, alla fin fine, anche Salvini è “come Umberto Bossi”. Meglio, come l’Umberto Bossi che, nel 1994 quando “dopo nemmeno un anno di governo, decise di far cadere Berlusconi: fu un’a zi on e fulminea che non lasciò scampo al Cavaliere. E arrivò il governo Dini…” , ricorda Maroni, che a quella rottura era contrario. Mentre lui stesso dopo le Europee aveva consigliato a Salvini “di andare all’incasso con un rimpasto di governo per prendersi Economia e Infrastrutture, per poi votare nella primavera del 2020 dopo aver portato a casa autonomia e taglio dei parlamentari. Avrebbe vinto sul velluto”.

salvini maroni

 

meme sulla crisi di governo conte e salvini

Invece ora il rischio è che “non si andrà a votare prima dell’elezione del capo dello Stato”. Tantopiù, spiega Maroni, che se il governo rossogiallo dovesse imbroccare due o tre cose, “a partire da una gestione meno emergenziale del fenomeno migratorio, il consenso della Lega potrebbe iniziare a erodersi. E l’alleanza 5 Stelle-Pd complica il quadro anche nelle Regioni. Salvini dovrà tornare a fare i conti con Berlusconi, che lui in questi mesi ha tentato di distruggere, ma il futuro del centrodestra dipenderà anche dall’operazione centrista di Renzi…” Per altro, per Maroni, Lamorgese è “ottima” annota il redattore che colloquia con l’ex Governatore.

bossi salvini maronisalvini maroni

 

In conclusione, per Maroni Salvini è stato dunque un “ingenuo” e ora “tutto si rimette in gioco”. A partire da Berlusconi, Meloni, Salvini, Grillo, Zingaretti, Di Maio, Renzi. “Tra nomine, riforme e Quirinale, la partita sarà interessante”, dice Maroni, “l’importante è avere le armi per combattere”. E si lascia andare ad una citazione del Presidente Mao: “Grande la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente…”.

giuseppe conte contro salvini in senatomatteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bis 1salvini zaia 3LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHOSTRETTA DI MANO TRA SALVINI E CONTE AL SENATOsalvini zaia 4matteo salvini luca zaia 2salvini zaiamatteo salvini luca zaia 1SALVINI CONTE SALVINI E CONTE matteo salvini e giuseppe conte approvazione decreto sicurezza bismatteo salvini bacia il rosario mentre parla giuseppe conte 1meme sulla crisi di governo conte e salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…