lloyd austin volodymyr zelensky antony blinken vladimir putin

“VOGLIAMO VEDERE UNA RUSSIA INDEBOLITA, COSÌ NON POTRÀ PIÙ FARE QUEL GENERE DI COSE CHE HA FATTO, INVADENDO L’UCRAINA” - LA NUOVA “DOTTRINA” ESPOSTA DAL CAPO DEL PENTAGONO, LLOYD AUSTIN, DOPO IL VIAGGIO A KIEV, È LEGNA SUL FUOCO DI CHI SOSTIENE CHE IN UCRAINA SI COMBATTA UNA GUERRA PER PROCURA TRA WASHINGTON E MOSCA - OGGI SI APRE IL MEGA-VERTICE DI GUERRA ALLA BASE USA DI RAMSTEIN, IN GERMANIA: CI SARANNO I MINISTRI DELLA DIFESA DELLA NATO E DI ALTRI 20 PAESI - IL CREMLINO: “L’OCCIDENTE VUOLE DISTRUGGERE LA RUSSIA” - VIDEO

 

 

 

1 - LA SVOLTA USA «INDEBOLIRE MOSCA»

Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

IL CAPO DEL PENTAGONO LLOYD AUSTIN

«Vogliamo vedere una Russia indebolita al punto che non potrà più fare quel genere di cose che ha fatto, invadendo l'Ucraina». Le parole del segretario alla Difesa Lloyd Austin alzano ancora il livello dello scontro tra Washington e Mosca. Il capo del Pentagono ha risposto alle domande dei giornalisti in uno scalo aereo polacco, non lontano dal confine con l'Ucraina, di ritorno dalla visita a Kiev di domenica scorsa.

 

Al suo fianco il segretario di Stato, Antony Blinken che ha esordito così: «La Russia ha già mancato i suoi obiettivi; sta fallendo su tutta la linea; l'Ucraina sta vincendo». Austin all'inizio si limita a esporre la posizione classica degli Usa: «Noi vogliamo che l'Ucraina resti un Paese sovrano, democratico, in grado di proteggere il suo territorio. La resistenza ucraina può prevalere se avrà l'equipaggiamento e l'assistenza necessari».

lloyd austin antony blinken

 

Poi ecco la svolta, uno scatto inatteso in questi termini: «La Russia ha già perso molta della sua forza militare e, detto francamente, anche un gran numero di soldati. Noi vogliamo che la Russia non sia in grado di ricostruire rapidamente la sua forza».

Austin, però, non ha chiarito quali saranno le mosse concrete per «indebolire» nel tempo l'Armata putiniana.

 

Resta quindi un'incognita inquietante. A questo punto c'è il rischio concreto che la guerra scatenata da Putin possa diventare una «proxy war», uno scontro per procura, tra Washington e Mosca. È davvero questa la strategia di Biden? Finora il presidente ha voluto evitare l'allargamento diretto o indiretto del conflitto, rifiutando di inviare soldati Usa sul campo di battaglia o di istituire una «no fly zone» sui cieli dell'Ucraina. Poi, certo, nelle ultime settimane, Biden aveva già cambiato passo, accettando di consegnare anche armi pesanti, «offensive» agli ucraini.

lloyd austin volodymyr zelensky antony blinken

 

In ogni caso oggi toccherà a Blinken fare chiarezza nelle audizioni in programma al Congresso. Il segretario di Stato ha disposto il rientro graduale dei diplomatici a Kiev. Blinken lo ha comunicato direttamente a Zelensky: «Torneranno prima a Leopoli, poi nel giro di qualche settimana a Kiev. Saranno coordinati da una nuova ambasciatrice, Bridget Brink».

 

[…]

 

 

2 - IL CAPO DEL PENTAGONO: «L'UCRAINA PUÒ `«EVITARE CHE MOSCA SCATENI ALTRE GUERRE» VINCERE SE HA LE ATTREZZATURE GIUSTE» L'IRA DEL CREMLINO: COSÌ ALZATE LA TENSIONE

LA STRATEGIA

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”

 

antony blinken e lloyd austin incontrano zelensky a kiev

[…] Cambia anche la strategia degli aiuti e di questo si è parlato in tre ore di colloqui con Zelensky. Non si tratta più di donare armi, ma stanziare fondi per acquistare ciò che serve ed eventualmente ripagare gli alleati di forniture già inviate. Soldi per comprare armi, e non armi. Perché, come riporta il New York Times, accanto ai 184mila proiettili per gli obici da 155mm promessi a Zelensky, ne vanno acquistati 182mila per gli obici da 152 di fabbricazione sovietica, tramite aziende americane che appaltano la produzione a fabbriche europee.

 

 

 

antony blinken e lloyd austin in ucraina

A volte è meglio dotare gli ucraini di armamenti che già conoscono, ereditati dall'URSS, anche se per dirla col ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, «ci è voluto più tempo perché i nostri partner decidessero l'invio delle armi da noi richieste, di quanto ne serva ai nostri soldati per imparare a usarle».

 

Austin è convinto che gli ucraini «possano vincere la guerra se hanno l'equipaggiamento adatto e il supporto adeguato e se noi facciamo tutto ciò che possiamo per garantire che li ottengano».

 

Lo scopo degli USA è quello di «indebolire la Russia al punto che non possa più fare quello che ha fatto invadendo l'Ucraina». Significa, incalza Blinken, «massimo supporto all'Ucraina e massima pressione sulla Russia che sta fallendo i suoi obiettivi, anzitutto quello di soggiogare l'Ucraina e strapparle la sua sovranità e indipendenza. Ma non ci è riuscita».

 

LA STRATEGIA

vladimir putin joe biden ginevra

Austin e Blinken hanno annunciato altri 713 milioni di dollari per aiuti militari, 322 dei quali per l'Ucraina e i restanti per 15 Paesi alleati e partner, che hanno rifornito gli ucraini in queste settimane. Altri 165 milioni serviranno a comprare munizioni. L'aiuto militare americano all'Ucraina raggiunge così quota 3.7 miliardi di dollari dall'inizio dell'invasione, mentre il presidente Biden prevede già altri 800 milioni. Il Congresso ha approvato lo scorso mese un pacchetto di assistenza militare per l'Ucraina da 6.5 miliardi su un totale di 13.6 di tutti gli alleati. E proprio ieri il Segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha reso noto di aver autorizzato l'invio di 5mila missili anti-tank e sistemi di difesa aerea.

VLADIMIR PUTIN

 

IL VERTICE

Dalla Polonia, Austin si sposterà oggi a Ramstein, in Germania, per partecipare alla riunione dei ministri della Difesa della Nato e di altri Paesi, 20 in tutto, per chiedere ai partner di intensificare gli aiuti.

 

antony blinken lloyd austin in ucraina

Ci sarà anche il nostro ministro, Lorenzo Guerini. Il governo italiano si prepara attraverso un nuovo decreto ministeriale all'invio di altre armi che rientrano nella lista secretata già approvata in Parlamento allo scoppio della guerra.

 

 

Per Zelensky, l'elemento chiave del processo che «porterà alla pace è la disponibilità di quantità e qualità sufficienti di armi e munizioni per dare forza alle forze armate ucraine». Dal Cremlino arriva il j' accuse di Putin agli USA e alleati. L'Occidente, dice lo Zar, «vuole spaccare la società russa e distruggere la Russia dall'interno», anche con «provocazioni contro le forze armate russe e l'uso dei media stranieri».

 

Bizzarra la diplomazia che «invece di chiedere soluzioni diplomatiche» spinge per la guerra. Ed evoca «il passato coloniale dell'Occidente». La narrativa di Mosca, anche per giustificare gli insuccessi sul campo, è che la guerra non sia con Kiev, ma con tutto l'Occidente. Infine, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è andato ieri ad Ankara dal leader turco Recep Tayyp Erdogan, e insieme hanno riaffermato l'obiettivo comune di «porre fine alla guerra il più presto possibile». Ma gli ucraini contestano a Guterres di aver inserito nella sua agenda di colloqui Putin a Mosca.

LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”