enrico letta

LETTA A SCOMPARSA - L’OSTINAZIONE SUL DDL ZAN, IL DISASTRO SULLA CANDIDATURA A ROMA, LE QUOTE ROSA MANCATE E LA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE PRO-ISRAELE, CHE HA FATTO STORCERE IL NASO ALLA SINISTRA DEM: FINORA ENRICHETTO È RIUSCITO NEL MIRACOLO DI SCONTENTARE TUTTI! – CHIAMATO DALLA FRANCIA DUE MESI FA A FUROR DI POPOLO, NON È RIUSCITO A IMBROCCARNE UNA. INFATTI I SONDAGGI NON LO PREMIANO E IN TANTI VEDONO NELLE PROSSIME AMMINISTRATIVE UN POSSIBILE DE PROFUNDIS…

 

 

Carlo Solimene per www.iltempo.it

 

enrico letta a in mezzora in piu 2

Diceva Oscar Wilde che «ci sono due grandi tragedie nella vita. La prima è desiderare ciò che non si può avere... la seconda è ottenerla». Uno dei vari significati dell'aforisma è che ciò che si desidera, una volta raggiunto, finisce col rivelarsi deludente rispetto alle aspettative. È presto per dire se sarà questo il destino del Partito democratico rispetto alla segreteria di Enrico Letta.

 

MARIO DRAGHI - FILIPPO ANDREATTA - ENRICO LETTA

Ma i presupposti ci sono tutti. Perché sino a quando l'allievo di Beniamino Andreatta se ne stava all'estero, a insegnare politica a Parigi, pontificando sugli accadimenti italiani con l'atteggiamento dell'intellettuale disilluso, erano in tanti tra dirigenti ed elettori Dem a chiedersi «come abbiamo fatto a farci sfuggire uno come Enrico».

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE

Dal ritorno a furor di popolo, avvenuto esattamente due mesi fa, l'ex premier ha però incontrato più di una difficoltà e infilato più di un errore. Al punto che in tanti vedono nelle prossime amministrative il suo possibile de profundis. Ipotizzando una parabola rapida e declinante, come già avvenuto a tanti «uomini della provvidenza».

enrico letta by carli

 

Si era presentato in maniera fulminante, Enrico Letta, imponendo ai gruppi parlamentari di dotarsi di guide al femminile per rimediare lo sgarbo zingarettiano di una squadra di ministri tutta al maschile. Nobile proposito che, però, gli ha subito inimicato l'area degli ex renziani fedeli al capogruppo dei senatori esautorato, Andrea Marcucci.

 

Non solo, perché nella classica legge del contrappasso ora a Letta viene imputato lo stesso maschilismo per le presunte pressioni su Monica Cirinnà affinché si ritirasse dalle primarie per il sindaco di Roma e lasciasse la vittoria al prescelto - maschio - Roberto Gualtieri. Ma i problemi per il segretario, sotto al Campidoglio, non sono solo di genere.

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

 

La partita della candidatura romana, infatti, è l'esempio più lampante di come il progetto politico dell'alleanza con i Cinquestelle - lanciato dal predecessore Zingaretti e testardamente perseguito da Letta - sia destinato al fallimento. Così, dopo essersi sobbarcato una serie di incontri con Giuseppe Conte e aver officiato al debutto della nuova corrente di Goffredo Bettini, il buon Enrico è rimasto con un pugno di mosche in mano.

ROBERTO GUALTIERI ENRICO LETTA

 

La convergenza su Zingaretti non si è verificata, Gualtieri è rimasto in campo con le stimmate del ripiego e al primo turno, oltre che con Virginia Raggi, dovrà vedersela pure con l'attivissimo Carlo Calenda. Insomma, la strada per la ripresa del Campidoglio è in salita. E gli schiaffi presi in altri città - «al ballottaggio non sosterremmo il Pd» ha detto la sindaca di Torino Chiara Appendino - fanno prefigurare tutto fuorché una marcia trionfale.

 

giorgia meloni enrico letta

Se si pensa che è proprio alle Amministrative che Letta cerca la legittimazione popolare per prendersi davvero partito, si comprende quanto l'umore del neosegretario possa essere scuro di questi tempi.

 

ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

Non finisce qui, perché sempre nei primi sessanta giorni del suo regno Enrico si dovuto intestare pure il diktat ai gruppi parlamentari per far approvare il ddl Zan «così com'è» nonostante le perplessità di un'ampia fetta di onorevoli e ha fatto storcere il naso pure all'ala di sinistra del partito per la partecipazione alla manifestazione pro-Israele del portico d'Ottavia, accanto ai vari Salvini e Tajani.

 

enrico letta e oscar camps

Senza contare che fette più o meno consistenti tra i Dem gli stanno chiedendo di fare una rapida retromarcia sulla legge elettorale, tema sul quale Letta aveva rilanciato il maggioritario proprio mentre la fantomatica alleanza con i grillini perdeva via via concretezza.

 

Un mese intenso e difficoltoso, insomma, nel quale il neosegretario ha provato per lo meno a dare un'identità forte al partito puntando sull'antisalvinismo e giocando a fare il controcanto quotidiano al leader della Lega. Operazione ambiziosa sulla falsariga del ventennale e redditizio antiberlusconismo. Peccato che finora la strategia si sia rivelata lacunosa.

gianni enrico letta 2

 

Magari perché attaccare un leader che siede nella stessa maggioranza suona un po' paradossale. Così il popolo Dem non si è scaldato più di tanto. In un mese, nella media dei sondaggi realizzata da Youtrend, l'avvento del nuovo segretario ha fruttato appena uno 0.8% in più, dal 18.6 al 19.4. Nello stesso periodo i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni di punti percentuali ne guadagnavano 1.2, arrivando al 18.4% e comparendo minacciosi nello specchietto retrovisore dei Dem. Le prospettive, con l'arrivo di Enrico di Francia, erano decisamente migliori.

ENRICO LETTA LAURA BOLDRINItweet su enrico letta segretario del pd 2enrico lettaENRICO LETTA ALLA SEZIONE PD DI TESTACCIOenrico letta torna a roma 1MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEMEtweet su enrico letta segretario del pd 3

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?