rocco casalino

MA NON E’ UN’AUTOBIOGRAFIA, E’ UNA SEDUTA TERAPEUTICA! NEL SUO LIBRO “IL PORTAVOCE”, TA-ROCCO CASALINO RIVELA IL BULLISMO SUBITO IN GERMANIA (“MI CHIAMAVANO CASALINO FORMAGGINO”) E SVELA IL SUO DESIDERIO DI VENDETTA: “SOGNO DI ANDARE IN UNA TV TEDESCA PERCHÉ MI VEDANO QUELLI CHE MI HANNO FATTO COSÌ MALE. SOGNO CHE MI VEDANO. E GLI CASCHI LA FACCIA NEL PIATTO” - LA RABBIA SFOGATA AL CAPEZZALE DEL PADRE MANESCO: “DEVI MORIRE” - IL TENTATIVO DI HACKERARE UNA BANCA, IL PASSAGGIO A RIFONDAZIONE COMUNISTA, GLI AMORI DA GAY DUBBIOSO, LE AMBIZIONI POLITICHE CONFIDATE ALLA PALOMBELLI CON RUTELLI CHE LO SEGNALA A VELTRONI, POI IL GIORNALISMO E L’ASCESA NEL M5S…

Giorgio Gandola per “la Verità”

 

ROCCO CASALINO - IL PORTAVOCE - AUTOBIOGRAFIA

Immagina di mandare la foto di una cena con Angela Merkel ai compagni di scuola in Germania. Il figlio di emigranti pugliesi insultato, picchiato, deriso («Casalino formaggino») negli anni vissuti a Frankenthal, in Renania, ha in testa questa rivincita. Ha anche cercato sui social quelli che lo bullizzavano. «Sogno di andare in una tv tedesca importante perché mi vedano quelli con cui sono cresciuto e che mi hanno fatto così male. Sogno che tornino a casa la sera dal lavoro, si siedano a tavola, accendano la televisione, mi vedano. E gli caschi la faccia nel piatto della zuppa».

 

Ci sono sincerità e polvere di stelle ne Il Portavoce (sottotitolo «La mia storia»), l'autobiografia di Rocco Casalino prima pubblicizzata e poi congelata dall'editore Piemme in attesa degli eventi politici in evoluzione. Ora Giuseppe Conte e il suo responsabile della comunicazione sono fuori, guida Mario Draghi, così il libro si può distribuire.

conte casalino

 

Va in libreria il 16 febbraio e sembra scritto sul lettino dello psicanalista, è liberatorio come un urlo in cima a una montagna e racconta le vicende di un ragazzo del Sud nato povero, cresciuto con dentro una rabbia vincente (60 alla maturità, laureato in Ingegneria), ma diventato ricco di sconfitta in sconfitta (non trovava lavoro) fino alla consacrazione televisiva.

 

C'è una curiosità che percorre le 268 pagine: la faccenda del Grande Fratello, gli sguardi di chi lo bolla con il Grande Fratello lui non li regge più. Vorrebbe rimuovere la sua seconda nascita (quella pubblica) ma non può. Perché per l'Italia intera quel portavoce inquadrato a gambe larghe come un pistolero western mentre Conte annunciava i Dpcm, sarà sempre un prodotto da Grande Fratello. Se ne farà una ragione, c'è di peggio.

LA LITE TRA ROCCO CASALINO E SOLANGE

 

Come quando, da bambino, era costretto a dormire nella vasca da bagno con la sorella perché quella era l'unica stanza che si poteva chiudere a chiave. Almeno lì il padre che tornava ubriaco non li avrebbe picchiati. In compenso angariava la mamma e sotto gli occhi di Rocco sfogava le sue manesche frustrazioni.

 

Anni dopo, quando il genitore è in un letto d'ospedale a pochi minuti dall'ora del destino lui lo osserva e dice: «Muori. Devi morire». Poi spiega: «Pronuncio queste parole con lingua ferma, a voce né troppo alta né troppo bassa. Senza rabbia. Parole ferme, dure, normali (...). La rabbia ha impregnato ogni fibra del mio essere, ma è così da tanto tempo che è diventata tutt' uno con la mia anima e con il mio corpo». E ancora: «Sono sollevato. Tutto il male che aveva fatto a mia madre, tutto il dolore che aveva fatto patire a me da ragazzo (...). Non ho mai provato un dolore più grande che vedere picchiare, umiliare, violentare mia madre».

rocco casalino a live non e la d urso

 

Quelle scene se le porta dentro oggi a 48 anni, forse sono ancora causa delle insonnie e della paura dei vampiri. Il padre sarà perdonato solo sulla tomba, anni dopo. Il rapporto è simile a quello descritto in Open da André Agassi, anche se qui la narrazione è più ruspante. A scuola Rocco è bravo, lo «spaghetti fresser» (divoratore di spaghetti, ma Fressen è un termine usato solo per gli animali) è un piccolo genio informatico affascinato dal film culto di John Badham, Wargames, e a 14 anni tenta per gioco di hackerare il sito di una banca, con tanto di intervento della polizia.

ROCCO CASALINO IPNOTIZZATO DA GIUCAS CASELLA

 

Suo padre va in pensione e la famiglia decide di tornare a casa, a Ceglie Messapica, dietro Ostuni. Una storia di emigrazione andata e ritorno come tante, ma il ragazzo si sente un deportato, sempre fuori posto: «Ero italiano in Germania e tedesco in Puglia». Negli anni salentini è travolto da tre rivelazioni che gli forgiano il carattere: la negazione di Dio (diventa anticlericale con sfumature nicciane), la sostituzione di Dio con il comunismo e il sesso con inclinazioni bipartisan. Nel senso che è gay ma non riesce a rivelarlo a sé stesso.

ROCCO CASALINO E JOSE CARLOS ALVAREZ

 

Per ora la politica è lontana e la fregola di retroscena sul triennio contiano del tutto frustrata; Il Portavoce è un «Inside Rocco» e poco più. La sua professoressa di Lettere e Storia lo avvia all'estrema sinistra, un perfetto comunista (anche se ora la parola non gli piace). A 20 anni aderisce a Rifondazione comunista, Che Guevara e la Taranta, il suo idolo televisivo è Michele Santoro. Sono gli anni di Tangentopoli con le monetine a Bettino Craxi davanti all'hotel Raphael.

 

Per Casalino è una catarsi sociale. «Col senno del poi capisco che non è una cosa bella, ma ai tempi sembrava che finalmente il popolo potesse liberarsi dei potenti malvagi e arroganti». Vorrebbe essere lì a tirare le cento lire; in embrione è il giorno alfa del suo grillismo. Diventa ingegnere elettronico a Bologna. È orgoglioso di quel Dott. Ing. che fa stampare sui biglietti da visita. Ma per trovare lavoro al Sud serve a poco, al massimo riesce a infilarsi in un call center dove la domanda più frequente è: «Ho lo schermo nero del computer, cosa faccio?». Risposta: «Provi ad accenderlo».

Rocco Casalino Marina La Rosa

 

A questo punto arriva, come uno schiocco del destino, il Grande Fratello. Prima edizione, anno 2000, 16 milioni di telespettatori al gran finale. Scopre che per entrare bisogna essere spiazzanti, provocare. Ai selezionatori dice: «Sono qui con la mia ragazza ma mi piacciono anche gli uomini. Sono un ingegnere elettronico, lavoro per una multinazionale americana e odiavo mio padre».

Rocco Casalino Marina La Rosa

 

Preso. È perfetto, resta nella casa 93 giorni su 100 e diventa ricco anche senza vincere. Serate, televendite, il Rolex, la Porsche. Torna a casa e rovescia i gettoni d'oro sul letto per mostrarli alla mamma. Ha svoltato, una vita da cinepanettone dei Vanzina. Ma con il sensore da ragazzo nato povero, Rocco coglie un particolare: questa pacchia finirà. Allora decide di buttarsi in politica, ovviamente a sinistra.

 

A una trasmissione da reduci del Gf incontra Barbara Palombelli e le confida il proposito. È un domino: il sindaco di Roma Francesco Rutelli (marito della Palombelli) lo manda da Walter Veltroni che lo rimbalza ai Ds pugliesi. Il ragionamento è poco gramsciano: un volto noto potrebbe dragare voti presso i non militanti. Niente, all'ultimo Casalino si ritira, preferisce provare a fare il giornalista. Prima a Telelombardia, dove sostiene di essere stato licenziato perché criticava troppo duramente la Lega, poi a TeleNorba, pupillo di Lamberto Sposini.

rocco casalino al Grande Fratello

 

È il 2008, c'è il secondo Vaffa Day e Casalino individua il suo nuovo messia: Beppe Grillo. Entra nel Movimento 5 stelle, piace soprattutto a Vito Crimi, mette a frutto le tecniche televisive e indirizza con qualche dritta di marketing quell'esercito di neofiti. Riempie un vuoto, funziona sempre così. Nel frattempo ci sarebbero anche gli amori di un omosessuale lacerato e dubbioso, che rivela: «Se ci fosse una pillola per diventare etero la prenderei».

 

È un elenco senza distinzione di sesso: dal compagno di scuola Markus alla giapponese Mieko, da Giuliana la fisioterapista ad Anastasia la lap dancer, da Daniel a Yoandys, a Gaetano, fino a Josè. È il compagno ufficiale, quello che lo mette in difficoltà con le scommesse in Borsa finite nel mirino dell'antiriciclaggio. Lo porterà anche al Quirinale in un incontro con Sergio Mattarella. Rocco arriva a Roma con la piena e con un ruolo tosto: capo della comunicazione al Senato.

ROCCO CASALINO CON IL COMPAGNO JOSE CARLOS ALVAREZ AGUILA

 

Gianroberto Casaleggio lo fa crescere con telefonate all'alba stile Gianni Agnelli. Quando, dopo le elezioni del 2018, partecipa al summit fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per decidere il presidente del Consiglio, vede entrare cardinali Giuseppe Conte e Giulio Sapelli. Vince il suo premier, che nel libro paragona a Tony Blair e John Kennedy.

 

Lo stima ai limiti dell'adorazione, ne parla come di quel papà che non ha mai avuto.Nei tre anni contiani il Dott. Ing. «Casalino formaggino» è diventato larger than life; mentre racconta, mostra un super ego che riempie i saloni del potere e al tempo stesso sembra Aldo Baglio («Non ci posso credere...»). Stringe la mano alla regina Elisabetta e a Emmanuel Macron, va in palestra a fare i pesi con il premier greco Kiriakos Mitsotakis, siede a tavola accanto a Donald Trump. È travolto da una felicità provinciale, chissà a Ceglie Messapica domani... Nel suo esibire l'inventario c'è l'ingenuità dello Zelig. O di Totò Schillaci dopo i mondiali di Italia 90, quando disse: «Sono fortunato, ho conosciuto principi e sindaci». A proposito, che fine ha fatto?

conte casalinoROCCO CASALINO IN MONOPATTINOconte casalinoROCCO CASALINO BETTING CHANNELROCCO CASALINO A SPASSO SENZA MASCHERINArocco casalino con melania trumpgiuseppe conte rocco casalino emmanuel macronROCCO CASALINO E BEPPE CONVERTINIROCCO CASALINO CON LA MASCHERINAROCCO CASALINO casalinoROCCO CASALINO ROCCO CASALINO E ENRICO FEDOCCIROCCO CASALINO PARLA DEL SUO PENESTAFFELLI TAPIRO A ROCCO CASALINOROCCO CASALINOROCCO CASALINO PARLA DEL SUO PENEROCCO CASALINO PARLA DEL SUO PENErocco casalino e marco 3conte casalino

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…