di battista conte travaglio di maio grillo

DI MAIO, VITTORIA DI PIRRO: IL MOVIMENTO CROLLA OVUNQUE – LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DI CHI HA VOTATO SÌ AL REFERENDUM SI È DIMENTICATO DI VOTARE CINQUESTELLE ALLE REGIONALI – MA, SOTTO SOTTO, GIGGINO HA DUE MOTIVI PER GODERE: IL FLOP IN LIGURIA, DOVE IL DUPLEX CONTE-TRAVAGLIO AVEVA IMPOSTO FERRUCCIO SANSA A ZINGA, E DELLA SCONFITTA DEL GRUPPO DEI PURI&DURI, DA BARBARA LEZZI A DI BATTISTA, CHE SI È RIUNITO INTORNO ALLA CANDIDATA PUGLIESE ANTONELLA LARICCHIA. RIENTRATO ALL’OVILE CASALEGGIO, SUBITO GLI STATI GENERALI PER IL RITORNO ALLA LEADERSHIP DI DI MAIO: GRILLO LO VUOLE

BISOGNA SAPER VINCERE

Massimo Gramellini per il Corriere della Sera

 

DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO VITO CRIMI

Per festeggiare la vittoria dei Cinquestelle nel referendum che ha dato una bella sforbiciata ai parlamentari, il leader minimo Vito Crimi ha promesso che si batterà con rinnovata lena contro il conflitto d' interessi, vasto e nobile programma in un Paese familista e inciucista dove gli interessi tendono a confliggere dappertutto, in un continuo sovrapporsi di controllori e controllati.

 

Crimi, a dire il vero, i conflitti non pretende di risolverli tutti. Gli basterebbe abbattere quelli dell' informazione, «che deve essere libera dagli interessi privati». Per averne solo di pubblici, che in Italia significa «legati ai partiti»? Chi lo pensa è malizioso, perché immagino che le parole di Crimi fossero una critica all' azienda - privata, privatissima - a cui il movimento da lui diretto ha legato i suoi destini.

luigi di maio vito crimi

 

Se così non fosse, e il suo attacco a freddo avesse come obiettivo i giornali e le tv che hanno sostenuto le ragioni del No al referendum, vorrebbe dire che Crimi non sa vincere, attività molto più difficile del saper perdere: ormai anche nel calcio chi fa gol pensa prima a istigare gli avversari che a festeggiare con i tifosi.

 

Mi viene un dubbio, però. Che Crimi sia stato così astuto da avere apparecchiato questo polverone per far dimenticare un altro conflitto di interessi. Quello manifestatosi all' interno di tanti suoi ex elettori, dato che la stragrande maggioranza di chi ha votato Sì al referendum si è dimenticato di votare Cinquestelle alle Regionali.

 

DI MAIO: «ABBIAMO SBAGLIATO»

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

vito crimi intimo

Il primo atto del congresso del Movimento 5 Stelle lo fa Luigi Di Maio che, a pochi minuti dagli exit poll che danno vincente il Sì al referendum, si prende la scena, brucia sul tempo su Twitter il reggente Vito Crimi e poi organizza una trionfale conferenza stampa per annunciare di avere sconfitto chi «voleva colpire il governo e, inutile nasconderlo, anche il sottoscritto».

 

La personalizzazione è la prima mossa di un colpo da kung fu che subito dopo tramortisce Crimi. Perché se Di Maio ha vinto praticamente da solo il referendum, nella sua narrazione, non ha perso le elezioni regionali: «Non faccio mistero, l'ho sempre detto che potevano essere organizzate diversamente e anche per il Movimento, con un'altra strategia».

 

ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

Un uno-due politicamente perfetto, al quale fa seguire una «piena fiducia a Crimi» e il rilancio di una nuova puntata della serie «populismo anticasta»: «Visto che c'è convergenza su questo aspetto, invito il fronte del sì e del no ad unirsi. Riduciamo anche gli stipendi dei parlamentari».

 

Naturalmente non c'è convergenza, ma è ghiotta l'opportunità di una replica, visto che l'attacco ai «privilegi» è uno dei pochi collanti rimasti in un M5S sempre più magmatico e privo di radici.

 

LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE

Il giorno dopo l'election day, i 5 Stelle si svegliano con sentimenti contraddittori. Poteva andare peggio, pensano, se il fronte del No avesse sfondato sul referendum. Ma è andata decisamente male sui territori, come ammette lo stesso Crimi: «Esito inferiore rispetto al passato».

 

Sconfitti ovunque, in ritirata non strategica al Sud, praticamente assenti al Nord. Marco Travaglio, che aveva invocato il voto disgiunto, commenta: «Gli elettori M5S non solo hanno votato i governatori ma anche la lista». L'unico esperimento di candidato comune, Ferruccio Sansa in Liguria, fallisce miseramente.

 

LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO

Troppa distanza ideologica e nessuna sintonia con i vertici. Di Maio non ha mai messo piede in Liguria e se ha partecipato ad altri comizi lo ha fatto sotto la bandiera del tour referendario. Chi ha perso, dunque, nei territori? Tutto il Movimento, che paga la storica incapacità di radicarsi nei territori.

 

LUIGI DI MAIO MARCO TRAVAGLIO GIUSEPPE CONTE

E ha perso il gruppo che si è riunito intorno alla candidata pugliese Antonella Laricchia, da Barbara Lezzi fino ad Alessandro Di Battista. L'impressione è che una parte del Movimento, citando Jep Gambardella, abbia voluto partecipare alla festa (le elezioni) solo per avere il potere di farle fallire (al Pd). Non c'è riuscito del tutto, ma certo si è divertito poco.

 

Di Battista Laricchia

Ora si entra nella fase più difficile. Crimi è fermo da settimane. «Ormai è un punching ball - dice un deputato - ma sa incassare bene». Non ha ancora varato i traghettatori verso gli Stati Generali, decisi con i maggiorenti da oltre un mese. Chiara Appendino, dopo la condanna, non potrà essere della partita. Si ipotizza un colpo di mano, con un direttorio deciso subito e messo ai voti su Rousseau.

 

O, alternativa che cresce, il ritorno di Di Maio come leader: del resto è da tutti considerato il politico più abile (con qualche rischio di «renzizzazione»). Di Battista aspetta. Spiega di non volere la fine del governo né di voler fare un'opposizione di piazza, ma chiede gli Stati Generali per definire una linea e ridare identità al Movimento.

 

APPENDINO DI MAIO

L'ipotesi di un rimpasto, più vicina visto il successo del Pd, fa tremare molti e alletta qualcuno. I gruppi attendono la convocazione di un'assemblea con ansia. C'è da discutere, tracciare una linea di futuro che non sia solo il taglio di qualcosa (resta ormai poco da sforbiciare). Stefano Buffagni questa volta la dice dritta, senza troppi sofismi e senza minimizzare: «O il Movimento cambia passo oppure non c'è più motivo di votarlo. E non soltanto al Nord».

 

 

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…