MONNEZZA A 5 STELLE - DIETRO L’ENNESIMO SCONTRO SUL TERMOVALORIZZATORE TRA LE GRILLINE RAGGI E LOMBARDI NON C’E’ SOLO LA LITE INFINITA TRA LE DUE COMARI DEL GRILLISMO MA C’E’ UNA SPACCATURA PROFONDA ALL’INTERNO DEL MOVIMENTO. DA UNA PARTE L’ALA PIU’ BARRICADERA INCARNATA DALL’EX SINDACA NO-VAX, COCCA DI GRILLO E VICINA A DI BATTISTA, E DALL’ALTRO IL FRONTE PIU’ GOVERNISTA (E FAVOREVOLE ALL’ALLEANZA COL PD) CHE ANNOVERA ANCHE LA LOMBARDI. NEGLI ANNI LE DUE SI SONO SCONTRATE SU TUTTO: DAI RIFIUTI ALLE INCHIESTE…

-

Condividi questo articolo


Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

raggi lombardi raggi lombardi

Come nella Bocca di Rosa di Fabrizio De Andrè ci sono le comari. Ma al posto del paesino c'è Roma. Teatro dell'ennesimo scontro tra le due amazzoni del M5s capitolino, Virginia Raggi e Roberta Lombardi. In lotta praticamente da sempre. Da prima che «Virginia» conquistasse il Campidoglio nel 2016.

 

Una vita su sponde opposte, nello stesso partito e nella stessa città. L'ultimo litigio è sull'unico tema capace di mettere d'accordo i grillini a tutte le latitudini, ovvero l'ambientalismo. Il nodo è il termovalorizzatore a Roma annunciato dal sindaco dem Roberto Gualtieri. Una battaglia che, grande novità, non ha provocato sussulti a livello nazionale.

 

Ma ogni scusa è buona per accendere la miccia tra Raggi e Lombardi. Stavolta la scintilla non è scoccata nel merito del provvedimento, ma su una raccolta firme lanciata dalla lista civica dell'ex prima cittadina e dal M5s romano, benedetta dalla stessa Raggi. «Il nostro no all'inceneritore è netto e irreversibile - la posizione dei Cinque Stelle in Assemblea capitolina e della civica - abbiamo iniziato ieri una raccolta di firme che farà tappa a Santa Palomba.

raggi lombardi raggi lombardi

 

Studiamo poi un'azione legale nei confronti del Campidoglio finalizzata a bloccare la realizzazione dell'inceneritore da 600 mila tonnellate». E non si fa attendere il distinguo di Roberta Lombardi, assessore alla Transizione Ecologica nella giunta regionale del Lazio. Parlando con l'Adnkronos l'ex deputata si è rifugiata nella formula dell'iniziativa «non concordata».

 

Una fuga in avanti della Raggi e dei suoi fedelissimi in Consiglio comunale. Lombardi non contenta - ha aggiunto: «C'è chi vuole essere ricordato per il no e basta e c'è chi lavora per il sì al futuro». Non ci potevano essere parole più lontane rispetto all'atteggiamento muscolare dell'ex sindaca, che anche su altri temi sta puntando ad accreditarsi come l'ultimo baluardo dei Cinque Stelle delle origini. Raggi non molla, tra una suggestione No Vax e le polemiche sul ruolo dell'Occidente nel conflitto in Ucraina. Lombardi invece sottolinea le sfumature.

 

virginia raggi roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi

Parla di «impianto ecosostenibile, non di un inceneritore, tutto all'interno del quadro normativo Ue». L'assessore nel 2020 si era detta contraria alla ricandidatura della Raggi, rea di «pensare più alla propria carriera che al M5s» e nello scorso autunno aveva attaccato in chat l'ex sindaca che polemizzava sui rifiuti: «Negli ultimi cinque anni ha governato lei». Prima di ricandidarsi, Raggi aveva accusato Lombardi di «parlare solo di poltrone». Ma queste sono solo le ultime baruffe.

 

Negli anni le due si sono scontrate su tutto: dai rifiuti alle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la Raggi, fino alla candidatura di Lombardi alla presidenza della Regione Lazio. Quella sul termovalorizzatore è solo l'ultima puntata di una lite cominciata e mai finita.

roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi virginia raggi DI MAIO RAGGI LOMBARDI DI MAIO RAGGI LOMBARDI RAGGI LOMBARDI RAGGI LOMBARDI roberta lombardi virginia raggi roberta lombardi virginia raggi

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…