NON CI PENCE PROPRIO – IL VICEPRESIDENTE ANNUNCIA CHE NON INVOCHERÀ IL 25ESIMO EMENDAMENTO: “NON È NELL’INTERESSE DEL PAESE O IN LINEA CON LA COSTITUZIONE” – I DEMOCRATICI SI PREPARANO ORA A PROCEDERE CON L’IMPEACHMENT, CHE SEMPRE PIÙ REPUBBLICANI SONO PRONTI A VOTARE – ANCHE IL LEADER DEL GOP IN SENATO, MITCH MCCONNELL, FURIOSO PER L’ASSALTO AL CONGRESSO, SI È ROTTO LE PALLE DI DONALD ED È FAVOREVOLE ALLA MESSA IN STATO D’ACCUSA

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1 – USA: PENCE BOCCIA IL 25/O EMENDAMENTO, TRUMP VERSO L'IMPEACHMENT

Da www.ansa.it

 

la risoluzione della camera usa per invocare il 25esimo emendamento la risoluzione della camera usa per invocare il 25esimo emendamento

Mike Pence non intende invocare il 25/o emendamento e strappare i poteri a Donald Trump. "Non è nell'interesse del paese o in linea con la Costituzione", ha detto in una lettera indirizzata alla Speaker della Camera, Nancy Pelosi.

 

Una missiva che è arrivata mentre in aula era in corso il dibattito sulla risoluzione per chiedere proprio al vicepresidente di ricorrere al 25/o emendamento e rimuovere Trump.

 

la lettera di mike pence che annuncia che non invochera' il 25esimo emendamento la lettera di mike pence che annuncia che non invochera' il 25esimo emendamento

Il dibattito e il voto sono andati avanti lo stesso: la risoluzione è stata approvata con 223 voti a favore e 205 contrari. Ma si tratta di un via libera puramente simbolico dopo lo schiaffo di Pence che, oltre a chiudere alla rimozione di Trump, ha esortato anche Pelosi e il Congresso a "evitare azioni che dividerebbero e infiammerebbero ulteriormente la passione del momento".

 

Con il no secco di Pence i democratici si preparano ora a procedere con l'impeachment, il secondo per Trump. Il presidente è sempre più isolato e il suo stesso partito ne sta prendendo le distanze. L'elenco dei deputati repubblicani che intendono votare a favore dell'impeachment si allunga con il passare delle ore. A rompere il ghiaccio è stato John Katko di New York, seguito da Liz Cheney. La figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney e terza nella gerarchia repubblicana alla Camera ha usato parole dure contro Trump, accusato di aver "acceso il fiammifero" delle proteste.

 

mike pence mike pence

L'annuncio di Liz Cheney segue le indiscrezioni su Mitch McConnell. Il leader dei repubblicani in Senato, e per anni alleato del presidente, sarebbe furioso con Trump per le proteste in Congresso e lo riterrebbe responsabile di offese da impeachment. McConnell - riporta il New York Times - vedrebbe la messa in stato di accusa come la strada maestra per "liberare" il partito da Trump. Nelle ultime ore McConnell avrebbe avuto contatti anche con Joe Biden. Il presidente eletto gli avrebbe chiesto se riteneva che il Senato potesse in parallelo occuparsi della conferma delle sue nomine e dell'impechament. McConnell gli ha assicurato una risposta al più presto.

mitch mcconnell mitch mcconnell

 

Intanto proseguono i preparativi per la cerimonia di insediamento di Biden. I 15.000 agenti della Guardia Nazionale a Washington saranno in parte armati, e il Secret Service sta allestendo una maxi-operazione di sicurezza per blindare la città. Il timore è di nuove proteste violente: almeno 16 gruppi, di cui alcuni armati, si sono fatti avanti per manifestare.

 

manifestanti picchiano un poliziotto con una bandiera americana a washington manifestanti picchiano un poliziotto con una bandiera americana a washington

 

2 – NEW YORK TIMES: "IL LEADER DEI SENATORI REPUBBLICANI MCCONNELL APRE ALL'IMPEACHMENT DI TRUMP"

Da www.huffingtonpost.it

manifestanti pro trump assaltano il congresso manifestanti pro trump assaltano il congresso

 

Il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha detto ad alcuni collaboratori che a suo avviso Donald Trump ha commesso reati da impeachment e che è contento che i dem lo mettano in stato d’accusa, convinto che sarà più facile cacciarlo dal partito. Lo scrive il New York Times citando fonti vicine a McConnell.

voto alla camera usa sul 25esimo emendamento voto alla camera usa sul 25esimo emendamento

 

“Abbiamo assistito ad azioni all’interno del Campidoglio che non sono coerenti con la legge. Il diritto alla libertà di parola e al riunirsi non concede a nessuno il diritto di ricorrere alla violenza, alla sedizione e all’insurrezione”. Lo affermano il capo dello stato maggiore congiunto, Mark Milley, e i vertici della difesa. “Sosteniamo a difendiamo la costituzione. Ogni atto per distruggere il processo costituzionale - aggiungono - non è solo contro le nostre tradizioni e i nostri valori, è anche contro la legge”.

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