conte bonomi

PEPPINIELLO MULTIUSO: DOPO LA CGIL DI LANDINI, CONTE VEDE IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA BONOMI - E' LA STRATEGIA DI PIAZZA E DI PALAZZO DI CONTE PER FARE IL CAPO DELL'OPPOSIZIONE: NON SOLO LA BATTAGLIA A DIFESA DEL REDDITO, ORA TENTA DI ACCREDITARSI ANCHE CON IL CETO MEDIO CON IL PRESIDIO SUL SUPERBONUS. E OGGI MENTRE MELONI SARÀ ALLA SCALA PER ASSISTERE ALLA PRIMA, CONTE SARÀ CON GLI OSPITI DI UNA ONLUS MILANESE…

Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

CONTE BONOMI

La propria strategia Giuseppe Conte l'aveva anticipata neanche troppo tra le righe il 27 settembre, il giorno dopo le elezioni che lo avevano visto risollevare magicamente le sorti di un Movimento che pareva ormai in caduta libera. Superato lo spavento, di lì in poi l'obiettivo sarebbe stato quello di impiegare le settimane e i mesi successivi a posizionare saldamente il M5S a sinistra, andando scientemente a contendere temi, relazioni e quindi voti al Pd. Questo approfittando delle difficoltà degli ex alleati, che sarebbero stati fagocitati dalla lunga campagna congressuale, come poi effettivamente è avvenuto e sta avvenendo.

 

Liquidati i problemi di opposizione interna, formato un gruppo parlamentare di fedelissimi e accentrata in maniera "militare" la comunicazione del partito, Conte ha davanti la possibilità di accreditarsi come l'unica o comunque la più determinata opposizione alla destra di Giorgia Meloni. Per farlo ha da subito cavalcato argomenti e piazze che una volta parevano dominio incontrastato del centrosinistra.

bonomi conte

 

Non solo quindi la piazza pacifista di inizio novembre a Roma, ma per dire anche il congresso di Arci della scorsa settimana al quale Conte ha cercato e ottenuto di essere invitato. Davanti a quella platea, schieratissima sul piano politico-culturale, il presidente del M5S ha approfittato per farsi lo spottone da solo: i vostri valori sono i nostri e noi siamo aperti al contributo di tutti. Con annessi applausi, magari non scroscianti ma neanche fischi.

 

giuseppe conte carlo bonomi 2

Dove i fischi invece ci sarebbe potuti stare, Conte ha preferito soprassedere, nonostante la prima intenzione fosse di esserci: era il 26 ottobre scorso e in piazza sempre a Roma si ritrovarono 40 associazioni per chiedere all'Italia e all'Europa di riconoscere le proprie responsabilità e non rinnovare gli accordi sui migranti con la Libia. Tema ancora troppo sensibile per il premier dei decreti sicurezza, seppur in parte poi sconfessati.

 

Comunque l'ex presidente del Consiglio adesso eccolo qui, a incontrare due giorni fa alla sede romana del Movimento il segretario della Cgil Maurizio Landini per parlare della manovra, poi il giorno dopo Carlo Bonomi di Confindustria (un M5S progressista sì, ma che dialoghi con le imprese...) con lo stesso obiettivo. Oggi invece per lui ci sono due tappe, in linea con quella in difesa del reddito di cittadinanza di Napoli, a Scampia, venerdì scorso: Torino e Milano, per visitare dei centri impegnati nel sociale, a sostegno delle persone economicamente in difficoltà. Gli Asili notturni nel capoluogo piemontese, l'Opera cardinal Ferrari in quello lombardo. E mentre Meloni sarà alla Scala per assistere alla prima, Conte lo farà in collegamento insieme agli ospiti della onlus.

 

landini conte

L'avvocato d'opposizione tenta di accreditarsi anche con il ceto medio, vedi ad esempio il presidio sempre di ieri in difesa del superbonus, un provvedimento targato M5S e per sua natura interclassista, che interessa molto al mondo dell'edilizia. Mentre sulla manovra, il Movimento ha raccolto e proporrà alcune richieste di emendamenti proposti dall'associazione industriali sul caro energia. «Condividiamo la gravità della mancanza di investimenti nel sud», rifletteva sempre Conte dopo il faccia a faccia con Bonomi. La strategia per ora sembra funzionare, perlomeno sul piano dei sondaggi. Ormai da oltre un mese il M5S è stabilmente il secondo partito italiano dopo Fratelli d'Italia, avendo scavalcato il Pd.

 

E laddove storicamente il M5S ha sempre fatto fatica, ovvero alle amministrative, la prospettiva sembra quella di giocare con una maggior spregiudicatezza rispetto al passato: quindi probabile corsa solitaria nel Lazio ma un accordo vicino in Lombardia, dov' è candidato un esponente della sinistra pd, Pierfrancesco Majorino. «Il fronte progressista potrà rinascere quando dialogheremo alla pari con il Pd», aveva spiegato tempo fa Conte ai suoi, quando la rincorsa era cominciata. Ora la prospettiva è già diversa: guidare direttamente il fronte.

LANDINI CONTE 6

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…