floyd trump

PROTESTARE FUNZIONA - TRUMP RIFORMA LA POLIZIA: FONDI FEDERALI SOLO SE CALA LA VIOLENZA DEGLI AGENTI. MA ATTACCA CHI VUOLE TAGLIARE I BILANCI INDISCRIMINATAMENTE. ''SENZA POLIZIA, C'È IL CAOS'' - LA BATTAGLIA SI SPOSTA SULLA ''PILLOLA AVVELENATA'', OVVERO RENDERE I POLIZIOTTI RESPONSABILI CIVILMENTE DEGLI ABUSI. MA I REPUBBLICANI SONO PRONTI A BOCCIARE LA NORMA IN SENATO

 

1. "LEGGE E ORDINE" LA RIFORMA DI TRUMP A DIFESA DEGLI AGENTI

Federico Rampini per ''la Repubblica''

 

Arriva la riforma della polizia targata Donald Trump. Dopo tre settimane di proteste, scatenate dall'uccisione di George Floyd e da altre violenze di agenti contro cittadini afroamericani, anche il presidente reagisce. Dopo un incontro alla Casa Bianca con alcuni parenti di vittime degli abusi della polizia, Trump firma un decreto esecutivo per limitare le violenze. Al tempo stesso difende le forze dell'ordine, e attacca chi vuole tagliarne i bilanci.

 

donald trump alla st. john's church

"Law and Order" sarà uno dei temi della sua campagna elettorale. Trump si è convinto in questa settimane che le componenti più radicali del movimento anti-razzista gli offrono un'opportunità. Il suo modello sono presidenti repubblicani come Richard Nixon e Ronald Reagan, che compattarono una maggioranza silenziosa spaventata dal disordine. «Ridurre il crimine e alzare gli standard della polizia - dice Trump - non sono due obiettivi che si escludono fra loro».

 

Insiste sul fatto che i poliziotti colpevoli di aver ucciso degli afroamericani «sono un numero piccolo, sono una percentuale molto ridotta, e nessuno vuole eliminarli quanto la maggioranza degli agenti, che sono ottimi ». Ricorda quelli che rischiarono la vita per soccorrere le vittime dell'11 settembre. «Senza polizia c'è il caos, gli americani vogliono legge e ordine». Il decreto presidenziale di Trump non contiene nuove regole sulle procedure di arresto o sull'uso di armi, perché non potrebbe farlo.

 

Con l'eccezione di poche agenzie federali specializzate (come l'Fbi, l'anti- narcotici o la polizia di frontiera), i corpi di polizia sono locali, solitamente agli ordini dei sindaci o di sceriffi eletti. Il governo di Washington può agire su una serie di incentivi, manovrando la leva dei fondi federali che vengono distribuiti alle forze dell'ordine; oppure in casi eccezionali il Dipartimento di Giustizia può aprire indagini su dipartimenti di polizia sospettati di violazioni delle leggi federali.

 

il pugno chiuso di donald trump

L'ordine esecutivo di Trump si limita ad annunciare che i finanziamenti di Washington andranno «con priorità» a quei corpi di polizia che osservano «gli standard professionali più elevati al servizio delle loro comunità ». C'è un riferimento alla necessità di vietare negli arresti le prese al collo che possono portare alla morte per strangolamento (come accadde per Floyd, Eric Garner ed altri). C'è la promessa di una banca dati nazionale sui poliziotti violenti, per impedire che un agente licenziato per violazioni in una città trovi lavoro nella polizia di un'altra località.

 

Alle famiglie delle vittime della polizia Trump dice: «I vostri cari non sono morti invano, siamo una sola nazione, viviamo lo stesso cordoglio, guariremo insieme». È attento a calibrare buona parte dei suoi messaggi verso l'opinione pubblica conservatrice e moderata, che teme l'indebolimento della polizia. «In molti casi le forze dell'ordine locali sono sotto-dimensionate, hanno organici e fondi insufficienti. Io mi oppongo agli sforzi radicali e pericolosi per impoverire, smantellare e dissolvere i corpi di polizia. Gli americani sanno la verità: senza sicurezza è la catastrofe».

 

proteste a los angeles 1

Già la settimana scorsa il suo rivale democratico Joe Biden aveva intuito il pericolo, e si era dissociato dallo slogan "de-fund the police". Da qui all'elezione del 3 novembre Trump continuerà a ignorare le differenze tra democratici moderati e slogan dei cortei. È suo interesse incollare Biden all'ala più radicale, quella che teorizza lo smantellamento dei corpi di polizia come unico rimedio alla violenza contro i neri. Anche perché lo slogan "de-fund the police" non viene solo gridato nelle piazze, è stato abbracciato dai sindaci di sinistra a New York e Los Angeles.

 

 

2. USA FONDI ALLA POLIZIA SOLO SE CALA LA VIOLENZA

Anna Guaita per “il Messaggero

 

george floyd

I finanziamenti federali ai dipartimenti di polizia locali saranno legati al raggiungimento di nuovi standard, compreso lo stop del ricorso da parte dei poliziotti alla tecnica dello strangolamento. Donald Trump ha firmato l'ordine esecutivo per una riforma limitata del sistema di polizia. Un atto che potrebbe non calmare le proteste che ancora continuano nel paese dopo la morte dell'afroamericano George Floyd per mano dei poliziotti.

 

DIFFICILE EQUILIBRIO

Quanto sia difficile l'equilibrismo che Donald Trump sta provando sul fronte della legge e dell'ordine è dimostrato dal fatto che ieri mattina ha incontrato sia le famiglie delle vittime della violenza della polizia, sia vari capi di polizia, ma separatamente. Nella giornata dedicata alla firma del decreto presidenziale per la riforma delle forze dell'ordine, Trump ha visto le famiglie per prime, in privato, alla Casa Bianca.

 

proteste a washington

Poi è comparso nel giardino delle Rose, ha fatto un breve discorso, e ha firmato il decreto, circondato dai capi delle polizie di varie città. Come è stato notato da molti commentatori, Trump ha tentato di equilibrare il suo desiderio di essere il «presidente della legge e dell'ordine», come lui stesso si definisce, e il desiderio di conquistare almeno una piccola percentuale del voto degli afro-americani alle elezioni di novembre.

 

riconoscimento facciale amazon polizia americana

Dopo le critiche mossegli per la gestione pesante delle manifestazioni contro la violenza della polizia, Trump ha presentato ieri un decreto che può avere effetti importanti sul comportamento degli agenti, ma di certo non lo avrà velocemente: «La gente vuole legge e ordine. E i poliziotti violenti sono una percentuale minuscola» ha insistito. Al centro del documento c'è la promessa di pagare i finanziamenti federali solo sulla base di riforme nell'addestramento degli agenti, cioé passi che richiederanno mesi se non anni.

 

L'ADDESTRAMENTO

poliziotto con il ginocchio sul collo di un manifestante a seattle 3

Inoltre, è stato notato, il provvedimento non fa neanche cenno al problema del razzismo e al trattamento differente che gli agenti riservano ai sospetti afro-americani. Le riforme consistono invece nell'addestrare gli agenti a limitare il ricorso ai chokehold, la presa a strangolamento, solo ai casi in cui la loro vita sia a rischio. Inoltre stabilisce la creazione di una banca dati nazionale in cui registrare i nomi degli agenti che abbiano manifestato tendenze violente, per impedire che si spostino da una città all'altra. E infine viene richiesto l'obbligo delle pattuglie di portare con sè psicologi o assistenti sociali quando devono rispondere a chiamate che coinvolgano cittadini con problemi mentali o di droga.

 

I TAGLI

È riconosciuto da tutti, effettivamente, che molti dei casi di violenza avvengono proprio perché i poliziotti sono stati incaricati di compiti che in realtà non spetterebbero loro. Per motivi di economia, varie contee hanno tagliato gli uffici di assistenza sociale, scaricandone le responsabilità sugli agenti. Difatti fra le richieste del movimento Blm (Black Lives Matter) compaiono soluzioni non molto diverse, anche se decisamente più drastiche e immediate di quelle che propone il presidente, partendo proprio dalla riduzione dei finanziamenti dei corpi di polizia per stornare i fondi verso nuovi centri sociali e una diffusa assistenza psicologica e scolastica.

polizia di houston

 

Un pacchetto leggi in discussione alla Camera, inoltre, non solo vieterebbe del tutto la presa chokehold (come è già stato fatto in varie città, ad esempio New York) e la vendita ai corpi di polizia di armi pesanti da guerra, ma abolirebbe il provvedimento che protegge i poliziotti dalle cause per danni, la cosiddetta qualified immunity.

 

È opinione dei democratici che se i poliziotti temessero di poter essere citati per danni in un tribunale civile, sarebbero molto più cauti nel ricorrere alla forza. I difensori delle forze dell'ordine invece sostengono che se una simile legge passasse, gli agenti lascerebbero fuggire anche criminali violenti e pericolosi. E per questo, i repubblicani hanno ammonito che se la legge della Camera arrivasse al Senato includendo quella «pillola avvelenata», sarebbe subito bocciata. In altre parole: mentre le manifestazioni continuano, tutti propongono soluzioni, che però non sembrano essere dietro l'angolo.

 

 

auto della polizia mettono sotto i manifestanti

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...