reddito cittadinanza

IL REDDITO DI CITTADINANZA PERDE ALTRI 400 MILIONI (E SLITTA AL 18 GENNAIO?) - LE RISORSE VENGONO REDISTRIBUITE PER INDIRIZZARLE AL RAFFORZAMENTO DELLE PENSIONI DI INABILITÀ AL LAVORO, ALL’INTEGRAZIONE AL REDDITO DELLE FAMIGLIE NUMEROSE E ALLE ASSUNZIONI DI “NAVIGATOR” - E POTREBBE SCIVOLARE ALLA PROSSIMA SETTIMANA IL DECRETO SU REDDITO E QUOTA 100 CHE ERA ATTESO OGGI. ECCO PERCHÉ

 

GOVERNO: PROBABILE SLITTAMENTO REDDITO-PENSIONI AL 18/1

 (ANSA) - Potrebbe slittare a venerdì della prossima settimana il decreto legge su reddito di cittadinanza e "quota 100" sulle pensioni, che era atteso oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. Lo affermano fonti di governo, che spiegano che il 18 gennaio potrebbe essere la prima data utile, anche per una questione di agende.

 

reddito di cittadinanza bancomat

A inizio settimana sarà infatti assente il ministro dell'Economia Giovanni Tria, impegnato a Mosca dal 14 al 16. Il premier Giuseppe Conte volerà in Niger e Ciad il 15 e 16. Mentre Luigi Di Maio sarà a Washington da lunedì a giovedì. Ecco perché fonti dell'esecutivo definiscono "probabile" che il decreto venga varato non prima di venerdì: quello stesso giorno il M5s potrebbe tenere il suo evento di presentazione del provvedimento in un auditorium romano.

 

 

IL REDDITO DI CITTADINANZA PERDE 400 MILIONI. RINVIATO IL DECRETO

Manuela Perrone e Giorgio Pogliotti per www.ilsole24ore.com

 

di maio salvini

Non è ancora chiuso il cantiere del reddito di cittadinanza, finito nel più grande gioco dei veti incrociati – tra immigrazione, nomine e Tav – che sta spaccando il Governo. Ieri sera si è concluso l’esame tecnico della bozza da portare al Consiglio dei ministri della prossima settimana, non più di oggi, dunque. Ma il destino delle misure è rimasto appeso a un summit notturno di chiarimento nella maggioranza, invocato soprattutto dal vicepremier leghista Matteo Salvini, furioso per l’impegno del premier Giuseppe Conte, con la sponda del vicepremier M5S Luigi Di Maio, ad accogliere parte dei migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye.

 

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

Ancora ieri in mattinata, da Varsavia, Salvini minacciava: «Senza fondi per le pensioni di invalidità non voteremo il reddito di cittadinanza. Non è una ripicca, magari c’è stata una distrazione, ma faceva parte dell’accordo». Facendo eco al ministro Lorenzo Fontana, che martedì aveva biasimato l’assenza, nello schema di decreto, di aumenti delle pensioni di inabilità al lavoro e di aiuti adeguati alle famiglie numerose.

 

Ricucire, sanare la frattura, è l’obiettivo di Conte. Per attenuare lo scontro sul reddito i tecnici hanno ragionato su requisiti d’accesso, incompatibilità ed esclusioni. E sulla rimodulazione delle risorse, per indirizzarle proprio al rafforzamento delle pensioni di inabilità al lavoro, all’integrazione al reddito delle famiglie numerose e alle assunzioni di “navigator”. Sul piatto ci sono poco meno di 400 milioni nel quadriennio, 140 nel solo 2019, che si liberano per la riduzione della platea di stranieri beneficiari: la bozza di decreto ha introdotto il criterio della residenza in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi 2 continuativi, contro i 5 anni ipotizzati in precedenza. Ma il tema è anche non far saltare tutto il meccanismo. Da qui le resistenze dei Cinque Stelle a ulteriori ritocchi.

 

L’articolato conferma, comunque, le due componenti del reddito: l’integrazione di 500 euro mensili per un single con Isee pari a zero (l’importo cresce in base al nucleo familiare), in aggiunta a 280 euro di contributo all’affitto (150 euro per chi ha un mutuo). Per la pensione di cittadinanza il sostegno è pari a 630 euro al mese per un componente con oltre 65 anni (882 euro per due componenti) e il contributo all’affitto di 150 euro.

 

DECRETO QUOTA 100 INPS INAIL

La durata del reddito di cittadinanza è di 18 mesi, prorogabili di ulteriori 18: il beneficio è condizionato alla dichiarazione da parte dei componenti maggiorenni della famiglia di immediata disponibilità al lavoro e all’adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento al lavoro (per chi sottoscrive un patto per il lavoro o per la formazione) o all’inclusione sociale (per chi sottoscrive un patto per l’inclusione sociale). Bisognerà registrarsi su una piattaforma digitale, consultarla quotidianamente e controllare ogni settimana se ci sono attività da svolgere. Si dovrà, inoltre, accettare di essere avviato a progetti di formazione o riqualificazione professionale e di partecipare ad attività di pubblica utilità promosse dai comuni.

 

Tutto ciò presuppone centri per l’impiego funzionanti, in grado di prendersi carico della platea di 1,7 milioni di nuclei (4,9 milioni di persone) che potenzialmente beneficia del sussidio. Ma la misura decollerà il 1° aprile, un lasso di tempo che per le Regioni è troppo ravvicinato. Senza considerare i possibili intasamenti per i due terminali dove presentare domanda: Poste e Caf. Non a caso ieri è intervenuta la Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale, che ha chiesto al Governo l’avvio di un confronto sulla programmazione delle attività, ma soprattutto un «adeguato sostegno economico».

 

PENSIONATI IN FUGA DALL ITALIA

I Caf, a cui il testo destina 20 milioni, ricordano che «la convenzione Isee 2019 non è ancora stata stipulata per l’insufficienza di dotazione finanziaria dell’Inps, che disporrebbe di un tetto massimo di spesa di soli 82 milioni, a fronte di un atteso incremento delle dichiarazioni sostitutive uniche, rispetto al 2018, per effetto delle diverse misure adottate nella legge di bilancio».

 

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?