gianni letta di maio berlusconi renzi conte

RIFARE IL LETTA - L'ETERNA GIOVINEZZA DELL’EMINENZA AZZURRINA, TORNATO A ESSERE IL PERNO DELLA POLITICA ITALIANA - C’È LUI DIETRO AL BERLUSCONI "GOVERNATIVO", ABILISSIMO A GIOCARE TRA I DUE NEMICI: CONTE E DI MAIO (E IL BANANA INCASSA LA NOMINA ALL'AGCOM) – ADESSO NESSUN INGRESSO NEL GOVERNO, MEGLIO ASPETTARE LE REGIONALI E L’IMPLOSIONE DI CONTE E DELLA LEGA. A QUEL PUNTO, FUORI CONTE E CON ZAIA AL POSTO DI SALVINI, L’UNICA OPZIONE SARÀ UN GOVERNO DI TUTTI. E DI NESSUNO…

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

conte letta

All'ombra di Silvio Berlusconi, nella chiesa del Biscione, convivono da sempre il «rito ambrosiano» e il «rito romano», dottrinariamente incarnati da Fedele Confalonieri e Gianni Letta.

 

Negli anni è capitato che interpretassero posizioni differenti senza mai spingersi fino al rischio dello scisma. Così ancora oggi dicono messa insieme per il Cavaliere, e nonostante uno si riconosca nel «leghismo d'antan» e l'altro sia rimasto «democristiano», la pensano allo stesso modo su Giuseppe Conte, siccome ritengono che «al momento» non ci siano alternative a questo governo.

confalonieri berlusconi letta

 

Confalonieri lo fa nel solito modo distaccato, e quando avverte che i suoi interlocutori provano a sondarlo oltre, risponde che «ormai io sono un pre-pensionato», sapendo di non essere creduto.

 

Perciò, per distogliere da sé l'attenzione, aggiunge sorridendo: «Chiedete a Gianni. Lui sì che sa le cose. Sta vivendo una seconda giovinezza». Se si parla di politica, la «giovinezza» di Letta non conta un prima e un dopo, ha solo vissuto fasi alterne.

berlusconi letta

 

E in questa fase è tornato a essere il braccio destro di Berlusconi. Persino chi ha osteggiato la sua linea nel partito, come Nicolò Ghedini, gli riconosce che «si sta adoperando in assoluta buona fede e nell'interesse del dottore».

 

È grazie a Letta che il Cavaliere si è riposizionato al centro della scena. È Letta che - esercitando il suo potere negoziale - sta garantendo a Forza Italia un peso politico sproporzionato rispetto agli attuali consensi.

 

C'è Letta dietro il profilo «europeista e responsabile» assunto da Berlusconi, che è valso il riconoscimento pubblico di Romano Prodi e di Carlo De Benedetti, suoi storici avversari.

 

Ed è sempre Letta l'artefice di un cambio di clima persino con Luigi Di Maio, al punto che Matteo Renzi - analizzando la mappa del potere attraverso la lente delle nomine - l'altro ieri commentava: «I grillini si sono messi a difendere gli interessi del Cavaliere, buon per lui».

matteo renzi gianni letta

 

Ma proprio per questa non voluta sovra-esposizione, Letta teme la reazione. Ed è talmente preoccupato, che nei suoi colloqui riservati sottolinea come sia necessario «non suscitare tensioni» con gli alleati del centrodestra.

 

E ovviamente nemmeno con gli avversari di centrosinistra, o come si voglia chiamare la coalizione di governo.

 

giuseppe conte dario franceschini

Perciò nelle ultime ore ha esortato gli esponenti di Forza Italia a non fare polemiche con il ministro della Salute Roberto Speranza sull'emergenza sanitaria, e con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sull'emergenza immigrazione.

 

Il suo obiettivo è evitare in questa fase che gli elefanti entrino nel negozio di cristalleria. Dalla fitta rete di colloqui ha infatti maturato il convincimento che ormai il quadro politico è fragile e la tenuta del governo compromessa.

 

gianni letta luigi di maio

E se «al momento» non esistono alternative, come sostiene anche Confalonieri, è perché questo lasso di tempo potrebbe consumarsi in autunno.

 

«Al momento», come ha scritto Gaetano Quagliariello sull'Occidentale, lo stallo è figlio del «teorema dei due prigionieri»: da una parte il Pd che non apre la crisi perché si sente già nel «semestre bianco» ; dall'altra il centrodestra che vive i sondaggi come un fatto mistico e teme di perdere quei numeri virtuali. Si vedrà se e come sarà superato il blocco.

 

matteo salvini al papeete 2020 1

Un autorevole esponente dem, in confidenza con Letta, spiega comunque che «si sta già lavorando a una soluzione, e nemmeno più sotto traccia: quando la situazione collasserà, emergerà l'alternativa.

 

E dato che non si potrà votare e che Di Maio non accetterà un allargamento della maggioranza a Forza Italia, perché non potrebbe reggerlo, l'unica opzione sarà un governo di tutti. Cioè di nessuno».

 

Nel frattempo è fondamentale che quel «momento» si dilati fino alle Regionali. E proprio in vista del test amministrativo, Forza Italia dà prova di lealtà agli alleati: ieri ha annunciato un testo di legge elettorale maggioritario da presentare insieme agli altri partiti della coalizione, e oggi al Senato non voterà la risoluzione di Emma Bonino favorevole al Mes.

 

matteo salvini silvio berlusconi

In questo modo con una fava prenderà due piccioni: terrà unita l'alleanza di centrodestra e non metterà in difficoltà il centrosinistra. Perché il timing in politica è decisivo. Se Letta (e Confalonieri) dicono che «al momento» non ci sono alternative a Conte, un motivo ci sarà...

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIOniccolo ghedini gianni lettagianni letta e luca lotti

giuseppe conte dario franceschinigianni letta e berlusconi

BERLUSCONI GIANNI LETTA PAOLO ROMANI VISITANO MARCO PANNELLA -4

 

 

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?