renzi zingaretti di maio conte

RIMPASTO SOTTO L’OMBRELLONE - IL PD VUOLE RIMESCOLARE LE CARTE AL GOVERNO: ZINGARETTI POTREBBE PRENDERE IL POSTO DI LAMORGESE COME MINISTRO DEGLI INTERNI, SENZA PERÒ APRIRE FORMALMENTE UNA CRISI - I DEM SPINGONO PER APPROVARE ALMENO IN UN RAMO DEL PARLAMENTO LA LEGGE ELETTORALE PRIMA DEL REFERENDUM DEL 20 SETTEMBRE - MOLTI PARLAMENTARI GRILLINI INIZIANO A INTERROGARSI SUL PROPRIO FUTURO…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Per sapere quanto sia pericoloso il generale agosto per il governo non serve interpellare Matteo Salvini. Basta osservare con quanta cautela il premier Giuseppe Conte sta gestendo le minacciate dimissioni del ministro Vincenzo Spadafora che ha visto impallinata la sua riforma dello sport dai suoi stessi colleghi di partito. Pardon, di Movimento.

 

LA MISSION

Trattare Spadafora come Lorenzo Fioramonti, le cui dimissioni vennero repentinamente accettate dal premier malgrado l'interessato si aspettasse ben altro, rischia di aprire quella slavina che nel Pd ora qualcuno alimenta. Conte, da quando è iniziata a circolare la suggestione di un suo partito, si muove con estrema cautela, ma l'insofferenza dei dem per l'attuale esecutivo è sempre più evidente. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ieri rilanciato con forza l'esigenza di approvare almeno in un ramo del Parlamento la legge elettorale prima del referendum del 20 settembre.

vincenzo spadafora foto di bacco

 

Calendario alla mano la mission è complicata visto che le Camere questa settimana chiudono i battenti per riaprire il 24 agosto e chiudere nuovamente il 13 settembre per la pausa elettorale dovuta alla campagna elettorale per il referendum e le elezioni regionali. In mezzo la Camera ha l'obbligo di convertire il decreto semplificazioni, poi ha il decreto agosto attualmente in gestazione e la legge sull'omofobia.

 

Ovviamente al Nazareno sono consapevoli del timing, ed è per questo che l'ultimatum di Zingaretti suona come un avviso rivolto non tanto a M5S e Iv, quanto allo stesso presidente del Consiglio che quasi un anno fa celebrò la sua seconda ascesa a palazzo Chigi proprio sulla base di un accordo che prevedeva anche il sì del Pd al taglio dei parlamentari e il contemporaneo varo di una mini riforma costituzionale e di una nuova legge elettorale.

nicola zingaretti giuseppe conte

 

Di questa intesa si sono perse le tracce, se non per il voto decisivo che i dem hanno dato alla riforma costituzionale dopo una serie di voti contrari. Uno stallo che spinge molti parlamentari verso il no al referendum, come dimostrano le dichiarazioni di Gori, Nannicini e la minaccia di Orfini. Ed è qui che si colloca la frattura del ministro Spadafora che - anche per i suoi trascorsi nella Margherita di Francesco Rutelli - di quell'intesa tra 5S e Pd un anno fa fu attivo artefice ospitando a casa sua gli incontri tra Di Maio e Zingaretti.

 

Un pontiere di cui è difficile sbarazzarsi in questo momento, soprattutto se Alessandro Di Battista conferma di non amare il ministro e una parte del Movimento difende la riforma dello sport che ha attivamente realizzato insieme all'allora ministro Giancarlo Giorgetti. Ma per i dem, dopo quasi un anno di governo, la misura è colma e alimentata anche dalla difficoltà a rivedere i decreti sicurezza di Salvini.

 

benedetto della vedova foto di bacco

E' per questo che per i dem diventa sempre più complicato sostenere quella «macelleria costituzionale», come la definisce +Europa con Benedetto Della Vedova, fatta con il taglio lineare di un po' di parlamentari. Obiettivo dei dem è quello di costringere Conte a rivedere il patto di governo e magari metter mano alla squadra facendo posto al segretario del Pd che però, per entrare al governo - magari al posto del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese - dovrebbe trovare qualcuno disposto alle dimissioni per evitare una vera e propria crisi di governo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella vede come fumo negli occhi.

 

Ma se le dimissioni di Spadafora potrebbero diventare occasione per un rimpasto, il primo a subirne i contraccolpi sarebbe proprio Conte che a fatica riesce a destreggiarsi in quel magma di parlamentari grillini che iniziano ad interrogarsi con sempre maggiore insistenza sul proprio futuro cercando di «rimanere coerenti con il progetto iniziale» avviato con il governo gialloverde. Compresi i rischi insiti in una crisi di governo che potrebbero ridimensionare la pattuglia ministeriale di Iv, Matteo Renzi ieri sera al Tg1 ha aperto senza credere troppo alla possibilità di trovare rapidamente un'intesa.

RENZI CONTE

 

Anche per Ettore Rosato «le urgenze sono altre» e guardano alle misure che il governo dovrà assumere in vista di settembre. Tra queste non c'è però solo il Recovery plan, ma anche il Mes che i grillini non vogliono e sul quale potrebbe andare ad infrangersi anche quella svolta europeista dell'esecutivo che sinora è l'unico - seppur importante - fiore all'occhiello che i dem ora sfoggiano quando devono spiegare perché sono alleati con i 5S.

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO