sergio mattarella mario draghi matteo salvini enrico letta matteo renzi giuseppe conte silvio berlusconi

L’ARMAGEDDON DELLA POLITICA ITALIANA - CHE SUCCEDERÀ DOPO LA RIELEZIONE DI MATTARELLA? IL CENTRODESTRA NON ESISTE PIÙ: SALVINI, “UOMO-SÒLA AL COMANDO”, POTRÀ ANCHE NON PERDERE LA LEADERSHIP DELLA LEGA, MA FINIRÀ PANATO E FRITTO DALL’ALA MODERATA - NEL MOVIMENTO 5 STELLE ESCONO ALLO SCOPERTO LE TENSIONI TRA CONTE E DI MAIO, E CI SI PREPARA AL DIVORZIO NON CONSENSUALE. ENRICO LETTA È NEL MIRINO PER L’AFFARIE BELLONI - QUANTO POTRÀ DURARE IL GOVERNO CON QUESTA MAGGIORANZA?

meme su sergio mattarella 5

1 - DAGOREPORT - LA CAOTICA FARSA QUIRINALIZIA, CHE STA PER RISOLVERSI CON UN MATTARELLA BIS, È STATA UTILISSIMA: PENSAVAMO CHE I VARI LEADER  FOSSERO TIPINI MEDIOCRI, INVECE ORA SAPPIAMO CHE SONO DELLE AUTENTICHE NULLITÀ CAPACI SOLO DI UNIRE L’INCAPACITÀ ALL’ARROGANZA

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagoreport-caotica-farsa-quirinalizia-che-sta-risolversi-297899.htm

 

matteo salvini e il bis di mattarella meme

2 - COSÌ LA CORSA PER IL QUIRINALE HA FATTO ESPLODERE I PARTITI

Francesco Verderami per il "Corriere della Sera"

 

Dopo la corsa per il Colle vorrebbero subito iniziare la corsa che li porterà alle elezioni. Le forze della maggioranza sono però senza fiato, spossate dalla prova del Quirinale nella quale hanno mostrato - ognuna per la propria quota parte - limiti politici, inadeguatezza di classe dirigente, incapacità a mediare: doti essenziali per riconquistare quel primato che rivendicano.

giuseppe conte matteo salvini meme

 

Ma anziché cercare un nuovo centro di gravità, già si sentono - dalla Lega fino al Pd, passando per M5S e Forza Italia - certe mezze frasi che anticipano voglia di rivincita. È come se invece di risolvere la loro crisi, volessero aggirarla con nuove sfide celoduriste. Ambientate a Palazzo Chigi.

MATTEO SALVINI ENRICO LETTA MEME

 

Parlando del governo, infatti, Salvini ha chiesto il «tagliando», Conte ha evocato l'«agenda», Letta ha indicato i «temi prioritari». «Sarà un anno frizzante», sussurra un membro della segreteria dem. Quasi non fosse accaduto nulla, prevale insomma l'istinto primordiale di rivalsa, sebbene le macerie dei loro partiti e delle loro coalizioni siano davanti ai loro occhi.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

Il centrodestra non esiste più e si vedrà se e in che modo resusciterà. In Forza Italia si vede la faglia di frattura che sta per dividere ciò che resta del mondo berlusconiano da chi prenderà la strada del nuovo centro: «Tanto non sarebbero stati ricandidati», diceva l'altro giorno in Transatlantico un dirigente azzurro indicando il parterre governativo.

 

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

Nel Carroccio si mordono la lingua per non dire che la strategia di Salvini «ci ha portato a perdere il Quirinale, a spaccare la coalizione e a inimicarci il premier, che non è un bonaccione».

 

È vero che a modo suo il leader della Lega ha avuto un ruolo decisivo per la rielezione di Mattarella, perché - rivela una fonte accreditata - «senza un suo pronunciamento, al capo dello Stato non sarebbe bastata la dichiarazione di Berlusconi per accettare di tornare».

matteo salvini silvio berlusconi meme by carli

 

Ma il prezzo politico del fallimento da kingmaker è altissimo e incide nei rapporti di partito: Giorgetti ha atteso che Salvini capitolasse prima di minacciare le sue dimissioni da ministro, così da vendicarsi con il segretario che un paio di settimane fa - in piena trance agonistica - si era proposto come «asso di briscola» per il governo.

 

meloni salvini

Il Capitano non perderà la leadership della Lega ma già oggi non è riconosciuto più come capo della coalizione, perché Forza Italia si è autonomizzata e la Meloni ha annunciato l'Opa sull'alleanza che verrà. Se verrà, perché dipenderà dalla legge elettorale. E in questo senso anche la leader di Fratelli d'Italia rischia di veder sfumare il suo disegno.

sergio mattarella

 

In ogni caso, siccome tutti si giocheranno tutto alle prossime elezioni, si preparano alla competizione usando il governo come terreno di battaglia. Accadrà anche nel centrosinistra, che sta ai materassi.

 

La lotta nel Movimento tra Conte e Di Maio fa supporre un divorzio non consensuale.

D'altronde, se il primo dice che «quello pensa solo alla sua poltrona» e il secondo dice che «quello è pericoloso», non è che ci sia altro da dire.

 

giuseppe conte e luigi di maio

Al Nazareno attendono di vedere come andrà a finire, ma nonostante gli abbracci alla Camera tra «Giuseppi» e Letta il rapporto tra i due si scioglierà: «Bisogna solo dare tempo al tempo», commentava un maggiorente dem mentre osservava la sceneggiata preparata ad uso mediatico. E pure nel Pd tira una certa arietta, «anche se per una volta nessuno di noi ha lasciato le penne sul Quirinale», ride di gusto uno dei capicorrente.

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

Ma già l'affaire Belloni ha segnato il partito: bastava notare ieri la discrasia tra l'affermazione di Letta («il capo del Dis era formalmente compatibile con il ruolo di capo dello Stato») e la dichiarazione di Borghi, esponente della sua segreteria («L'Italia non è l'Egitto»). Tutto poi ruota attorno al tema delle liste elettorali, dove i lettiani pregustano il finale.

 

Se così stanno le cose, a detta di un autorevole ministro dem «la curiosità sarà vedere il clima che si respirerà in Consiglio». Oggi si capirà. Ma siccome in agenda - oltre alla pandemia e al Pnrr - andranno esaminati la riforma del Csm, il dossier sull'energia, il nodo dei trasporti.

 

enrico borghi sergio mattarella

E siccome questa discussione avverrà mentre in Parlamento partirà la bagarre sulla legge elettorale, ben tre rappresentanti del governo fanno la stessa previsione sul futuro dell'esecutivo. «Mica semplice». «Montagne russe». «Navigazione complicata». E uno di loro si spinge a dire: «Arriveremo a ottobre».

 

«Ma nessuno avrà interesse a far saltare il quadro politico. Se non per convinzione, per convenienza», aveva sostenuto Guerini per rassicurare alcuni esponenti di Base riformista: «Magari ci sarà un po' di turbolenza». Ed è a quella «turbolenza» che la Meloni si riferiva ieri, mentre analizzava con un esponente di FdI la situazione di governo. Finché ha esclamato: «Pensa come starà Mario (Draghi, ndr). Mo' se famo du' risate». Aveva in mente Salvini?

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONImatteo salvini e il bis di mattarella meme meme su sergio mattarella 14foto di gruppo del centrodestra presentazione rosa dei nomi per il quirinale foto di gruppo del centrodestra presentazione rosa dei nomi per il quirinale IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPAmeme su sergio mattarella 17meme su sergio mattarella 4meme su sergio mattarella 34meme su sergio mattarella 20giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini renzi quirinale by macondo meloni salvinisalvini melonimeme su sergio mattarella 28

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…