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DAGOREPORT - LA CAOTICA FARSA QUIRINALIZIA, CHE STA PER RISOLVERSI CON UN MATTARELLA BIS, È STATA UTILISSIMA: PENSAVAMO CHE I VARI LEADER  FOSSERO TIPINI MEDIOCRI, INVECE ORA SAPPIAMO CHE SONO DELLE AUTENTICHE NULLITÀ CAPACI SOLO DI UNIRE L’INCAPACITÀ ALL’ARROGANZA - ALLA FINE, TRE DATI LAMPANTI. IL PRIMO È LA SCHIZOFRENIA DA T.S.O. DI SALVINI: MAI UN LEADER SI ERA MOSTRATO TANTO PICCOLO A FRONTE DI UNA PARTITA COSÌ IMPORTANTE - SECONDO: LA MEZZA VITTORIA DI DRAGHI, CHE HA CONGELATO LA SUA AMBIZIONE DI SALIRE AL COLLE FINO AL 2023 E SI INTESTERÀ LUI IN EUROPA LA RICONFERMA DI MATTARELLA. CHE PRIMA DI ACCETTARE IL BIS, HA CHIESTO A DRAGHI GARANZIE DELLA SUA PERMANENZA A PALAZZO CHIGI - TERZO: E' PARTITA LA RESA DEI CONTI TRA CONTE E DI MAIO E TRA SALVINI E GIORGETTI

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BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

A questo punto, il ciccione shakespeariano Falstaff direbbe: “La politica italiana? Un'ignobile farsa”. Da Salvini a Conte, dalla Meloni a Renzi, da Berlusconi a Letta, ecco leader senza leadership capaci solo di unire l’incapacità all’arroganza. La caotica e grottesca farsa quirinalizia, che sta per risolversi con un Mattarella bis, è stata però utilissima: pensavamo che i vari capataz dei partiti fossero tipini mediocri, invece ora sappiamo che sono delle autentiche nullità.

 

SALVINI CASELLATI

Dopo aver inanellato una stronzata dopo l’altra, da Casellati a Belloni, la schizofrenia della king-pippa Salvini è stata ricondotta al sano buon senso e stamattina ha balbettato ai cronisti: "Invece di andare avanti per giorni con veti incrociati, consideriamo se non sia il caso di chiedere a Mattarella 'ripensaci'".

 

mario draghi sergio mattarella

Il Bis della Mummia Sicula è stato auspicato, in primis, dagli applausi e standing ovation degli italiani in ogni manifestazione pubblica del Capo dello Stato. Secondo: “Mattarella, il ritorno” è stata la prima opzione di Enrico Letta, Matteo Renzi e di tutti i tantissimi peones parlamentari timorosi di perdere con il voto anticipato il vitalizio di fine legislatura. Viceversa, apertamente contraria Gigiona Meloni che sogna le urne h24.

 

ELISABETTA BELLONI LUIGI DI MAIO

Invece, l’inesistente Peppiniello Conte ha coperto con il suo sbrodolante bla-bla da leguleio la voglia matta di andare al voto anticipato, di formare con i suoi fedelissimi le liste elettorali, sfanculando così Di Maio e i suoi, i suoi nemici più intimi.

 

Alla Ducetta e alla Pochette con le unghie, si è quindi accodato quella mezzasega di Salvini che, nel conciliabolo con Letta e Conte di ieri, ha detto no alla permanenza di Mattarella, continuando a inanellare una cazzata dopo l’altra, dalla trombatura annunciata della seconda carica dello Stato per finire con la folle candidatura del capo dei servizi segreti – con una Belloni che, in barba al suo status istituzionale, non ha sentito l’opportunità di fare un comunicato all’Ansa per dire a Salvini, Meloni e Conte solo tre parole: “Non sono disponibile”.

salvini giorgetti

 

E qui l’incapacità del Truce del Papeete di fare politica, anche senza l’hangover di alcolici mojitos, è saltata agli occhi di tutti: uno che è sempre stato contrario al voto anticipato non si è minimamente reso conto che una Belloni sul Colle, senza il voto dell’attuale maggioranza di governo, voleva semplicemente dire dimissioni di Draghi, crisi e l’apertura delle urne.

 

SERGIO MATTARELLA MATTEO SALVINI MEME

Alla fine della farsa quirinalizia ci sono tre dati lampanti. Il primo è la schizofrenia da T.S.O. del Capitone, mai un leader si era mostrato tanto piccolo a fronte di una partita così importante. Del resto si è visto, eccome, il ritorno di Luca Morisi.

 

Il secondo è la mezza vittoria di Draghi, che ha congelato la sua prorompente ambizione di salire al Colle fino al 2023. Non è ciò che voleva, ma in fin dei conti si intesterà lui in Europa la riconferma di Mattarella.

 

IL TWEET DI ENRICO LETTA DOPO L'ACCORDO SUL MATTARELLA BIS

Infatti, oggi, nella mezzora di colloquio a margine del giuramento di Filippo Patroni Griffi a giudice della Corte Costituzionale, prima di accettare la richiesta dei partiti di fare il bis, la Mummia Sicula ha chiesto e ottenuto da Draghi garanzie della sua permanenza a Palazzo Chigi.

 

Contemporaneamente, durante la cerimonia di stamattina, Giuliano Amato, nella sua qualità di presidente della Corte Costituzionale, ha sollecitato fortemente il Presidente della Repubblica ad accettare la richiesta dei partiti di restare al Quirinale.

 

Il terzo dato è la guerra aperta tra Conte e Di Maio e la resa dei conti tra Salvini e Giorgetti che si aprirà da qui ai prossimi giorni. Giuseppi ha provato a incastrare Giggino con la candidatura della Belloni, Di Maio gli ha risposto per le rime. Sarà impossibile tornare indietro. Se il M5S sarà liquefatto entro la fine dell’estate, anche la Lega che fa a capo a Giorgetti e ai governatori Zaia, Fontana e Fedriga presenterà il conto dei fallimenti al cazzaro del Papeete.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio

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