conte grillo di maio fico raggi

C’E’ SEMPRE “L’ELEVATO” AL CENTRO DEL VILLAGGIO - LA MOSSA DI PIAZZARE I SUOI FEDELISSIMI DI MAIO, RAGGI E FICO NEL COMITATO DI GARANZIA PERMETTE A BEPPE GRILLO DI AVERE IL PALLINO DEL M5S: IL COMITATO PUO’ SFIDUCIARE IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO (CIOE’ CONTE) - IL COLPO DI CODA DI VIRGINIA RAGGI, CHE HA PRESO PIU’ VOTI DI FICO E DI MAIO: ORA CHE STA PER LASCIARE IL COMUNE DI ROMA, PUO’ DIVENTARE LA PRIMA DONNA DEL GRILLISMO (E DARA’ FILO DA TORCERE AL “NEMICO” CONTE CHE NON LA VOLEVA NEANCHE RICANDIDARE)

1 - CONTE COMMISSARIATO E GRILLO POTRÀ DECIDERE ANCHE LE ESPULSIONI

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

GIANNELLI VIGNETTA CONTE GRILLO

Più che garanti sono dei commissari. Come ai vecchi tempi Beppe Grillo indica la strada e gli attivisti votano come vuole lui. La segreteria politica ancora non c'è, ma il M5s del futuro comincia a prendere forma nel segno della tradizione. I tre componenti del Comitato di garanzia sono Luigi Di Maio, Roberto Fico, Virginia Raggi. Tre figure storiche del grillismo. Supportate da quell'attivismo di base che, secondo i ben informati, Giuseppe Conte vorrebbe smantellare per fare posto a un partito di «fedelissimi» cooptati dalla società civile.

 

Riepiloghiamo i numeri: Raggi è stata la più votata su SkyVote con 22.289 preferenze, a seguire Fico a quota 11.949 e terzo Di Maio a 11.748. Gli iscritti potevano esprimere due preferenze, rispettando l'alternanza di genere. Deludente la partecipazione: i votanti sono stati soltanto 30.073. Il numero degli aventi diritto al voto ancora non è stato comunicato, ma è lecito supporre che la cifra non si discosti dalla platea di potenziali elettori della consultazione sulla leadership di Conte, ovvero 115.130 iscritti certificati.

 

virginia raggi giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (2)

Su Conte avevano votato circa 67mila persone, poche anche allora, tenendo conto dell'importanza dell'appuntamento. Sullo Statuto i votanti erano stati poco meno di 61mila, nella prima votazione sulla nuova piattaforma, sul candidato sindaco di Torino, si è toccato il record negativo di 625 partecipanti.

 

Quanto basta per creare un «caso SkyVote». Ai piani alti del Movimento stanno cominciando a preoccupare i dati dell'affluenza ai voti online. Tanto che si teme che Conte possa cogliere la palla al balzo e ridurre le occasioni in cui consultare la base. Poi ci sono le implicazioni politiche della scelta di Di Maio, Fico e Raggi. Il fatto che Grillo abbia calato gli assi è interpretato dai più nel M5s come un segnale di vitalità dell'area che fa capo al fondatore.

luigi di maio virginia raggi giuseppe conte foto di bacco (2)

 

La spia di un Garante tutt' altro che disposto a mettersi di lato per lasciare spazio alla rifondazione contiana. Innanzitutto si tratta di una sorta di commissariamento del leader perché il Comitato di garanzia, all'unanimità, può sfiduciare il presidente del Movimento, cioè Conte. I maliziosi fanno notare che le piazze più entusiaste e piene durante il tour dell'avvocato sono state a Napoli, terra di Fico e Di Maio.

 

Il capoluogo partenopeo è l'unica città dove i sondaggi sorridono al Movimento, accreditato come primo partito alle prossime elezioni comunali. Al Nord, dove Conte vorrebbe radicarsi, il piatto piange. Secondo due sondaggi pubblicati da La Stampa i Cinque stelle sono al 4,6% a Milano e al 7,4% a Torino, nonostante la sindaca uscente Chiara Appendino, che ha preferito non ricandidarsi per entrare nella segreteria nazionale. Sorprende la dimostrazione di forza della Raggi, che ha doppiato Di Maio e Fico.

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

 

«Un modo per contarsi per chi è ancora vicino a Casaleggio e Di Battista», sibilano dal M5s a proposito del risultato della sindaca di Roma. Il comico mette a segno un altro punto con le modifiche allo Statuto del gruppo alla Camera. Secondo la bozza del testo, visionata dall'AdnKronos, una delle novità è l'inserimento di Grillo tra i soggetti che possono decidere sulle espulsioni. E Davide Crippa, capogruppo a Montecitorio, è molto vicino al Garante.

 

2 - PER RAGGI RILANCIO NEL M5S UNA SPINA PER CONTE CON LA SPONDA DI GRILLO

M.A. per “il Messaggero”

 

fico grillo di maio

Raggi in difficoltà nei sondaggi per la corsa al Campidoglio, ma Virginia uber alles nel voto con cui è stato scelto il Comitato dei garanti M5S. Non hanno votato in tanti - a riprova della disaffezione del base stellata: solo in 30.073 hanno partecipato allo scrutinio elettronico su 115mila aventi diritto, appena 1 su 4 dunque - ma la Raggi ha doppiato sia Fico sia Di Maio nelle preferenze dei militanti: lei 22,289 e loro 11.949 e 11.748. Ecco, se non avrà più la poltrona di sindaco, di sicuro la donna più amata dal popolo stellato è stata mandata a sedersi in uno dei posti di vertice del movimento.

 

grillo conte

E a decidere che così sarebbe dovuto essere è stato Beppe Grillo, il suo vero estimatore. Le ha dato, nel Comitato dei garanti considerato il luogo del contro-potere di Beppe nei confronti di Conte, un paracadute post-Campidoglio. Ma forse anche di più. Se l'ex premier dovesse fallire nella leadership di M5S - e già le Comunali saranno un super-flop che verrà rimproverato a lui che infatti si sente prematuramente «un po' stanco» la Raggi, considerando il piglio politico-personale da combattente e l'ammirazione che suscita tra gli attivisti ma soprattutto presso Grillo che è il suo vero mentore e sostenitore, andrà alla guida del movimento? Non è una domanda peregrina.

Fico Di Maio

 

Anche perché Grillo, silente ma non assente, non nasconde di essere insoddisfatto di Conte o comunque è lontano da lui - guarda caso neppure gli ha fatto i complimenti per l'elezione a presidente 5 stelle - e tra la linea «democristianeggiante» di Giuseppi e la foga identitaria di Virginia predilige la seconda.

 

IL RICAMBIO

E' presto per definire la leadership di Conte come il fallimento di un'illusione, ma è un fatto che inserire la Raggi ai vertici del movimento un significato politico, ben oltre la carica che va a ricoprire, ce l'ha. Ed è appunto quello di valorizzare e assai una figura di spicco del firmamento e della storia grillina e di darle un protagonismo capace forse di rivitalizzare una forza politica in grave crisi e che uscirà con le rossa rotte dal voto del 3 e 4 ottobre.

BEPPE GRILLO VIRGINIA RAGGI

 

Virginia come la post-Giuseppi potrebbe funzionare, se non altro perché tra i due non c'è mai stato grande feeling. Inutile ricordare quanto Conte avesse voluto, fino all'ultimo momento utile, non una ricandidatura di Virginia a sindaco ma un accordo in rossogiallo con i dem per un candidato comune in Campidoglio. E adesso, mentre il primo smania per fare l'endorsement filo-Gualtieri nel caso al ballottaggiol vada lui come dicono i sondaggi, la Raggi probabilmente ne farà volentieri a meno.

 

Alla Camera tra gli stellati - quelli che non vogliono devolvere 2500 euro dei propri emolumenti per finanziare il nuovo partito modello Conte - c'è chi fa notare: «Per resuscitare M5S meglio una donna tosta come Virginia che un moderatone come Conte. Lui vada pure nel Pd che a noi ci pensiamo noi stessi».

 

VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

Qualcuno suggerisce che anche Di Maio, l'unico politico vero da quelle parti, alla fine tra Virginia e Giuseppi potrebbe strategicamente ritenere più utile lei che lui per non diluire il grillismo in un democraticismo modello Nazareno, come se non ci fosse già l'originale. Ma chissà. Oltretutto, la Raggi - che ha nel Dibba il suo primo tifoso e il più convinto nel dire: «Virginia merita un secondo mandato da sindaca» - è la persona giusta per riannodare M5S a tutto quel mondo antagonista che è stato il brodo primordiale degli stellati e a cui sia lei sia Grillo sono ancora legati mentre la pochette di Conte è poco gradita.

 

grillo raggi

GLI AUGURI DELL'EX PREMIER

Intanto l'ex premier ha salutato così la nascita del nuovo Comitato dei garanti: «Auguri a Raggi, Fico e Di Maio». Che però saranno anche quelli che, per statuto, possono sfiduciarlo.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)