matteo salvini mario draghi

SALVINI ABBAIA, RINGHIA, STREPITA MA POI DAVANTI A MARIO DRAGHI ABBASSA LA CRESTA. AL PUNTO DA CONCEDERGLI CARTA BIANCA NELL'AZIONE DI GOVERNO. E' MASOCHISMO IL SUO? E' SUDDITANZA PSICOLOGICA? NO, IL "CAPITONE" HA CAPITO CHE LA CORRENTE GOVERNISTA-DRAGHIANA DI GIORGETTI, SPOSATA DA TUTTI I GOVERNATORI DELLA LEGA DA ZAIA A FEDRIGA, È MAGGIORANZA NEL PARTITO - ORA DEVE RINCULARE E TROTTARE, SPOSTANDO SEMPRE PIU' IN LA' IL CONGRESSO PER LA RESA DEI CONTI…

salvini draghi

Dagonews

Salvini abbaia, ringhia, strepita ma poi - faccia a faccia con Mario Draghi - abbassa la cresta. Al punto da concedergli ampie deleghe, quasi carta bianca, nell'azione di governo. E' masochismo il suo? Una forma sottile di sudditanza psicologica? Affatto. Il "Capitone" ha capito che la corrente governista-draghiana di Giorgetti, sposata da tutti i governatori della Lega da Zaia a Fedriga, è maggioranza nel partito.

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini 1

La base storica del Carroccio, radicata sopra la linea del Po, non vuole più mattane euroscettiche, sbornie da Papeete e ammiccamenti no vax. A Salvini restano i cocci della "Lega del sud", quell'esperimento fiacco che avrebbe dovuto trasformare il partito in un grande contenitore nazionale. Ecco perché il "Capitone" temporeggia sul congresso che Giorgetti e soci vorrebbero entro dicembre e rimanda la resa dei conti alla primavera 2022.

 

SALVINI A DRAGHI, "PACIFICARE".P.CHIGI,DISCUSSO FISCO

Serenella Mattera per ANSA

 

"Dammi una mano a svelenire il clima". Matteo Salvini lo chiede a Mario Draghi, nel secondo dei colloqui settimanali che d'ora in poi vorrebbe avere con il presidente del Consiglio. Lo fa alla vigilia di ballottaggi molto difficili per il centrodestra: indossa i panni della Lega di governo, per domandare al premier di promuovere una "pacificazione", lamentare gli attacchi da sinistra, provare a non rimanere 'schiacciato' dalla piazza antifascista dei sindacati di sabato, alla quale non parteciperà.

SALVINI DRAGHI

 

Draghi, che lunedì è stato in visita alla Cgil e ora ha sul tavolo il dossier dello scioglimento di Forza Nuova, lo ascolta. Ma alla fine Palazzo Chigi riporta l'incontro ai temi dell'agenda di governo: fisco e manovra. Un centrodestra preoccupato, in vista dei ballottaggi di domenica che puntano i fari su Roma e Torino, cerca di compattarsi sotto la bandiera della "pacificazione". Il che in sostanza vuol dire - traduce Salvini nel colloquio con Draghi - "un invito a tenere i toni bassi".

 

Il leader della Lega non chiede - come potrebbe, del resto - al presidente del Consiglio di intercedere per il rinvio della piazza antifascista convocata dai sindacati per sabato a Roma. Non invoca neanche la rimozione del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, criticata con durezza più volte al giorno nelle dichiarazioni sui social. Ma chiede un freno alle "campagne di delegittimazione che nelle ultime settimane sono state particolarmente feroci contro il centrodestra, a partire da Lega e Fratelli d'Italia".

 

SALVINI DRAGHI

Salvini si presenta da Draghi preceduto da una dichiarazione di fuoco: avverte sui rischi di tensioni venerdì, quando partirà l'obbligo del Green pass e su un Paese che rischia di "non andare lontano". "Tirare fuori gli scheletri dal passato non fa bene all'Italia e non fa bene al governo, non c'è rischio di ritorno di fascismo e nazismo", aggiunge. "Ma siccome di alcuni ministri non ho particolare stima né fiducia, ne parlerò con il manager, l'amministratore delegato di questo governo. Puoi avere un genio come premier, ma se la macchina è fuori controllo non vai lontano".

 

MATTEO SALVINI DOPO L'INCONTRO CON MARIO DRAGHI

Da Palazzo Chigi, dopo un'ora di colloquio, viene diramata una stringata nota secondo la quale il premier e il segretario hanno discusso "dei provvedimenti economici di prossima emanazione, con particolare riferimento alla legge di bilancio e al decreto fiscale". Nessun accenno a interventi di "pacificazione" o discussioni sulle richieste leghiste sul Green pass, come quelle di tamponi gratis e di estenderne la validità a 72 ore.

 

Del resto la linea del premier per ora non accenna a cambiare: avanti con l'obbligo e con le regole fissate, che prevedono solo prezzi calmierati per i tamponi. In sintesi, corregge la sua narrazione in serata Salvini, dal palco di un comizio a Latina, "non abbiamo parlato di Hitler o Stalin, ma di lavoro, di pensioni": un nuovo rinvio delle cartelle, il taglio delle bollette, il "no all'aumento delle tasse" (ancora una volta, Draghi ripete che non ne ha alcuna intenzione) e il no al "ritorno della legge Fornero".

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

Di fondo, più una richiesta di "aiuto" in un "momento delicato" ("Draghi ha capito", dice), che una minaccia di ribaltare il tavolo. E mentre anche Vasco Rossi definisce "divisivi" i leader del centrodestra, Giorgia Meloni torna a lamentare un "killeraggio": un tentativo, sostiene, di dipingere gli esponenti della destra italiana come "mostri". Per non farsi schiacciare sulla piazza violenta, Salvini si rivolge a Draghi, Meloni attacca Lamorgese.

 

Ma resta il no del centrodestra alla proposta Pd di un tavolo comune sulle mozioni (troppo "di parte", dice il leghista) per chiedere lo scioglimento di Forza nuova. Enrico Letta fa sapere che sabato sarà in piazza San Giovanni con i sindacati, non con bandiere di partito ma "con il tricolore che ci unisce, con la nostra Costituzione che ripudia il fascismo e che chiede che venga impedito la ricostituzione di qualsiasi movimento neo fascista". La pacificazione, affermano al Nazareno, deriva dalla Costituzione. Gli attacchi a Lamorgese sono "diversivi" e "tentativi di distrarre il dibattito pubblico dalle difficoltà della destra, le divisioni e gli insuccessi elettorali".

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTImatteo salvini e giancarlo giorgetti 8

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."