DA SAVIANO A SANDRO BONDI - LA MONDADORI METTE ALLA PORTA LO STORICO EDITOR ANDREA CANE E PARTE UNA NUOVA GUERRA CON GLI AUTORI “DE SINISTRA” – A SEGRATE IL POTERE È ORMAI SALDAMENTE NELLE MANI DELLA CAUDILLA MARINA BERLUSCONI (IN USCITA I LIBRI DI ALFANO E SACCONI) - NON C’È PIÙ SPAZIO NON SOLO PER SUPERMANAGER COMPETENTI E CARISMATICI ALLA FERRARI, MA NEANCHE PER I SUOI FIGLIOCCI ALTRETTANTO COMPETENTI COME TURCHETTA…

1 - DA SAVIANO A SANDRO BONDI
Da Milano Franz Brambilla Perego per Dagospia

Dovete sapere che sul lago dei cigni di Segrate, sede della più importante casa editrice italiana, tale Mondadori (Arnoldo Mondadori Editore spa) ha regnato per oltre un decennio il vero princeps della patria editoria, il Professore, al secolo Gianarturo Ferrari.

Professore perché effettivamente era stato professore universitario di storia della scienza, poi entrato in editoria dalla porta nobile della Boringhieri (editore di cultura scientifica senza uguali); approdato negli anni '80 alla Mondadori, era rapidamente arrivato alla carica di direttore editoriale.

Un breve passaggio alla Rizzoli insieme con il suo compagno di banco Marco Polillo (attuale presidente dell'Associazione editori italiani e neo-romanziere) poi il ritorno al lago dei cigni dove, ai tempi del regno di Franz Tatò, il professore prende il largo, cioè assume tutto il potere sull'ampio regno dei libri dopo che Polillo invece contro Tatò si sfracella.

Non si muoveva cigno sul laghetto che il professore non volesse. Tutto questo fino a due anni fa, quando per il grintoso marine (anzi, comandante in capo dei Marines, come dice l'aspetto fisico) dell'editoria arriva l'ora fatale della pensione.

Di solito si fanno ponti d'oro ai manager pensionati: se sono ancora nel pieno delle forze fisiche e intellettuali - come è il caso del nostro Gianarturo - restano con sontuosi contratti di consulenza, che alle aziende costano meno dato che non vanno più pagati i contributi pensionistici. Invece il Professore viene invitato a lasciare la finestra con vista laghetto; destinazione un tristissino incarico ministeriale - procurato dall'allora ministro Sandro Bondi - come presidente del costituendo centro per la promozione del libro; una cosa da far venire l'orticaria dopo due minuti a uno iperattivo come il Gianarturo.

Per farne uno ce ne vollero due, la sua carica venne sdoppiata tra Riccardo Cavallero e Antonio Baravalle (recentemente passato al vertice della Lavazza), mentre la responsabilità del brand Mondadori veniva affidata al delfino di Ferrari, Massimo Turchetta (ex Feltrinelli, ex capo della saggistica Mondadori).

In questo periodo esplode il Libro dei Libri, cioè Gomorra di Saviano, fortemente voluto da Turchetta con l'appoggio di Ferrari (che pure politicamente è mollto vicino al Cavaliere). Comincia a serpeggiare l'inquietudine degli autori "di sinistra", esplosa con la famosa lettera aperta del teologo Vito Mancuso. Ma gli altri autori "di sinistra" restano: a Segrate ci stano bene, dicono, i manager sono ottimi profesionisti, le scelte sono fatte unicamente seguendo criteri editoriali e di mercato, e il mercato è il mercato, la politica resta fuori.

Ma dentro il palazzo di vetro progettato dal mitico architetto Niemayer evidentemente il clima non è più quello dei primi anni duemila. Il potere è ormai saldamente nelle mani della caudilla Marina Berlusconi, amministrato dal fedele a.d. Maurizio Costa. Non c'è più spazio non solo per supermanager competenti e carismatici alla Ferrari, ma neanche per i suoi figliocci altrettanto competenti anche se meno appariscenti come Turchetta.

E quindi meno di un anno fa Turchetta se ne va, passando dal Milan all'Inter, cioè dalla Mondadori alla Rizzoli, con la carica di direttore divisione libri trade. Restano ancora alcuni pilastri della generazione-Ferrari, come il direttore della saggistica Andrea Cane. Grande cultura, senso del mercato, stimato da tutti, autori, collaboratori, venditori, dipendenti.

Due giorni fa viene licenziato. Al suo posto sembra che arrivi, udite udite, un tizio che nella vita ha fatto tra le altre cose il sindaco di Fivizzano e il ministro della Cultura, tale Sandro Bondi. E adesso, cari autori "di sinistra" che-vi-trovate-tanto-bene-alla-Mondadori-perché-c'è-grande-professionalità, adesso che salta la motivazione per la quale siete rimasti attaccati ai ricchi rendiconti vendite di Segrate, che farete? Scalfari, che fai, resti?


2 - "VIA UN NOME STORICO, BONDI CONSULENTE: È UNA DERIVA"
Lettera degli autori pubblicata da "la Repubblica"
Da Repubblica

Caro Direttore, apprendiamo con molto dispiacere e sconcerto della brusca estromissione di Andrea Cane dalla casa editrice Mondadori. Tutti noi conosciamo Cane da anni e ne apprezziamo le qualità professionali, intellettuali e umane. In un venticinquennio di lavoro intelligente e appassionato, egli ha dato un contributo essenziale alla formazione del più vasto e ricco catalogo editoriale italiano curando i singoli volumi in uno scambio fruttuoso con gli autori come solo cultura, esperienza e gusto consentono. Il suo nome è legato soprattutto al settore della saggistica.

Dalla fine degli anni ´80, Cane ha acquisito e pubblicato con successo molti tra i più grandi autori internazionali. Storici come (citiamo tra i tanti) Simon Schama, Francois Furet, Richard Davis Hanson, Elaine Pagels, Hugh Thomas, Niall Ferguson, Walter Isaacson (esperto di Einstein, di cui uscirà in novembre la biografia autorizzata di Steve Jobs). Giornalisti e commentatori come Thomas Friedman. Scienziati come Stephen Hawking, Richard Dawkins Steven Pinker, V. S. Ramachandran.

Grazie alla sua lunga esperienza all´estero (ha insegnato per cinque anni all´università di Cambridge), Cane si è guadagnato l´amicizia personale di molti suoi autori come il sociologo Jeremy Rifkin, il matematico John Barrow e il premio Nobel per l´economia Amartya Sen.

Tra gli italiani, oltre a noi che firmiamo questa lettera, Cane ha pubblicato i più importanti divulgatori storici (Antonio Spinosa, Arrigo Petacco, Giordano Bruno Guerri, Mimmo Franzinelli, Gianni Oliva) e autori (citiamo ancora alla rinfusa) come: Piergiorgio Odifreddi, Massimo Franco, Aldo Cazzullo, Umberto Veronesi, Flavio Caroli, Mario Giordano, Cinzia Tani, Marcello Veneziani, Luca Ricolfi.

Con una breve e fortunata incursione nella narrativa, qualche anno fa Cane ha portato in Mondadori l´ancora sconosciuto Niccolò Ammaniti, il già affermato Andrea Camilleri, e l´esordiente Alessandro Barbero, vincitore del premio Strega 1996. E´ per noi motivo di grande stupore che la Mondadori abbia pensato di fare a meno della sua collaborazione. Stupore che si tinge di profonda inquietudine, alla notizia che la casa editrice avrebbe di recente arruolato come consulente per la saggistica l´ex-ministro Sandro Bondi.

Senza dare valutazioni sulla persona, non vorremmo leggere nella combinazione di questi eventi i sintomi di una deriva che non sarebbe certo all´altezza delle tradizioni di una casa editrice della rilevanza (e della storia) di Mondadori.

Corrado Augias, Stefano Bartezzaghi, Pasquale Chessa, Pietro Citati, Roberto Cotroneo, Lorenza Foschini, Carlo Fruttero, Vito Mancuso, Michela Marzano, Mario Pirani, Giovanni Sartori, Tiziano Sclavi, Marco Vigevani, Vittorio Zucconi.

 

kli 43 andrea cane di mondadoriSAVIANO AL PALASHARP DI MILANOENRICO BONDI MAURIZIO SACCONI GIANARTURO FERRARI brt24 massimo turchetta sergio valzaniaMAURIZIO COSTA MONDADORI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...