1. SENZANI, PER LA PRIMA VOLTA, ACCETTA DI PARLARE DELL'OMICIDIO DI ROBERTO PECI 2. “NON CI SONO MISTERI NELLA STORIA DELLE BR. DELL'ESECUZIONE ESISTE SOLO UN'IMMAGINE POLAROID ED ERA FINALIZZATA A FAR CONOSCERE LA CONCLUSIONE DEL SEQUESTRO. C'È, PRECEDENTE, IL FILMATO DELL'INTERROGATORIO. IL RESTO È INVENZIONE” 3. “QUEL SEQUESTRO E QUELL'ESECUZIONE NON ERANO ISPIRATI ALLA VENDETTA, BENSÌ ALLA VOLONTÀ DI FAR EMERGERE I LATI OSCURI DI UNA VICENDA COMPLESSA LEGATA ALL'ARRESTO DI PATRIZIO PECI, ALLA MORTE DEI QUATTRO COMPAGNI DI VIA FRACCHIA A GENOVA" 4. ‘’IL MILIARDO ABBONDANTE DEL RISCATTO DI CIRO CIRILLO? "UNA SPECIE DI 'PEDAGGIO'"

Vincenzo Tessandori per Il Caffè- http://www.caffe.ch/stories/cultura/44167_la_mia_verit_sullomocidio_di_peci/

Terrorista uno lo rimane per sempre, un marchio indelebile. Giovanni Senzani, che fu criminologo, poi brigatista, ora pure attore, questo lo sa bene e subito chiarisce che "per scelta mia e di organizzazione non ho mai accettato di parlare con un giornalista o di rispondere agli interrogatori". Lo fa per la prima volta con il Caffè, all'indomani della proiezione di "Sangue" al Festival di Locarno e delle polemiche che si è trascinato dietro.

Perché "non licet" che un ex brigatista, un terrorista, racconti "quegli anni" sconvolgenti. "Alla base di questa contestazione - sostiene- credo ci sia la decisione di seppellire la nostra storia e di non voler parlare seriamente di quel periodo, negandoci ogni identità politica". Non si vuole la verità, dice: "Se ne cerca sempre un'altra, nascosta, segreta. Eppure, non ci sono misteri nella storia delle Br, nota e raccontata in migliaia di pagine".

Identica affermazione la fece Prospero Gallinari che fu fra i sequestratori di Aldo Moro. Difficile accettarla senza dimenticare che le bierre non hanno dato risposte a innumerevoli interrogativi. Ma i veri misteri, non soltanto secondo Senzani, "sono altri, legati alle bombe e alle stragi fasciste mai chiarite e nella cui ombra tutti noi siamo vissuti. E viviamo".

Quell'ipotesi di rivoluzione fu un tragico fiasco. Le Br sbagliarono come movimento di massa e come avanguardia rivoluzionaria. "Quella storia è finita da tempo e in questo senso è giusto parlare di un fallimento- afferma-. Ma per un giudizio storico si deve cercar di capire quello che è successo, le cause e il contesto. Vero, i brigatisti militanti, e ciò vale per ogni esperienza guerrigliera, erano un numero esiguo, ma dentro un contesto di relazioni sociali e politiche più ampio, per questo l'area in cui si potevano muovere e che si legava alle lotte operaie e proletarie e anche al vissuto e al dibattito sulla Resistenza, era assai più estesa e articolata della loro consistenza".

Lasciarsi tutto alle spalle, secondo Senzani, non equivale a "pentirsi": "Ciò di cui si parla è stato solo un mercanteggiare per ricavare qualcosa, un vendere per ottenere. Il 'pentimento', quello vero, è una categoria che ha a che fare con la propria coscienza e fede. E merita rispetto".

In quel tutto che lui si è lasciato alle spalle, tre fatti appaiono più sconvolgenti di altri: il rapimento e l'assassinio di Roberto Peci, fratello di Patrizio, primo grande "pentito" Br, e la regìa 'cinematografica' dell'uccisione. "Nessuna regìa - precisa-. Dell'esecuzione esiste solo un'immagine polaroid ed era finalizzata a far conoscere la conclusione del sequestro. C'è, precedente, il filmato dell'interrogatorio. Il resto è invenzione. Con le Br sono responsabile, e condannato, per quel sequestro e quell'esecuzione. Ma la nostra iniziativa non era ispirata alla vendetta, bensì alla volontà di far emergere i lati oscuri di una vicenda complessa legata all'arresto di Patrizio Peci, alla morte dei quattro compagni di via Fracchia a Genova, ai ruoli dalle persone coinvolte nella vicenda".

Ma di tutto questo ora rimane solo la memoria di un assassinio a sangue freddo. "La morte, qualsiasi morte - dice - è sempre crudele e feroce, quella di Roberto Peci è stata ed è sofferenza e dolore per tutti i suoi parenti, in modo particolare per una figlia che non l'ha mai conosciuto. Il mio rammarico non può cambiare la realtà. Nella guerriglia era prevista anche la morte da entrambe le parti, ma l'atto di dare la morte è qualcosa che resterà sempre dentro di noi".

A lungo si è favoleggiato di un Senzani arruolato dai servizi segreti. "Appunto, una favola! La prova - afferma - è nel fatto che ho vissuto 5 anni di isolamento continuato dall'arresto, 17 anni di carceri speciali, e che i giudici mi hanno concesso la semilibertà trasferendomi dal carcere speciale di Trani, dove ero anche in isolamento diurno come pena accessoria dell'ergastolo, alla sezione dei semiliberi del carcere di Firenze: non è un percorso incongruo rispetto al mio molto ipotetico ruolo di uomo dei servizi?"

Ciro Cirillo, democristiano, assessore regionale della Campania ai lavori pubblici, venne rapito il 27 aprile 1981 e liberato 89 giorni più tardi: il negoziato Dc-camorra per il rilascio fu una pagina vergognosa per lo Stato. Ma, precisa Senzani: "Non è mai esistita una trattativa tra le Br e la Dc e tantomeno tramite la camorra. Noi Br, ed io in particolare, come persona coinvolta nella 'campagna Cirillo', eravamo estranei alla cosa, né siamo mai stati inseriti in processi legati alla camorra".

Il prigioniero sarebbe comunque tornato libero, assicura, "per i risultati politici e sociali raggiunti dalla 'campagna' ai tempi del terremoto".
E il miliardo abbondante del riscatto? "Una specie di 'pedaggio'".

 

SENZANIPATRIZIO PECIROBERTO PECI SENZANI ROBERTO PECI Roberto Peci in mano alle BRSENZANI E PIPPO DELBONOGiovanni SenzaniROBERTO PECI ROBERTO PECI Patrizio Peci

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)