1. LO “TSUNAMI” GRILLINO SPAZZA ANCHE LA GRAN BRETAGNA: I “GRILLINI INGLESI” DEL PARTITO DEGLI EUROSCETTICI CAPITANATI DA NIGEL FARAGE VINCONO LE ELEZIONI LOCALI 2. ALLE AMMINISTRATIVE E' UNO “SHOCKWAVE” DEL PARTITO EUROSCETTICO E INDIPENDENTISTA DELL’UKIP: LI VOTA UN ELETTORE SU QUATTRO (COSA SUCCEDERA’ ALLE POLITICHE?) 3. NIGEL FARAGE È FAMOSO PER I SUOI ANATEMI E BORDATE. GLI ALTRI POLITICI, IN TESTA CAMERON, GLI DAVANO DEL PAGLIACCIO E ADESSO PIANGONO: VI RICORDA QUALCUNO?

1 - LO "TSUNAMI" DELL'ANTIPOLITICA ARRIVA ANCHE A LONDRA

DAGOREPORT

Dal "Daily Mail"
http://bit.ly/18hsKIM

Anche loro sono euroscettici. Anche loro si definiscono "persone normali" e vengono definiti "pagliacci". Anche loro, alle ultime elezioni, hanno ottenuto un risultato impressionante, conquistando un sacco di seggi e lasciando i partiti tradizionali a bocca aperta e con le mani fra i capelli. L'unica differenza, è che loro sono pure indipendentisti e un po' xenofobi.

"Loro" sono i grillini britannici, i militanti dell'Ukip, e il loro capo, il Beppe Grillo di Albione, si chiama Nigel Farage. A guardare i risultati delle elezioni locali (seppure parziali, perché lo spoglio è ancora in corso), sembrerebbe quasi di assistere a un replay delle nostre politiche: i Laburisti in vantaggio, incalzati dall'Ukip; poi i Tory e, più sotto, i Lib Dem.

Stesso schema visto a Roma, solo in un Paese davvero molto diverso dall'Italia. Se lo tsunami dell'antipolitica sta travolgendo anche la nazione più politicamente avveduta del continente, verrebbe quasi da pensare che l'Europa sia quasi agli sgoccioli.

Nigel Farage, mentre il premier conservatore David Cameron e gli altri tremano, come riporta il "Daily Mail", si gode la vittoria festeggiando e brindando con una bella birra. Un rutto li seppellirà?


2 - BOOM DEGLI EUROSCETTICI A LONDRA: LI VOTA UNO SU QUATTRO ALLE AMMINISTRATIVE
Leonardo Maisano per "Il Sole 24 Ore.com"

Si fa presto a dire voto di protesta, quella che sta prendendo forma in Gran Bretagna promette di essere una rivoluzione capace di cambiare la geografia politica di un Paese da sempre regolato dalla legge del pendolo. Sul bipartitismo Tory-Labour si sta abbattendo oggi, come mai prima d'ora, lo United kingdom independence party, formazione eurofoba con intonazioni xenofobe.

È in corso lo spoglio del voto amministrativo su un largo campione di autorità locali e consigli di contea e lo Ukip veleggia verso il 26% del consenso su base nazionale. Difficile dire se terrà fino al termine dello scrutinio, ma comunque vada è il più grande successo del partito di Nigel Farage in elezioni politiche nazionali o amministrative.

E per converso si profila la più scottante sconfita per i Tory: lo spostamento del supporto dai conservatori all'Ukip è infatti evidente. Se ne è avuta provata certa nelle elezioni suppletive di South Shields che questa mattina hanno assegnato, come largamente previsto, a un laburista il seggio lasciato da David Miliband. Secondo partito s'è attestato lo Ukip con un quarto dei voti espressi.

A decretare il successo crescente del partito di Nigel Farage è la politica fermamente antieuropeista dello Ukip, estremamente popolare grazie alla crisi dell'eurozona. È anche, se non solo, per replicare alla spinta radicale dello Ukip che David Cameron ha imboccato la via di un deciso euroscetticismo con l'annuncio di un prossimo referendum di adesione all'Ue. Mossa che sperava potesse essere risolutiva, ma che a quanto pare non cessa di drenare il consenso al partito di governo.


3 - GRAN BRETAGNA, AL VOTO AMMINISTRATIVO BOOM DEGLI INDIPENDENTISTI
Giovanna Faggionato per "Lettera43.it"

Gli euroscettici dilagano in Gran Bretagna. Il voto per le elezioni regionali inglesi del 2 maggio si è trasformato in un avvertimento per la politica nazionale e per il continente. Il partito per l'Indipendenza del Regno Unito (United kingdom indipendence party, Ukip) ha guadagnato in media il 26% dei consensi e si candida a diventare la terza forza del Paese.

Nel voto c'erano in ballo 2.300 seggi, il controllo di 35 enti locali e anche l'elezione di un parlamentare nel collegio elettorale di South Shields, lasciato vacante dal dimissionario David Miliband, fratello di Ed, segretario dei labouristi. Per il leader dello Ukip, Nigel Farage, i risultati hanno superato le più rosee aspettative: alla vigilia aveva previsto tra il 15 e il 20% dei consensi.

LIBDEM: MENO 100 SEGGI. A farne le spese sono stati soprattutto i Lib Dem, gli alleati europeisti del premier David Cameron, usciti dal voto letteralmente annichiliti.
Ma l'appeal del partito anti sistema minaccia anche i conservatori - che hanno perso due contee - e preoccupa anche la sinistra finora in ascesa.

Nel Lincolnshire, i Tories hanno perso il controllo del consiglio, mentre lo Ukip ha guadagnato16 seggi. E anche nella cittadina tradizionalmente rossa di South shields, il partito per l'indipendenza del Regno Unito ha incassato il 24% dei voti.

«Cambieremo la politica inglese», ha annunciato trionfante Farage, sfoggiando uno dei suoi più beffardi sorrisi. Gli indipendentisti non solo ora puntano alle elezioni europee del 2014, ma guardano anche al voto nazionale del 2015.

Il risultato dello Ukip è il migliore mai raggiunto da un partito fino a quel momento quarto nelle preferenze dalla Seconda guerra mondiale in poi. Fondato nel 1993, come reazione al trattato di Maastricht e alla nascita dell'euro, lo Ukip ha guadagnato consensi sulla scia della crisi dell'Eurozona e delle sciagurate politiche di austerity messe in campo per arginarla dalla Commissione. Tanto da riuscire a portare a Strasburgo, nel 2009, 13 deputati.

L'EUROPA DELLA LIBERTÀ. Farage, numero uno della formazione, spregiudicato ex agente di brokeraggio 49enne, è vicepresidente dell'«Europa della Libertà e della Democrazia», lo stesso gruppo in cui siedono gli eurodeputati della Lega Nord, i «Veri Finlandesi», i nazionalisti slovacchi e gli integralisti ultracattolici polacchi e Magdi Allam con il suo movimento «Amo l'Italia». Tutti uniti contro l'oligarchia europea e «il gruppo di persone sconosciute che governa il continente», come la definiscono gli indipendentisti inglesi sempre pronti a dare spettacolo.

Nel 2010, durante il dibattito sulla crisi irlandese, l'eurodeputato dello Ukip Godfrey Bloom ha dato del fascista al socialista Martin Shulz e lo ha salutato con un «Ein Volk, ein Reich, ein Führer» (Un Popolo, un reich, un Fürher) guadagnandosi la cacciata dall'aula tra le proteste e e gli occhi sbigottiti degli studenti in visita.

«ROMPUY, MA LEI CHI È?». Lo stesso Farage non va per il sottile. Memorabile l'attacco al presidente del Consiglio Ue Herman Von Rompuy: «Ma lei chi cavolo è? Chi la conosce? Chi l'ha votata? Lei è un silenzioso killer che sta ammazzando la democrazia in Europa».

Nell'ultima seduta sulla crisi di Cipro ha ribadito il concetto, dando al commissario europeo Olli Rehn del «criminale comune».

 

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