VENEZIA AFFONDA (E IL GOVERNO PURE) – DOPO LA COLLISIONE DELLA GIUDECCA PER CUI SONO INDAGATI IL PILOTA E IL COMANDANTE DELLA MSC, LEGA E M5S SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE PURE SULLE GRANDI NAVI - L’ESECUTIVO HA GIÀ STRACCIATO IL PIANO DEL 2017 DI DIROTTARE I ‘BESTIONI DEL MARE’ VERSO PORTO MARGHERA, TONINELLI: “ABBIAMO TRE IPOTESI”. LA REPLICA GELIDA DI SALVINI: SI MUOVA… - VIDEO

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Dino Martirano per il “Corriere della sera”

venezia incidente tra una nave da crociera e un battello i turisti cercano di scappare venezia incidente tra una nave da crociera e un battello i turisti cercano di scappare

 

Crociera della Msc annullata (con biglietti comunque rimborsati), in un mare di polemiche: con la Lega e il M5S che ora litigano anche sui progetti degli approdi alternativi per le grandi navi, fuori o dentro la laguna di Venezia. Dopo la collisione nel Canale della Giudecca - tra una nave da 65 mila tonnellate e un battello fluviale: 4 feriti, inchiesta aperta, indagati il pilota e il comandante della Msc - il governo si è preso tutto giugno per decidere.

 

E di sicuro l' esecutivo ha già stracciato il «piano» del 2017 di dirottare i «bestioni del mare» verso porto Marghera, utilizzando il canale dei petroli. Rimesso nel cassetto anche il progetto di fare avvicinare le navi al terminal veneziano attraverso il canale Vittorio Emanuele (parallelo al ponte della Libertà) che comunque andrebbe dragato.

 

venezia incidente tra una nave da crociera e un battello 3 venezia incidente tra una nave da crociera e un battello 3

Il ministro Danilo Toninelli (Infrastrutture) ha in mente tre ipotesi: Chioggia (appena dentro la laguna), con rafforzamento delle banchine esistenti; San Nicolò (fuori una delle bocche di porto che danno accesso alla laguna), con la creazione di una banchina artificiale; Malamocco (più o meno con le stesse caratteristiche di San Nicolò).

 

matteo salvini matteo salvini

«La terza appare remota, ma entro giugno il Mit deciderà se adottare la prima o la seconda opzione», fanno sapere dallo staff di Toninelli. Però, aggiungono le fonti ministeriali, «è allo studio, per una fase transitoria, anche un graduale contingentamento della grandi navi da fare entrare in laguna». Con quale criterio? Per ora non è dato saperlo. A meno che non ci si affidi a un tetto di tonnellaggio che poi è implicito anche nel «super vincolo» posto a ottobre 2018 dal ministro grillino Alberto Bonisoli (Beni culturali) sui grandi canali veneziani, contro il quale già sono partiti i ricorsi al Tar (Comune e Autorità portuale).

 

danilo toninelli a di martedi 2 danilo toninelli a di martedi 2

Il vicepremier Matteo Salvini ha suonato la sveglia al collega Toninelli: «C' è un progetto per le navi... Bene, si faccia e subito». Così a stretto giro di posta il ministro 5 Stelle ha poi replicato al Tg Veneto di Rai3: «Non esiste e non è mai esistito un progetto Marghera... e questo significa che il sottoscritto e il mio ministero non ha bloccato nulla».

 

Eppure osserva Nicola Pellicani del Pd, che chiede al ministro di riferire in aula, «Toninelli in un anno non ha deciso nulla: l' ultimo Comitatone (governo, comune, regione, autorità portuale, ndr ) è stato convocato il 7 novembre 2017 da Delrio individuando la soluzione condivisa» del terminal di Marghera.

venezia incidente tra una nave da crociera e un battello 2 venezia incidente tra una nave da crociera e un battello 2

 

Ma i 5 Stelle ricordano che quel Comitatone terminò con una verbalizzazione senza produrre un atto di indirizzo.

Marco Marin (Forza Italia) rilancia «il progetto Brugnaro che utilizza il canale dei Petroli e il canale Vittorio Emanuele». Altri ricordano che l' unico progetto con la Valutazione di impatto ambientale superata è quello della Duferco a Bocca di Lido. Ieri, c' è stato un vertice interlocutorio al Mit al quale ha partecipato Pino Musolino (presidente del Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico) e, in videoconferenza, l' ammiraglio Pietro Pellizzari della Capitaneria di Porto: «Analisi in corso, decide il ministro», è il succo della riunione. E Luigi Zanda (Pd), già presidente del Consorzio Mose, chiede: «Chissà se Toninelli ha fatto un' analisi costi-benefici: tra il rischio di distruggere il patrimonio di Venezia e la possibilità di guadagno degli armatori».

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