INTER-ICARDI, LA TELENOVELA FINIRÀ DAVVERO IN TRIBUNALE? ECCO COSA DICONO I REGOLAMENTI – SECONDO MOLTI AVVOCATI CHE L’HANNO CONTATTATA WANDA PUÒ CHIEDERE LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO. MA LA SOCIETÀ NERAZZURRA SI È CAUTELATA: MAURO PARTECIPA AGLI ALLENAMENTI. E VALUTANDO UN ALTRO ELEMENTO REGOLAMENTARE, PREVISTO DALLA FIFA…

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Stefano Agresti per corriere.it

 

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Finora è stata una guerra di nervi e – a meno di improvvise e inattese svolte – sarà così fino a lunedì. Poi, se il mercato si chiuderà senza novità sostanziali, quella tra l’Inter e Icardi potrebbe diventare una battaglia legale. Perché la domanda che molti si pongono, attorno e all’interno della vicenda, è questa: può il club nerazzurro continuare a lasciare fuori l’argentino senza rischiare alcuna rivalsa da parte sua? Può, dunque, farlo allenare e poi evitare sistematicamente di convocarlo, benché dal punto di vista fisico non abbia problemi e non opponga alcun rifiuto alla possibilità di giocare, ma anzi sia pronto a scendere in campo?

 

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L’Inter, ovviamente, ha affrontato la questione con i suoi legali nel momento stesso in cui ha deciso di intraprendere questa strada. E, carte alla mano, si è cautelata in ogni modo affinché Icardi non abbia la possibilità di pretendere alcunché, a cominciare dalla risoluzione del contratto (in scadenza nel 2021) per giusta causa. Innanzitutto lo ha convocato per il ritiro, come impone l’articolo 7 del contratto collettivo dei calciatori in base al quale un giocatore «ha diritto di partecipare alla preparazione precampionato con la prima squadra».

 

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E poi lo ha fatto allenare con il gruppo. L’esclusione dalle sedute tattiche, secondo la valutazione degli avvocati del club, rientra nelle facoltà dell’allenatore: un’interpretazione generalmente condivisa dagli esperti di diritto sportivo e calcistico. L’Inter presta molta attenzione a tutti i comportamenti e a tutte le scelte riguardino Icardi: non si vuole cadere in alcun errore. Perciò si sta valutando un altro elemento regolamentare, stavolta previsto dalla Fifa.

 

Si fa riferimento all’articolo 15 sullo status e sul trasferimento dei calciatori, riservato ai soli giocatori «affermati» (e non c’è dubbio che l’argentino lo sia). Ebbene, secondo questa norma, i professionisti possono risolvere il contratto se non vengono impiegati almeno nel dieci per cento delle partite ufficiali disputate dalla squadra di appartenenza. Perciò, se l’Inter gioca – ipotizziamo – cinquanta gare, Icardi deve prendere parte (non come titolare) ad almeno cinque di queste. Altrimenti può chiedere la rescissione entro 15 giorni dall’ultimo incontro ufficiale. E l’Inter sta già pensando, ovviamente, a come evitare che possa ricorrere, schierandolo magari in pochi irrilevanti spezzoni di partita.

 

antonio conte marotta antonio conte marotta

Nel dicembre del 2009 una situazione a cui molti fanno riferimento in questi giorni, verificatasi alla Lazio, consentì all’Inter di ingaggiare a costo zero un calciatore che sarebbe stato poi titolare negli ultimi sei mesi nell’Inter del «triplete», Pandev, il quale vinse la battaglia legale con Lotito e ottenne lo svincolo dalla Lazio: il giocatore però in quella vicenda era costretto ad allenarsi da solo, l’opposto di quanto succede a Icardi. Anche partendo da quella situazione, che la vide fortunata protagonista, la società nerazzurra fa in modo di non concedere a Icardi alcun appiglio. Sebbene molti legali stiano contattando Wanda Nara per proporsi come coloro che possono liberare Maurito attraverso la legge.

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