gennaro gattuso

MA LA “CURA GATTUSO” A NAPOLI QUANDO DÀ I PRIMI RISULTATI? - È QUASI UN ANNO CHE L’ALLENATORE RIPETE LA RETORICA DEL COLTELLO TRA I DENTI, DEL “VELENO” E DELL’ATTEGGIAMENTO DELLA SQUADRA: I RISULTATI SONO GLI STESSI. MA NON AVEVA RIMESSO A POSTO LO SPOGLIATOIO A GENNAIO? FINORA GLI AZZURRI HANNO SBAGLIATO TUTTE LE PARTITE CHIAVE, GIOCANDO IN CASA: AZ ALKMAAR, SASSUOLO E MILAN...

Mario Piccirillo per www.ilnapolista.it

 

È un anno che Gattuso ci ripete che il responsabile è lui. Ci ha quasi convinto

gattuso

Non l’avessimo sperimentata già per quasi un anno, ci verrebbe da dire che a Gattuso servirebbe la Cura Gattuso. Ma entreremmo in un loop di cause ed effetti, tipo l’uovo nato prima della gallina che l’ha deposto. La sensazione di dejavu, però, è straniante. Il tecnico del Napoli – descritto per cliché come “infuriato”, “che non le manda a dire”, “che non ha peli sulla lingua”, l’uomo che mica perde tempo a indicare la luna, lui la luna se la magna – è dal 18 gennaio 2020 che ripete in fotocopia sempre le stesse cose. Napoli-Fiorentina 0-2. Tra un po’ festeggiamo un anno di conferenze stampa incazzate, senza per altro avere la percezione dell’effetto shock ormai disinnescato dalla ripetitività.

 

All’epoca – si era un un altro mondo, la gente poteva esultare abbracciata allo stadio – Ibrahimovic era ancora libero sul mercato, e Gattuso doveva sanare i mali del Napoli riordinando lo spogliatoio dell’ammutinamento. Parlava, allora, come un sergente di ferro, e la critica annuiva affascinata: così si fa. Dilla tutta, Gennaro. Prendili a calci questi viziatelli!

gattuso

 

Ora siamo a novembre, e il dibattito nazionale infuria sulla “salvezza del Natale”. Il mondo – il mondo! – è cambiato, ma il Napoli no. E non lo diciamo noi del Napolista, che siamo un po’ stronzi e Ancelottiani, no. Lo dice lui. In un copincolla quasi imbarazzante delle stesse arringhe ascoltate a gennaio. Il giochetto è facile, lo proponiamo come un divertissement:

 

“Il primo responsabile sono io: sembrava che ci fossimo incontrati stamattina per la prima volta e questo non va bene”.

(gennaio)

 

“Sono io il responsabile. La guido io la squadra, le scelte le faccio io”

(ieri)

GATTUSO SEPE DE LAURENTIIS

 

“Ho visto una squadra senz’anima. Sembra che ci siamo incontrati stamattina, ci siamo messi la maglia e siamo scesi in campo. Così non si può continuare, abbiamo toccato il fondo (gennaio)

 

“Ci dobbiamo assumere delle responsabilità di giocare più seriamente. Bisogna stare sul pezzo”

(ieri)

 

“Vorrei vedere del veleno in corpo, gli occhi della tigre. Dobbiamo giocare col coltello tra i denti”

(gennaio)

 

RINO GATTUSO ALEX MAGGI

“Ci manca di arrivare alle partite con l’occhio diverso. Vedo atteggiamenti che non mi piacciono. Ci manca la mentalità”

(ieri)

 

“Questa è una squadra che deve cominciare a dirsi le cose in faccia. Ho giocato per anni con gente che mi stava antipatica, ma in campo davo tutto”

(gennaio)

 

“Tante volte vogliamo fare i professorini. Ho visto atteggiamenti che non mi piacciono in cui ci siamo messi a discutere con l’arbitro e a fare questioni facendo i maestri”.

(ieri)

gattuso foto mezzelani gmt

 

La descrizione di un attimo, l’attimo che a gennaio la stampa raccontò come fuggente coi toni epici della svolta, era quella del “confronto acceso”, del “faccia a faccia” chiesto dal gruppo. Il Corriere dello Sport, ne parlò come del punto “da cui iniziò la rinascita”.

 

Di cosa parliamo ancora, allora? Il calco delle espressioni è lo stesso, adatto ad una crisi che però fino alla doppietta di Ibrahimovic non sapevamo di avere. Dopo 11 mesi c’eravamo convinti che Gattuso avesse, come usa dire, “compattato” l’ambiente. L’utilizzo sapiente del bastone e della carota, come chiedeva Insigne. Il trasformismo tattico al servizio dei giocatori. Ce lo siamo ripetuti come un mantra, fino ad ipnotizzarci come le galline di Giucas Casella. Sì, noi siamo le galline.

 

Nel frattempo la classifica regalava numeri diversi, spesso stagnanti, sicuramente molto diversi dalla narrazione di contorno. Non ha aiutato lo 0-3 a tavolino che da queste parti abbiamo letto – tutti – come un tesoretto di punti abbastanza scontati. Ci ha distratto, gonfiando una bolla che ci è scoppiata in faccia due volte, in casa: la prima col Sassuolo, la seconda col Milan.

 

gattuso

Gattuso ha ripreso in mano il copione ormai consunto e ha ricominciato da dove aveva messo l’orecchietta: gli occhi della tigre, lo stare sul pezzo, il coltello tra i denti. “Il responsabile sono io” come artificio retorico funziona all’inizio come collante del gruppo, ma se lo ripeti per quasi un anno, poi alla fine uno comincia a crederci.

 

E ad interrogarsi: chi sono i professorini? Per Gattuso è l’accusa più pesante: gli snob che s’atteggiano a prime donne mentre le prendono di qua e di là, sono il nemico che regge l’architettura di tutto il suo pensiero. Grinta, sudore, ambizione, sacrificio senza il maestrino che non s’impegna hanno meno senso. Ed ecco quindi che tornano nell’analisi del post-match, incombenti. Con chi ce l’ha, Gattuso? È un plurale maiestatis, o ha qualcuno in mente? Mertens? Mario Rui? Fabian Ruiz? Chi?

 

GATTUSO ANCELOTTI

All’ennesima replica del discorso motivazionale, forse sarebbe il caso di fare un passo in avanti, non indietro. A questo punto del campionato, un anno fa, il Napoli aveva due punti in più classifica. Era quarto e non sesto. Ed era alla vigilia dell’ammutinamento. A gennaio, dopo Napoli-Fiorentina 0-2, la presa retorica della responsabilità poteva avere un senso. A novembre no, suona scaduta.

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”