derby roma lazio

NIENTE BOTTE, MEGLIO UNA BOTTA (DE COCA) - IL DERBY DI ROMA (TRA I TIFOSI GIALLOROSSI) RACCONTATO DAL CORSERA: COCAINA, BAGARINI E TRUCCHI PER ENTRARE GRATIS - "PRIMA SI PIPPA E CI SI FANNO LE CANNE GIÙ AL TEVERE, SOPRA, DAVANTI AI BAR, SI TRACANNA BIRRA DA BICCHIERONI DI PLASTICA. POI TUTTI IN CURVA SUD - LE SPINTARELLE AI TORNELLI: QUALCUNO CE LA FA, ALTRI NO. IL GIORNALISTA IL BIGLIETTO LO HA PAGATO 250 EURO SU UNA DELLE PIATTAFORME DEL SECONDARY TICKETING (IL VECCHIO BAGARINAGGIO)…"

Gianni Santucci per il Corriere della Sera

 

Nessuno ha intenzione di fare a botte. Ma si scende al fiume « pe' fasse 'na botta ».

 

derby roma lazio

(Pillola di romanesco: «farsi una botta», tirare una riga di cocaina).

 

Un tizio urla all'amico che s' attarda: « Ahoooo ». Mano destra in alto, mano sinistra ad accarezzarsi la narice. Sorrisone. Non serve il fumetto per interpretare l'invito. Alle sue spalle, dietro un'auto grigia, quattro ragazzi accalcati intorno a un motorino. Hanno girato lo specchietto verso l'alto. Ne hanno ricavato un piano d'appoggio. Uno acchitta le righe (sminuzza e dispone la sostanza), con una tessera da supermercato. Poi, a turno, come un balletto, tutt' e quattro si chinano sullo specchietto. Si rialzano su con uno scatto. Si strofinano rapidi il naso.

Nessuno ha il raffreddore.

 

derby roma lazio

Domenica scorsa, 6 novembre, giorno di derby romano; ore 14.20, quasi quattro ore all'inizio della partita, sponda romanista. Popolo di curva Sud. Preparazione al match. Lungotevere maresciallo Diaz è una distesa d'asfalto larga come una piazza d'armi e già militarizzata. Una dozzina di camionette della polizia, due mezzi spara-acqua, quattro jeep, otto cavalli con poliziotti cavalieri. È l'unico punto di possibile contatto con i laziali che sciamano da Tor di Quinto verso la curva Nord. Da una parte, verso lo stadio, gli uffici del Comitato olimpico, viale del Foro italico, l'obelisco Mussolini. Dall'altra, verso il Tevere, i bar ritrovo dei romanisti. Sono qualche centinaio. Ne arrivano sempre più. «Ciao ci ». Aumentano. « Abbello ». Si radunano. « Oh frate' ». Si trovano. « Anvedi chi cce sta ». Molti vanno giù, a pippare tra i bambù.

 

By the river

 

Dietro i bar c'è una scarpata. Una scaletta di ferro con 25 gradini conduce in via Capoprati: più bassa e riparata (si fa per dire) rispetto al lungotevere stracolmo di polizia; una pista ciclabile, l'asfalto, una fitta corona di vegetazione (fogliame e canne di bambù, appunto). Al di là delle piante scorre l'acqua del fiume. Sopra, davanti ai bar, si tracanna birra da bicchieroni di plastica. Sulla scaletta è un processione.

pista ciclabile

 

I quattro del motorino risalgono. Uno rolla subito una canna. L'accende. La passa all'amico in maglietta nera con scritta gialla sulla schiena: «Quando la rabbia diventa azione/Ultras Roma Casal Bertone» (quartiere tra il cimitero del Verano e il Collatino). Il terzo rifiuta di fumare: « Lascia perde', io botta e canna nun je la faccio più ». Due metri più in là, un uomo sulla cinquantina scende da uno scooter. Si sta togliendo il casco. Un amico lo invita giù. Risposta: « Aspetta, nun ce l'ho, c'è ito l'amichetto mio a pjalla » (prenderla). Davanti ai bar ormai è folla fitta. Qualche fumogeno. Alle 14.55 tre ragazzini scendono a farsi la botta ; altri quattro pippano là vicino, appena nascosti tra le piante.

 

Due che non hanno neanche voglia di scendere, il pezzo (sassolino di cocaina) se lo scambiano sulla scaletta. Il primo, occhiali Ray-Ban neri a goccia, si ri-infila la bustina di cellophane azzurro nelle mutande, sotto i testicoli: là dove non arriverà mai alcuna mano in caso di perquisizione (l'hashish negli stadi entra da sempre così).

Esplodono due petardoni.

Urla di olé . Risate. « Dajeee ».

 

COCAINA

Non si scompone chi sta intento a urinare all'ombra dei bambù: la birra alimenta fiotti giallastri sempre più consistenti che luccicano al sole.

Partono i cori: «Noi odiamo la Lazio, noi odiamo la Lazio. Uccidiamoli». Il canto sulla mamma del laziale che intreccia pratiche sodomite e sesso orale non serve ripeterlo, perché a Roma lo conoscono pure i bambini. Alle 16 (cancelli dello stadio aperti), giù al fiume si continua a pippare sugli gli schermi degli iPhone. Unica differenza da prima: ormai nessuna remora. Si pippa en plein air , in mezzo alla strada, inondati dalla meravigliosa luce del sole calante su Roma, che resta struggente qualsiasi spettacolo umano scenda ad accarezzare.

 

Cattivissimi Domanda: cosa ha a che fare questo consumo di cocaina indegno e smodato con il calcio? È uno specifico delle vituperate curve? Risposta onesta: no. Chi pippa prima della partita, pippa anche prima della discoteca, della serata, dell'uscita con gli amici. La droga arriva allo stadio perché inonda le città. E così anche per le derive d'estrema destra. Sui marmi ingrigiti del Foro italico campeggiano ancora centinaia di manifesti che commemorano il recente centenario della marcia su Roma. Niente a che fare col derby. È la città.

 

cocaina

Solo un po' più visibile, più concentrata qua all'Olimpico: dove s' addensano tutti questi ragazzini che al posto di giallo e rosso sfoggiano sempre più nero nelle felpe e nei giubbotti. Che fondano piccoli clan come «Rnp», ovvero «Roma non perdona» (emblema: un teschio con bavaglio giallorosso). Che s' atteggiano tutti a «sono cattivissimo». E che si mescolano ai quaranta/cinquantenni con gli abiti lisciati, le barbe lunghe, i cappelli da pescatore sulle facce abbronzate di chi porta storie di strada incavate nelle prime rughe, look e modi da vecchia borghesia romana nera e spietata.

Stanno vicini, lupi e lupetti.

 

A godersi il brivido da branco del famo paura : che è uguale in tutta Italia, ma a Roma si impasta con un caput mundi da accatto, uno spruzzo di mistica imperial/fascista, un pomposo ricorso al latino (sulle maglie dei «Boys», che hanno appena compiuto 50 anni, sta scritto «ab aeterno»).

L'aggressività galleggia, ma non esplode neppure verso l'intrepido imbecille che alle 16.30 passa da solo accanto a questa massa e urla: « Ammerde! », poi scappa verso la curva laziale, incespica, cade, si rialza e viene infine preso in consegna dalla Digos.

Tempo di entrare allo stadio. Cancelli 18 e 19. L'ingresso è una tonnara. Caos utile a qualcuno. Perché c'è ancora gente che prova a entrare senza biglietto.

Spintarelle Ressa asfissiante. Urla. Per soli due ingressi, una dozzina di steward, altrettanti poliziotti, sei agenti della digos. Buttarsi in due nel tornello è la norma.

Vecchio andazzo delle spintarelle . Roba da anni Ottanta.

Non debellata da biglietti nominali e leggi sulla sicurezza.

 

Quando passano in due, vanno fermati per un ri-controllo.

 

roma vs lazio foto mezzelani gmt244

Il flusso s' intasa. La rabbia monta. Bilancio su soli 25 minuti (16.50-17.15:) trentasette persone buttate fuori (perché senza biglietto, o con tagliandi o abbonamenti di altri settori) e sei «saette», ragazzi che nel caos riescono a intrufolarsi e schizzano da centometristi verso lo stadio, dove sarà poi impossibile trovarli (chi scappa è dato per perso, impensabile rincorrere).

 

Si sale. Due rampe di scale. Sbocco sui gradoni. Veduta del campo. Sguardo intorno. La curva Sud. Tredicimila persone, al 97-98 per cento uomini, migliaia di sciarpe e magliette della Roma, centinaia di bandiere; tanti bambini e bambine, tra cui una di tre anni che resterà per tutta la partita in braccio al padre: e la domanda più insulsa sarebbe chiedersi se la curva è un posto (solo) di gente che pippa, fuma e entra senza biglietto. La risposta sale dall'energia di questa catasta di esseri umani che urla, sorride, sbraita, inveisce, fischia, canta. Condivide emozioni: e ingloba il male di fuori che si ritrova vicino allo stadio senza averci nulla, ma proprio nulla a che spartire.

roma vs lazio mezzelani gmt216

 

PS. Il ricorso a una pratica irrituale c'è stato anche per realizzare questo servizio. Lo stadio era sold out. Il biglietto «introvabile» l'abbiamo recuperato il 31 ottobre su viagogo.com, società svizzera, piattaforma mondiale del secondary ticketing. Il vecchio bagarinaggio. Settore 18 AD, fila 55. Costo: 247,93 euro (30,68 di commissioni e 6,75 di Iva), oltre cinque volte il prezzo nominale, 45 euro. Chi lucra sulla rivendita andrebbe perseguito: ma sguscia regolarmente via, come i ragazzi che sgattaiolano ai tornelli. PS bis. Alla coreografia della curva laziale, la Sud ha risposto con un insistito: «Sembra Napoli». I cori antisemiti degli ultrà biancocelesti a fine partita, dall'altra parte dello stadio, non si sono sentiti.

roma lazio

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...