I PANTANI DI GIANNI MURA - “DOPO LA SUA SQUALIFICA PENSAI DI LASCIARE ‘REPUBBLICA’ E IL MIO LAVORO. PUOI AVERE I TUOI SOSPETTI SU QUALCUNO, MA SENZA PROVETTE O INTERCETTAZIONI, È PULITO”

Malcom Pagani e Andrea Scanzi per "il Fatto Quotidiano"

Con il menisco evaporato: "È a pezzi, strano per uno che dallo sport è stato lontano" e le sigarette razionate: "Ormai, a un passo dalla crisi d'astinenza, prediligo solo quelle più importanti: al cesso, dopo il caffè, alla fine del pasto" Gianni Mura non ha mai venduto fumo. Non firma appelli e rifiuta da sempre di iscriversi al Partito. A 68 anni, non ha cambiato idea: "Vorrei chiamarmi fuori dai due schieramenti che dalla morte di Pantani si danno battaglia con immutabili argomentazioni che non mi appartengono".

Ce le espone?

Chi urla: ‘Cazzo, ancora ce la menate con questo drogato' e chi risponde: ‘Lo hanno imbrogliato, era un angelo caduto dal cielo, vittima di un complotto cosmico'. Pantani aveva una grandissima umanità. Se lo sono dimenticati tutti.

Non i tifosi.

Pantani ha vinto una quarantina di corse, quante Merckx in una sola stagione. Ma sapeva accendere la fantasia come pochissimi altri. Durante il tour del '98 l'Italia si bloccò. Le vecchiette in estasi, la gente accalcata al bar come negli anni 50. Se ancora, in quei sacrari verticali che sono le salite, la gente mette cartelli per ricordarlo significa che l'eco delle emozioni non si è spenta. Nei suoi confronti c'è una gratitudine che va oltre il rimpianto e la Pietas. È un riconoscimento costante, silenzioso, non appariscente.

Perché secondo lei?

Non conta solo vincere. Conta soprattutto come lo si fa. E Pantani, rispetto al suo microcosmo, era un alieno. Nel parlare e nella pedalata. Se lo osservi, manifesta un'inesausta stanchezza. Una sofferenza nutrita da pochi sorrisi e nessuna ombra di felicità, neanche sul traguardo. Non ho mai trovato ciclisti che per rilassarsi ascoltassero Charlie Parker, né scalatori che come lui dicessero: "Vado forte in salita per abbreviare la mia agonia". Pantani era di quella pasta. E comunque, come lui non ne vediamo più.

Lei lo aveva soprannominato Fossile.

O Pantadattilo. Un cardellino di 56 chili in mezzo alle aquile che portava fieramente pizzetto e baffi non diversamente dai primi ciclisti dei tempi eroici alla Petit-Breton. Entusiasmava perché scuoteva dalle fondamenta uno sport di ragionieri o, per essere più precisi, di grandi passisti che andavano forte a cronometro e in salita si limitavano a controllare. Pantani in salita tirava colpi pazzeschi. Non calcolava. Che gli andasse bene o male, giocava d'istinto. Dava retta a pochissime persone. Non distingueva gli amici veri da quelli falsi. Un vizio che alla lunga lo ha progressivamente avvicinato alla fossa.

A chi avrebbe dovuto dar retta?

A chi cercava di riportarlo in pista perché gli voleva bene e capiva che senza bici, Pantani era mutilato. C'era chi gli riempiva le notti di coca e donne a pagamento per scroccargli denaro o stordirlo. La sua fine, tristissima e molto dolorosa, tecnicamente è un suicidio lungo 5 anni. Con tentativi di riemersione e nuovi inabissamenti. Ed è soprattutto una storia di profonda e straziante solitudine. Se avesse avuto vicino uno come Luciano Pezzi, l'ex comandante partigiano che era stato con Gimondi e che a Marco fece firmare un contratto mentre era in stampelle parlando in romagnolo stretto, Pantani forse sarebbe ancora qui.

La avvertirono a pranzo.

Ero con mia moglie, in ferie, senza computer. Mi chiamò un collega quasi omonimo, Aligi Pontani: "È morto Pantani". Io di getto: "Che cazzo dici? Inventatene un'altra". Poi dettai a braccio. Un quarto d'ora. L'articolo meno scritto della mia vita.

Lei su Pantani ha scritto molto.

Anche se a lui è legato il momento più difficile del mio percorso, non ritiro una virgola. Dopo Madonna di Campiglio, quando venne trovato con l'ematocrito impazzito, venni investito dalle lettere. Il senso era: ‘E adesso, dopo averci aiutati a innamorarci di lui, come la mettiamo con la sua squalifica?'. Mi mandarono in crisi. In questo sempre più sputtanato mio mestiere, il rapporto di fiducia con il lettore è tutto. . Avremmo dovuto disporre di provette e intercettazioni. Non le avevamo. Puoi andare a 200 all'ora in autostrada, ma se il Tutor non ti becca sei pulito.

Cosa è cambiato in 10 anni?

L'unica cosa nuova è che l'ultima disperata invocazione di Pantani: ‘Leggi uguali per tutti', è stata inascoltata. Per qualcuno, un nome a caso Armstrong, si faceva un'eccezione. Per tenergli un bell'ombrello aperto sulla testa si scomodava L'Uci, L'unione ciclistica internazionale. Non Fracazzo da Velletri.

 

 

GIANNI MURA MARCO PANTANI MARCO PANTANI A MADONNA DI CAMPIGLIO CON I CARABINIERI DOPO LA SQUALIFICA AL GIRO DEL MARCO PANTANI pantani marco 001LA TOMBA DI MARCO PANTANI pantani fontanapantani tifosipantani marco 003pantani funerali corsera001

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...