IL "CALCIO ALL'ITALIANO" S'È INCEPPATO - LA FIORENTINA FATICA IN CAMPIONATO CON SOLO 2 VITTORIE E 7 GOL SEGNATI (JOVIC NON RIESCE A BUTTARLA DENTRO NEANCHE CON LE MANI) - OSANNATO PER I RISULTATI OTTENUTI CON LO SPEZIA, VINCENZO ITALIANO, DA QUANDO È ARRIVATO A FIRENZE NON HA STUPITO - IL NAPOLISTA: "LE IMBARCATE CHE LE DIFESE DI ITALIANO SUBISCONO DI TANTO IN TANTO RISCHIANO DI DIVENTARE UN MARCHIO DI FABBRICA. FIORENTINA-LAZIO 0-4 NON È EPISODIO INSOLITO. È UNO SCHEMA. ITALIANO È UN SERIAL KILLER DELLA TENUTA, DELLA CONTINENZA…"

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VINCENZO ITALIANO VINCENZO ITALIANO

Mario Piccirillo per www.ilnapolista.it

 

Vincenzo Italiano è una grande occasione sprecata di brand naming. Ce l’aveva scritto nel cognome – italiano – il suo destino di tecnico, e invece no: che sono questi cliché, io avrò il “mio calcio” e non avrò altro calcio all’infuori del mio. L’allenatore della Fiorentina è vittima dell’ultimo comandamento del pallone, il più solipsistico e – in buona sostanza – scemo: la tirannia della tattica ideologica.

 

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Ma attenzione: Italiano tutto questo non lo sa, perché nessuno (o molto pochi e temerari), si prende la briga di rinfacciarglielo. Perché Italiano è “un innovatore”, “il nuovo che avanza”, “un De Zerbi con altri mezzi”. Un osannato. Di quelli che puoi sfoggiare a cena con gli amici per dimostrare, lavagnetta alla mano, che la tattica non è una cosa da boomer nostalgici di Mazzone, mentre gli altri, gli amici, annegheranno l’angoscia della conversazione del vino.

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Italiano è un aggettivo possessivo: lo Spezia era “lo Spezia di Italiano”, la Fiorentina è “la Fiorentina di Italiano”. Funziona per moltissimi allenatori, è un vezzo retorico, ma per lui di più. Perché il gioco è “suo”, più di quello degli altri. Non sarebbe un male, in termini assoluti, se non dovesse poi pagare dazio a quella passatista regola dello sport che impone di provare a vincere, o non perdere, nei limiti del possibile contrastare l’avversario. L’avversario? cos’è un… avversario?

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Ieri la Fiorentina ha preso quattro gol dalla Lazio. E vabbé, succede. “Risultato bugiardissimo”, ha commentato Italiano sbattendo i piedi a terra. Ma è la seconda sconfitta di fila in campionato, la quarta in nove partite. Ne ha pareggiate altre tre, ne ha vinte solo due. Ha preso anche uno 0-3 in Conference League dal Basaksehir, nel frattempo. Insomma, s’è sgonfiata la Fiorentina ma nell’afflosciamento s’è perduta la paternità tecnica: ora non è più “la Fiorentina di Italiano”?

 

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Da queste parti, poi, Italiano è un trauma. La Fiorentina ad aprile affondò il colpo al Maradona, 3-2, spegnendo di fatto il sogno scudetto. Ce lo trasciniamo ancora: lo 0-0 di agosto, alla terza giornata, è stato forse l’unico momento di vera incertezza dello sfavillante inizio di stagione del Napoli. In città è quasi tormentone: “La Fiorentina solo a noi rompe le scatole” (ma non fa tanto testo, il vittimista tifoso napoletano dice lo stesso di ogni contendente che non si lascia battere).

 

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Facciamo un passo indietro: sabato 8 maggio 2021. Spezia-Napoli 1-4. Segnarono Lozano, due volte Osimhen e Zielinski. Quel giorno Vincenzo Italiano, che il giornalismo feticista degli schemi già esaltava come “genio”, affronta Osimhen con una difesa altissima, quasi aderente alla linea di centrocampo. Cosa poteva mai andare storto?

 

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Quella partita è il ritratto dell’ambizione masochistica. Non è che piazzare quattro difensori larghissimi lasciando 50 metri di campo vergine al più distruttivo contropiedista della Serie A fa di te un novello Arrigo Sacchi, anzi. Certo, dopo, con calma, potrai andare a rivenderti l’audacia e la sfrontatezza al mercato dell’opinionismo tv. E’ un’economia parallela, quella, che dà da mangiare a un sacco di gente.

 

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Per reverse branding, sono le imbarcate che le difese di Italiano subiscono di tanto in tanto che rischiano di diventare un marchio di fabbrica. L’anno scorso (da alcuni definito come “l’anno della consacrazione”) la Fiorentina ha subito 3 gol dalla Roma, tre dall’Inter, tre dal Milan (però battuto 4-3), due dal Bologna (battuto 3-2), due dal Sassuolo, quattro dall’Udinese, quattro dal Torino, tre dalla Lazio, quattro dalla Sampdoria.

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Fiorentina-Lazio 0-4, dunque, non è episodio insolito. È uno schema. Un “pattern” direbbero gli impallinati di investigazione forense. Italiano è un serial killer della tenuta, della continenza, del “nostro” calcio. È sempre stato lì, sotto gli occhi di tutti. Salutava sempre, peraltro.

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