SIETE MATTINIERI? MALE! – OLTRE A MAL DI TESTA, RAFFREDDORE E MALUMORE, PER I RICERCATORI DELL'IMPERIAL COLLEGE DI LONDRA C'E' UNA CONNESSIONE TRA SVEGLIARSI PRESTO E UNA PREDISPOSIZIONE GENETICA ALL'ALZHEIMER – NON SOLO: GIÀ IN PASSATO ERA STATO ANALIZZATO UN AUMENTO NEL NOSTRO ORGANISMO DEL CORTISOLO, L'ORMONE DELLO STRESS CHE...

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Francesco Malfetano per "Il Messaggero"

 

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Mal di testa, raffreddore e malumore. Ma anche malattie cardiache o soprattutto Alzheimer. Negli ultimi anni la scienza appare sempre più compatta nell'affermare che alzarsi all'alba ogni mattina faccia male. Non solo allo spirito, come sostengono gli abitudinari della sveglia dopo le 9.30, ma soprattutto al fisico. L'ultima ricerca a segnare un punto a favore di «cinici e codardi» che «non si svegliano all'aurora», come Guccini etichettò i meno mattinieri qualche anno fa, arriva direttamente da oltre Manica.

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I ricercatori dell'Imperial College di Londra infatti, dopo aver studiato le abitudini di più di mezzo milione di persone nel tentativo di dimostrare come la demenza fosse collegata ad un sonno disturbato e alla depressione, hanno invece stabilito una connessione tra la sveglia all'alba e una predisposizione genetica all'Alzheimer.

 

I FATTORI DI RISCHIO A testimoniarlo uno studio pubblicato sull'autorevole rivista Neurology dal medico Abbas Dehghan che, utilizzando una tecnica chiamata randomizzazione mendeliana in cui varianti genetiche note vengono collegate ad un potenziale fattore di rischio (come l'insonnia appunto) ha scoperto una relazione con la malattia neurodegenerativa. In pratica, si ha una probabilità maggiore di essere affetti dalla patologia se per anni ci si è svegliati molto presto.

 

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Una complicazione da non sottovalutare dato che, sui quasi 500.000 britannici protagonisti della ricerca, solo il 9% si è descritto come persona serale, abituata a tirare tardi e non puntare la sveglia all'alba, mentre ben il 27% del campione si è identificato come mattiniero. Ciò vuol dire che, rapportando i risultati a tutti i sudditi di sua Maestà, circa 5,8 milioni di persone hanno una probabilità più alta di stare male perché dormono poco. In realtà a giocare a sfavore delle allodole - come lo studio ha classificato i mattinieri contrapponendoli ai gufi - ci sono già numerose altre ricerche scientifiche. Il tema sembra appassionare soprattutto i britannici, tant' è che se n'è occupata anche la Westminster University.

 

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Nel 2018 infatti, la ricercatrice Angela Clow si è inserita nell'eterna lotta tra amanti della luce e delle tenebre provando che svegliarsi prima delle 7.20 del mattino provoca un considerevole aumento dello stress. A testimoniarlo l'aumento nel nostro organismo del cortisolo, un ormone la cui presenza indica, di norma, a un alto livello di energia o di stress e quindi corrisponde a diversi gradi di tensione dei tessuti e ad un elevato ritmo della circolazione sanguigna.Anche in questo caso le conseguenze sono concrete: mal di testa ed emicrania ma anche malumore, raffreddore e dolori muscolari.

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Non solo, ad essere incriminate sono anche alcune cattive abitudini. Per Maree Barnes, dottoressa australiana conosciuta come medico del sonno che da anni è tra i principali studiosi del tema, dormire completamente al buio senza far filtrare la luce del mattino è connesso allo sviluppo di malattie cardiache e altre patologie degenerative. A compromettere il tutto è lo stesso cortisolo che, non venendo attivato dalla luce gradualmente ma in un colpo solo, provoca dei piccoli shock poco sani per il corpo.

 

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Non si disperino però i mattinieri perché seguendo dei semplici consigli si può arrivare ad avere un rapporto migliore con il proprio riposo. Si va dal più banale eliminare la caffeina, soprattutto nelle ore pomeridiane, fino al fare una colazione abbondante per assorbire un'adeguata quantità di vitamina D e affrontare la giornata con il ritmo giusto. Se poi non ci si dovesse riuscire si può sempre provare a ristabilire le proprie priorità con il caro vecchio sonnellino pomeridiano.

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