reception hotel

ALBERGHIERI SENZA DOMANI - ''I LAVORATORI DEL NOSTRO SETTORE SONO SENZA CASSA INTEGRAZIONE, PER GLI ASSEGNI DELL'INPS PASSERANNO MESI''. BARNABÒ BOCCA, PRESIDENTE DI FEDERALBERGHI: ''IL 95% DELLE STRUTTURE SONO CHIUSE, ANCHE SE NON SONO NEL DECRETO DI CONTE. ABBIAMO MESSO A DISPOSIZIONE LE STANZE DI MEDICI E SANITARI SENZA BISOGNO DI REQUISIZIONI. MA IL GOVERNO NON HA PENSATO NULLA PER NOI. NULLA''

 

Andrea Bassi per “il Messaggero

 

«Benché gli alberghi non siano stati ricompresi nell'ultimo dpcm del governo tra le attività da fermare, il 95% delle strutture sono al momento chiuse». Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, non nasconde la sua preoccupazione per il settore che rappresenta. Uno di quelli maggiormente colpiti dalla crisi generata dall'epidemia di coronavirus.

 

barnabo bocca chiara geronzi

Gli alberghi insomma si sono completamente fermati?

«Come detto le strutture sono chiuse. E lo sono per l'impossibilità fisica dei clienti di raggiungerle. Gli italiani non si possono muovere. Un albergo è una macchina che costa, perché ha dipendenti, ha utenze. Moltissimi imprenditori hanno scelto la strada della chiusura volontaria. Restano aperti gli alberghi che ospitano personale sanitario o parenti di contagiati. Federalberghi sta anche facendo accordi con le Regioni per mettere a disposizione migliaia di camere per i contagiati lievi, quelli che non hanno bisogno di assistenza medica e possono svolgere la quarantena nelle strutture».

 

Non c'è stato bisogno insomma, delle requisizioni paventate dal governo?

«Non c'è bisogno di nessuna requisizione. Noi le camere le abbiamo sempre messe a disposizione. Lo abbiamo fatto ai tempi del terremoto e con gli immigrati. Gli albergatori italiani non si sono mai tirati indietro».

 

Le risposte del governo alla crisi del settore le giudicate soddisfacenti?

«Ad oggi abbiamo un solo decreto, il cosiddetto Cura Italia, che per le nostre imprese non prevede nulla».

 

Nulla?

«Nulla. Avrebbe però dovuto mettere in sicurezza i lavoratori delle imprese colpite».

 

Perché usa il condizionale. La Cassa integrazione semplificata copre anche il settore alberghiero?

«Guardi, noi siamo perfettamente d'accordo sulla filosofia alla base del decreto, ossia che il primo atto da compiere era quello di mettere in sicurezza i dipendenti. Peccato che questo decreto sia oggi completamente inattuabile».

 

In che senso inattuabile?

venezia alberghi 1

«Glielo spiego. Un'impresa chiusa, come sono chiusi gli alberghi, è un'impresa che non ha cassa, non ha disponibilità liquide».

 

Dunque?

«Dunque è un'impresa che non può avere uscite, non può fare pagamenti. Giustamente il decreto del governo prevede che la Cassa integrazione in deroga e il Fis, il fondo integrativo salariale, siano pagati direttamente dall'Inps».

 

Qual è allora il problema?

«Il portale dell'Inps abituato a ricevere mille richieste, oggi ne sta ricevendo decine di migliaia. Quindi per diversi giorni è stato impossibile entrare nel sito dell'Istituto. Solo ieri si è sbloccato. E noi sappiamo già che l'Inps per lavorare queste decine di migliaia di pratiche che stanno arrivando, e quindi procedere ai pagamenti, necessiterà di mesi».

 

I dipendenti rischiano di rimanere senza aiuti per questo tempo?

televisore hotel 1

«Esatto. Stiamo parlando di persone che guadagnano mille euro al mese e che con quei mille euro fanno la spesa. In questo periodo che cosa faranno. Anzi, le dico di più. Il problema ci sarà già tra pochi giorni. Molti alberghi hanno chiuso all'inizio di marzo, e tra qualche giorno sarà tempo di paga. Le aziende oggi non hanno i soldi per poter anticipare la Cassa integrazione. Rischiamo di lasciare decine di migliaia di persone senza risorse».

 

Il decreto prevede tuttavia delle misure di sostegno alla liquidità delle aziende. Sono misure delle quali beneficiate oppure no?

«Per quanto riguarda il nostro settore nel decreto Cura Italia c'è un solo paragrafo e riguarda i voucher. Cioè la possibilità per l'albergo di non rimborsare i soldi già ricevuti dal cliente, ma bensì di fare un buono da utilizzare in seguito. Noi oggi ci stiamo molto preoccupando sia della Cassa integrazione, perché siamo un settore labour intensive, e in secondo luogo non riusciamo a capire come mai in questo decreto per gli esercizi commerciali C1, cioè i negozi, ci sono delle agevolazioni fiscali che però non sono state allargate alla categoria D2, quella degli alberghi. Il negozio quando riapre inizierà a riavere i clienti, per un albergo ci vorranno mesi prima che ritornino i turisti ».

 

Sono molti gli alberghi che non hanno la proprietà delle mura?

spa

«In Italia sono il 40% delle strutture. Per noi sarebbe un segnale molto importante di attenzione da parte del governo se il credito d'imposta del 60 per cento sui canoni fosse allargato anche agli alberghi».

 

Ci sono altre misure che potrebbero essere utili al settore?

«Noi abbiamo presentato una serie di proposte che speriamo possano essere accolte. A partire da un credito di imposta per gli italiani che decideranno di fare le vacanze in Italia. Questo perché oggi l'unico mercato sul quale possiamo puntare per l'estate è il mercato nazionale».

 

Si parla della possibilità che nel prossimo decreto del governo, quello che arriverà ad aprile, ci siano anche degli indennizzi per le attività più colpite?

«Noi abbiamo chiesto che ci sia un ristoro per la perdita di fatturato degli alberghi. Non basta spostare in avanti le scadenze tributarie o contributive. Al 30 maggio il settore sarà probabilmente nelle stesse condizioni di oggi. E a giugno dovremo anche pagare le tasse sui risultati di bilancio del 2019 che sono stati dei buoni risultati».

materasso in albergo 1

 

Era un altro mondo

«Totalmente un altro mondo».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?