boschi etruria renzi

E BANCAROTTA FU! CON LA DICHIARAZIONE D’INSOLVENZA DEL COMMISSARIO LIQUIDATORE DEL 28 DICEMBRE, I PM POSSONO INDAGARE SU BANCA ETRURIA PER IL REATO DI BANCAROTTA - PER 'MADONNINA' BOSCHI E RENZI ORA INIZIANO I DOLORI VERI: L'INCHIESTA PUO' DEFLAGRARE

1 - BANCA ETRURIA E’ INSOLVENTE, ORA I PM POSSONO INDAGARE PER BANCAROTTA

Gianluca Paolucci per “la Stampa”

 

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  9protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 9

L'atto è del 28 dicembre scorso. Si tratta della dichiarazione d'insolvenza della vecchia Banca Etruria pronunciata dal commissario liquidatore Giuseppe Santoni. Un passaggio formale ma atteso. Che fa scattare la possibilità di avviare accertamenti da parte dell' autorità giudiziaria anche per il reato di bancarotta. Ad anticiparlo, in qualche modo, era stato lo stesso procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, quando è stato sentito al Csm proprio il 28 dicembre per fornire chiarimenti sul suo incarico di consulenza presso il ministero.

 

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Santoni è a capo di quella che è stata chiamata la «residual entity», ovvero ciò che resta della vecchia Etruria dopo lo scorporo delle sofferenze finite nella bad bank comune con Banca Marche, CariFerrara e CariChieti e della parte «buona» che è andata a costituire la Nuova Banca Etruria. Questa «residual entity», priva della licenza bancaria, è in liquidazione dal 9 dicembre scorso.

 

Con Santoni, lavora un comitato di sorveglianza formato da Antonio Pironti (presidente), Toni Atrigna e Andrea Guaccero. Tra i compiti principali - forse il principale - di questa «entità residuale» c' è quello di portare avanti le azioni di responsabilità contro gli esponenti della passata gestione.

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Una parte estremamente importante, che potrebbe avere anche significativi risvolti per i risparmiatori che hanno perso i propri investimenti con la risoluzione della banca decisa dal governo con il decreto del 22 novembre scorso. In attesa di possibili, ulteriori sviluppi, alla procura di Arezzo riprendono i lavori dopo la pausa natalizia sui vari filoni dell' inchiesta su Etruria.

 

LUCIANO NATALONI BANCA ETRURIALUCIANO NATALONI BANCA ETRURIA

Il fascicolo sul quale si sta concentrando l' attenzione degli inquirenti è quello che ipotizza la violazione delle norme sul conflitto d' interessi, che coinvolge per quanto noto l' ex presidente Lorenzo Rosi e Luciano Nataloni, commercialista fiorentino membro indipendente del Cda fino al commissariamento. Ai due viene contestato di aver effettuato una serie di operazioni come esponenti della banca senza rivelare la natura del proprio conflitto d' interessi, con posizioni finite poi ad incaglio o sofferenza.

 

La figura chiave in questo filone è, per quanto emerso finora, proprio Nataloni. Con lui infatti hanno relazioni di vario tipo tutte e quindici le società le cui operazioni sono finite nel mirino di Bankitalia e poi della procura, che ha deciso la sua iscrizione al registro degli indagati. Comprese quelle le cui operazioni sono contestate anche a Rosi - anche lui indagato -, ovvero La Castelnuovese, grande coop toscana del settore edile, e la Città di Sant' Angelo, società nata per realizzare un outlet alle porte di Pescara. Un filone questo che potrebbe anche allargarsi, dato che le operazioni dubbie rilevate da Bankitalia sono ben più numerose.

protesta dei risparmiatori davanti banca etruria  11protesta dei risparmiatori davanti banca etruria 11

 

Per l' ostacolo alla vigilanza, per il quale è stato depositato l' avviso di fine indagini lo scorso luglio, sono attese le richieste di rinvio a giudizio del pm. In questo filone risultano indagati l' ex presidente (fino al maggio 2014) Giuseppe Fornasari e l' ex direttore generale Luca Bronchi, oltre alla banca stessa e ad un altro manager dell' istituto. I fatti riguardano la cosiddetta operazione Palazzo della Fonte, con la quale Banca Etruria scorporato parte del proprio patrimonio immobiliare, ceduto ad un veicolo societario del quale ha mantenuto una quota di minoranza.

 

maria elena boschi banca etruriamaria elena boschi banca etruria

Il secondo fascicolo, per il quale l' avviso di fine indagini è arrivato nel novembre scorso, prende spunto ancora dall' operazione Palazzo della fonte e riguarda l' emissione di fatture per operazioni inesistenti. Indagati ancora Fornasari e Bronchi, più Lorenzo Rosi, diventato nel maggio del 2014 presidente dell' istituto aretino.

 

Prima di Natale è stato poi aperto un ulteriore fascicolo, con l' ipotesi di reato di truffa, sulla base delle denuncie presentate da singoli risparmiatori e da associazioni di consumatori.

 

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2 - BOMBA RUDIMENTALE A BANCA ETRURIA “POTEVA ESPLODERE”

Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

Una busta di plastica, con dentro lattine di polvere fertilizzante, fili, chiodi arrugginiti, una batteria elettrica e dei condensatori. Un ordigno rudimentale che poteva esplodere, lasciato davanti all’ingresso della filiale di Ponte San Giovanni di Banca Etruria. Depositato lì nella notte tra mercoledì e giovedì da un “fantasma”, sfuggito all’occhio delle telecamere posizionate nella centralissima via del paese alle porte di Perugia.

 

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Lo ha trovato ieri il dipendente che di mattina, intorno alle 8, è andato ad aprire gli uffici della banca, in via Manzoni. Insospettito, ha chiamato i carabinieri, i quali hanno transennato l’area davanti all’istituto per fare spazio agli artificieri che l’hanno fatto brillare. L’ordigno ha prodotto poco più che una grossa fiammata, ma i chiodi al suo interno fanno escludere che si sia trattato di una semplice bravata.

 

La procura di Perugia guidata da Luigi De Ficchy ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti, con queste ipotesi di reato: minacce e violazione della legge sulle armi. È stato sentito anche il direttore della filiale, che non ha potuto offrire elementi utili all’indagine per capire chi possa essere stato, né quale fosse l’obiettivo. E nemmeno sono state utili le telecamere di sorveglianza, perché quelle dell’istituto puntano sullo sportello bancomat, mentre quelle piazzate nelle vicinanze non hanno ripreso nessuno.

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Banca Etruria è stata e continua ad essere al centro delle polemiche per le azioni e le obbligazioni subordinate diventate carta straccia per via del decreto del governo del 22 novembre. In particolare, la procura di Arezzo ha quattro indagini aperte sull’istituto toscano, una delle quali per truffa ai danni dei risparmiatori che non sarebbero stati adeguatamente informati dei rischi che correvano nell’acquistare le subordinate.

 

Naturalmente i carabinieri, che indagano sulla bomba di Ponte San Giovanni, stanno passando al vaglio anche la situazione dei clienti umbri, per capire se ci sia qualcuno che possa avere interesse più di altri a compiere un gesto del genere. Sulla busta non c’era scritto niente e non sono arrivate rivendicazioni.

PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA  PROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

 

Sarà decisiva la perizia della scientifica dei Carabinieri, per capire quanto pericoloso poteva essere l’ordigno e quindi far propendere la pista investigativa verso ambienti anarchici o verso l’atto di un singolo. L’associazione Vittime del Salva-Banche ha subito condannato l’episodio. «La nostra protesta continuerà nella legalità e nel rispetto delle regole che ci ha sempre contraddistinto».

 

«La rabbia deve essere incanalata nelle giuste forme di contestazione. Va condannata senza se e senza ma ogni forma di violenza», sottolineano le associazioni di consumatori Adusfbef e Federconsumatori, ricordando che saranno in piazza davanti alla Consob il 12 gennaio. «Invitiamo i cittadini ad aderire alla protesta pacifica e democratica e di abbandonare ogni intento dettato dalla rabbia, che non porta ad alcun risultato, anzi si rivela controproducente e dannoso».

 

lorenzo rosi pier luigi boschilorenzo rosi pier luigi boschirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieirenzi con il padre suo e di boschi e rosi di banca etruria stile amici mieiPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIAPROTESTE CONTRO BANCA ETRURIA

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