guido bastianini monte dei paschi di siena mps

BASTIANINI OUT! ORMAI È FATTA: IL CAPO DI MPS NON SARÀ PIÙ AMMINISTRATORE DELEGATO - IL BOSS DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA STA TENTANDO IN TUTTI I MODI DI EVITARE L’ONTA DELLA SFIDUCIA DA PARTE DEL CDA (SAREBBE LA SECONDA VOLTA DOPO LA VICENDA CARIGE NEL 2017), CHE PREGIUDICHEREBBE IL “FIT AND PROPER”, CIOÈ IL GIUDIZIO DI ADEGUATEZZA DELLA BCE - LA PARTITA DELLA SUCCESSIONE È GIÀ APERTA: TRA I PAPABILI, IN POLE POSITION C’È L’EX CREVAL LUIGI LOVAGLIO

GUIDO BASTIANINI

Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

Un cda straordinario di Banca Mps convocato per oggi esaminerà le candidature per la poltrona di amministratore delegato al posto di Guido Bastianini, la cui sfiducia è all'ordine del giorno del consiglio di lunedì 7 convocato per valutare i conti 2021 e nominare il nuovo capo azienda.

 

VICTOR MASSIAH

Della rosa di tre papabili in lizza sarebbe rimasto solo il nome di Luigi Lovaglio, che la presidente Patrizia Grieco sottoporrà al Tesoro, azionista al 64%, per il gradimento. E il board si occuperà anche della buonuscita e risoluzione anticipata di Bastianini: per questo potrebbe andare avanti anche nel week end. In calendario anche una riunione dei sindaci su richiesta Consob.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

I giochi sembrano ormai fatti. Bastianini, nonostante i sostegni partigiani di Lega e M5S, starebbe tentando di evitare l'onta della sfiducia da parte del cda: dopo la vicenda Carige, dove nel 2017 è rimasto consigliere quattro mesi nonostante il cda gli avesse tolto le deleghe, per lui sarebbe la seconda volta.

 

E ciò pregiudicherebbe il suo fit and proper, vale a dire il giudizio di adeguatezza che la Bce esprime nella scelta dei capi azienda nelle banche, fermandogli la carriera. Lovaglio, ex CreVal con un passato tutto in Unicredit, particolarmente apprezzato per le qualità di risanatore di costi e rischi, prevarrebbe su Alessandro Vandelli e Victor Massiah.

guido bastianini tesauro malacalza carige

 

Sia Vandelli che Massiah avrebbero però impedimenti di tipo formale. In particolare, l'ex ad di Bper ha un patto di non concorrenza con Modena fino all'agosto di quest' anno. Inoltre, nel caso in cui il processo di cessione della maggioranza di Rocca Salimbeni dovesse prevedere uno spezzatino, quasi certamente al tavolo siederebbe Bper, suscitando motivi di conflitto per la lunga militanza di Vandelli alla guida dell'istituto.

GUIDO BASTIANINI

 

LE RAGIONI DELL'AZIONISTA

Massiah invece avrebbe già manifestato il desiderio di dedicarsi all'insegnamento accademico. Oltre al fatto che, nelle pieghe della sentenza di piena assoluzione nel processo Ubi, figurano cavilli formali che inducono a una scelta scevra da ogni appiglio, onde evitare che gli sponsor politici di Bastianini possano alzare la voce.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

D'altro canto, ora emergono più chiaramente le ragioni per le quali l'azionista pubblico ha dovuto procedere alla rimozione di quest' ultimo, assecondando le forti critiche provenienti da Bruxelles che, negli ultimi giorni, ha contestato la bozza del nuovo piano di ristrutturazione in discussione fra Mps, Tesoro e Dg Comp funzionale all'ottenimento della proroga di 18 mesi del termine per privatizzare Mps, in scadenza ad aprile.

 

Bazoli e Victor Massiah

Per esempio, sarebbe di almeno 3 miliardi la differenza nel taglio dei costi, che si aggiungono a 1,2 miliardi di scostamento con il piano 2017-2021, siglato a sostegno della ricapitalizzazione del Tesoro per 8,1 miliardi. In pratica Bruxelles contesta la mancata cessione di circa 100 milioni di immobili su 500 milioni, di Mps France, della tenuta di Poggio Bonelli e di altri asset.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Per non dire del disallineamento troppo ampio degli obiettivi che non sono stati raggiunti. Infatti, entro il 2021 Mps avrebbe dovuto ridurre i dipendenti a circa 20 mila mentre oggi sono più di 21 mila; mentre i ricavi, stimati in 4,2 miliardi, sono circa la metà. Ma soprattutto sul cost/income, che è l'indicatore chiave dei risparmi, il gap è enorme: oggi è del 70%, in base all'accordo del 2017 avrebbe dovuto ridursi al 50,6%. Ed è proprio l'indice di redditività sul quale, anche nel progetto in cantiere, Bastianini non intendeva intervenire con la forza necessaria. Il successore dovrà ripartire da qui. Rosario Dimito

monte dei paschi di sienaMONTE DEI PASCHI DI SIENAguido Bastianini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…