ignazio visco popolare di bari bankitalia

IL BUCO CON LA BANCA INTORNO - GIÀ NEL 2016 BANCA D'ITALIA PREVEDEVA PERDITE DA 1,6 MILIARDI PER POPOLARE DI BARI. IL RAPPORTO ISPETTIVO AVEVA MESSO IL DISASTRO DEI CONTI NERO SU BIANCO MA IL DIRETTORIO GUIDATO DA VISCO NON MOSSE UN DITO CONTRO GLI JACOBINI. BARI NON AVEVA PIÙ PATRIMONIO GIÀ 3 ANNI FA, MA SI FECE BEFFE DEGLI ISPETTORI E HA CONTINUATO AD ARRANCARE, ASPETTANDO CHISSÀ QUALE MIRACOLO…

Fabio Pavesi per www.affaritaliani.it

 

CARMELO BARBAGALLO IGNAZIO VISCO

Quel treno avviato in una folle corsa verso la distruzione, sotto la gestione “padronale” della famiglia Jacobini, andava fermato almeno 3 anni fa. E invece sulla Popolare di Bari si è traccheggiato. Ci si è affidati alla buona sorte, come se qualche magia potesse arrestare un dissesto conclamato già nel 2016. A dirlo tra le righe è il rapporto degli stessi ispettori di Banca d’Italia che a giugno del 2016 si mettono a setacciare la banca con il preciso mandato di verificare il “governo e la gestione del credito”.

 

Devono cioè capire se e come la banca stima e classifica i prestiti tra quelli in bonis e quelli in sofferenza che si tramuteranno in perdite per l’istituto. Quel verbale ispettivo chiuso a novembre del 2016 era ovviamente all’attenzione del Direttorio di Banca d’Italia, ma non ha sortito effetti sostanziali. Pezzi di quei verbali sono ora sotto l’occhio della Procura di Bari e alcuni stralci sono stati pubblicati ieri da Il Sole 24Ore. 

 

IL J’ACCUSE SUL BUCO NASCOSTO DELLA BARI

Ebbene c’è un passaggio che oggi suona inquietante con il senno di poi e la dice lunga sull’inazione dei vertici di palazzo Koch. Il passaggio del verbale spiega che l’analisi di un campione di posizioni creditizie avrebbe fatto emergere “sofferenze per 1,9 miliardi, inadempienze probabili per 1,2 miliardi e previsioni di perdita per 1,6 miliardi”.

 

SALVATORE ROSSI IGNAZIO VISCO

E il rapporto prosegue: “Non sono stati sviluppati strumenti e metodologie per indirizzare l’erogazione del credito secondo criteri di redditività corretti per il rischio”. Affermazioni molto gravi che avrebbero dovuto lanciare più di un’allerta sulla gestione disinvolta del credito da parte dei vertici della Bari. E invece nulla accade. Nel bilancio 2016 lo stesso anno dell’impietosa quantificazione del reale peso delle sofferenze, la Bari scrive che le sofferenze lorde sono poco più di 1,3 miliardi, le inadempienze attorno al miliardo per un totale di crediti deteriorati lordi a 2,6 miliardi. 

 

Una valanga che da sola vale il 25% dell’intero portafoglio prestiti. In realtà secondo gli ispettori di Bankitalia sottostimati di almeno mezzo miliardo. Per gli ispettori infatti i crediti malati supererebbero i 3 miliardi. Ma il dato choc è nella previsione che formulano i detective di Visco. 

 

SE AVESSE FATTO PULIZIA BARI SENZA PIU' CAPITALE GIA 3 ANNI FA

Da quella montagna di crediti senza ritorno c’è da aspettarsi un buco futuro di 1,6 miliardi. Il che vorrebbe dire che la Bari di fatto non aveva più patrimonio. Il patrimonio netto in quel lontano 2016 è di 1 miliardo e il capitale di base quello vero che conta ai fini dei requisiti di Vigilanza supera a malapena gli 850 milioni.

gianluca jacobini

 

Se però la banca dovendo prima o poi svalutare almeno la metà di quei 3 miliardi ha in pancia perdite future per 1,6 miliardi ecco che la distruzione di tutto il patrimonio della banca pugliese è nell’ordine delle cose. Di fatto se la banca avesse fatto pulizia vera sarebbe fallita già tre anni fa. Difficile poterselo permettere però. Solo 2 anni prima Bari si era sacrificata nel salvataggio di Tercas. E un nuovo crac nel pieno della crisi dei crac bancari italiani doveva risultare intollerabile. 

 

LA BEFFA DEGLI JACOBINI AI RILIEVI DI BANKITALIA

marco jacobini 1

La beffa è che la banca si fa beffe della Vigilanza. Non solo fa spallucce rispetto alla sottostima delle sofferenze ma addirittura negli anni 2016 -2017 riduce ai minimi termini la svalutazione dei crediti malati. Nel 2016 le rettifiche sono solo di 81 milioni, noccioline rispetto alla mole di 1,55 miliardi di crediti malati netti. Nel 2017 pur con la zavorra di oltre 2,55 miliardi di prestiti malati lordi (sottostimati rispetto alle evidenze degli ispettori) le rettifiche sui crediti sono addirittura più basse, solo 66 milioni. Se questo vuol dire attenersi alle indicazioni della Vigilanza? Quasi uno schiaffo in faccia a Visco. 

 

IL BALLETTO E LA MELINA

E poi ecco il balletto tutto formale. Arriva il rapporto con gli ammonimenti cui segue la solita melina. Con la banca che riceve il rapporto ispettivo, manda le sue controdeduzioni alla Vigilanza e poi spiega a bilancio che ha tenuto conto delle osservazioni e ha messo in campo le idonee misure per ottemperare alle richieste etc etc…. è la parte più surreale dell’intera vicenda

 

I POTERI DI BANKITALIA

Già vista altre volte in tutti i casi di banche fallite. La Vigilanza ci racconta che è dal 2010 che tiene sotto stretta osservazione la banca pugliese. Il clou è quel rapporto ispettivo del 2016 che di fatto mostra come la situazione sia sull’orlo del baratro. E invece passeranno altri tre lunghi anni prima che giunga finalmente il defenestramento degli Jacobini. Con in più lo smacco dell’arrocco della famiglia che nei fatti fa spallucce ai rilievi di Bankitalia. La difesa dell’Authority è che non ha poteri di polizia giudiziaria.

VINCENZO DE BUSTIS

 

Per quelli c’è la magistratura che infatti nelle sue indagini si avvale anche dei rapporti ispettivi della Vigilanza. Ma messo così l’assetto dei controlli sul sistema bancario fa acqua da tutte le parti. Prima che si intervenga a recidere il bubbone malato finisce che trascorrono anni rispetto a episodi conclamati di malagestio. E quando si interviene finisce che ormai è troppo tardi. Per i soci che a Bari dovranno mettere in conto perdite per 1,5 miliardi in valore azionario; per il sistema bancario che tramite il Fitd finisce per dover staccare assegni sempre più copiosi e per il contribuente che tramite il Tesoro deve metter quattrini per evitare il fallimento. Film troppe volte visto in Italia.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…