CAIRO-BLACKSTONE 1 A 0 – IL COLLEGIO ARBITRALE DI MILANO HA EMANATO UN PRIMO PARERE SULLA VENDITA DELLA SEDE DI VIA SOLFERINO – HA “ESCLUSO L’INVALIDITÀ DEI CONTRATTI CON CUI È STATA CONCLUSA L’OPERAZIONE” MA CONTESTUALMENTE “HA RILEVATO CHE IL COMPORTAMENTO DELL’ACQUIRENTE POTREBBE DARE LUOGO AL RISARCIMENTO DEL DANNO IN FAVORE DI RCS” – IN PIÙ, HA CONFERMATO CHE L’ITALIA È LA SEDE COMPETENTE DOVE DECIDERE LA CONTROVERSIA (DIVERSAMENTE DA QUANTO SOSTIENE BLACKSTONE)

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Andrea Montanari per www.milanofinanza.it

 

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Il primo round del lungo lodo Rcs va alla casa editrice controllata da Urbano Cairo. Perché oggi, in anticipo sui tempi previsti, visto che il termine ultimo per il pronunciamento era stato allungato dal 22 giugno al 24 luglio, il collegio arbitrale si è espresso, seppure parzialmente, e ha emanato un primo parere dal quale emerge un'apertura di (forte) credito a favore del gruppo di via Rizzoli, in merito alla vendita degli immobili milanesi di via Solferino e via San Marco al fondo Blackstone. Operazione avvenuta nel 2013 e conclusa al prezzo di 120 milioni, offerta ritenuta dal cda di Rcs di allora quella economicamente più vantaggiosa.

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Oggi, il collegio arbitrale Renato Rordorf (presidente), Vincenzo Roppo e Vincenzo Mariconda, ha emesso un lodo parziale e non definitivo, e di contestuale ordinanza istruttoria. "Con detti provvedimenti il Tribunale Arbitrale, fra l’altro ha affermato la propria competenza a decidere sulle domande di Rcs (incluse quelle risarcitorie), respingendo tutte le relative eccezioni pregiudiziali e preliminari sollevate dall’acquirente", si legge in una nota della casa editrice e "ha escluso l’invalidità dei contratti con cui è stata conclusa l’operazione".

 

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Ma contestualmente, "ha rilevato che il comportamento dell’acquirente potrebbe dare luogo al risarcimento del danno in favore di Rcs, e a tal fine ha disposto due consulenze tecniche per accertare le condizioni in cui si trovava l'azienda nel 2013 (Cairo ha sempre sostenuto che l'azienda fosse in condizioni critiche e che la vendita dei palazzi fosse stata in qualche modo forzata, ndr), nonché il valore di mercato dell’immobile (per il proprietario di Rcs l'edificio nel suo complesso valeva 190-200 milioni, non 120 milioni, ndr), tenuto conto, fra l’altro, di tutte le condizioni dell’operazione", viene specificato ancora dal gruppo editoriale italiano.

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Inoltre, "la decisione del tribunale arbitrale conferma che l’arbitrato in Italia è la sede competente decidere la controversia tra le parti, e ciò diversamente da quanto sostenuto dall’acquirente e dai fondi Blackstone, anche nella causa intentata presso la Supreme Court of the State of New York.

 

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L’odierna decisione dimostra, inoltre, che l’azione instaurata da Rcs, lungi dall’essere addirittura un “atto estorsivo” (come, incautamente, più volte qualificata dalle controparti), è meritevole di ulteriore approfondimento, e potrebbe condurre a un risarcimento del danno in favore della società. La decisione del collegio arbitrale è coerente con quanto la società aveva sin da principio prospettato all’acquirente, in via stragiudiziale, prima dell’instaurazione dell’arbitrato, quando Rcs aveva, in buona fede, chiesto all’acquirente di avviare un dialogo proprio finalizzato a ripristinare in concreto l'equilibrio dei contratti", si sostiene in via Rizzoli.

URBANO CAIRO CON LA MASCHERINA URBANO CAIRO CON LA MASCHERINA

 

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Va ricordato che Blackstone aveva avviato una causa per risarcimento danni (600 milioni) alla Suprema Corte di New York - anche perché nel 2018 stava per cedere gli edifici ad Allianz per 240 milioni - che è stata sospesa in attesa del pronunciamento definitivo del collegio arbitrale italiano.  "In questa situazione, Rcs attende serenamente l’esito dell’istruttoria e del giudizio, rispettosa dell’attività del Tribunale Arbitrale e fiduciosa che, nella vicenda concernente l’immobile, risulterà accertato che l’unica parte danneggiata è stata la società, nel cui esclusivo interesse il cda ha doverosamente agito e continuerà ad agire in ogni sede".

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