pietro labriola giorgia meloni tim

FRATELLI DI TELECOM – IL PIANO SULLA RETE UNICA DELLA MELONI  FA VOLARE IL TITOLO DI TIM IN BORSA. LA PROPOSTA È UN CAMBIO DI ROTTA RISPETTO ALLO SPEZZATINO BY LABRIOLA. L’IDEA È SEMPLICE: UN’OFFERTA PUBBLICA DI CDP SU TUTTA TIM, E POI LA VENDITA DI TUTTI GLI ASSET TRANNE LA RETE  – “LA STAMPA”: “C’È UN PARADOSSO: PER RENDERE ALLETTANTE UN'OPA CHE DIFFICILMENTE PIACERÀ A BRUXELLES, IL PROGETTO FINIREBBE PER LIQUIDARE A PESO D'ORO ANCHE VIVENDI, CHE GIÀ CHIEDEVA UNA CIFRA ESORBITANTE PER LA SOLA RETE”

1 - IL PROGETTO MELONI PER LA RETE TIM FA VOLARE I TITOLI (+6%) IN PIAZZA AFFARI

Da “il Giornale”

 

giorgia meloni 8

L'idea sarebbe quella di un'offerta pubblica su Tim o comunque di un acquisto coordinato da Cassa depositi e prestiti per poi vendere quasi tutto tranne la rete, che rimarrebbe in mano pubblica. Il tutto con un'operazione che ridurrebbe drasticamente il debito della società. È quanto da tempo trapela sul progetto di Fratelli d'Italia una volta che il centrodestra dovesse andare al governo.

 

Ma secondo gli operatori di Piazza Affari è bastato che l'ipotesi venisse rilanciata dall'agenzia Bloomberg per fare scattare il titolo del gruppo tlc in Borsa, dove ha chiuso in aumento del 6% a 0,24 euro.

 

Il rialzo massimo di seduta è stato del 9%, con una sospensione in asta di volatilità, tra scambi abbastanza rilevanti per il periodo di pieno agosto: nell'ultima giornata della settimana sono passati di mano 200 milioni di pezzi, contro i 79 della vigilia, ed è chiaro che basta poco per far scattare gli acquisti su un titolo che si trova non lontano dai minimi storici del 26 luglio scorso, quando passava di mano appena sopra quota 0,2 euro.

 

PIETRO LABRIOLA

Secondo gli analisti è anche evidente che chi pensa di vincere le elezioni non voglia far compiere troppi passi all'attuale piano sulla rete, che prevede invece la vendita della cruciale infrastruttura, anche in questo caso con un coinvolgimento diretto di Cdp, ma insieme a Open fiber e ai fondi, a partire da Kkr.

 

Il maggiore azionista di Tim, cioè i francesi di Vivendi, non sono convinti dalle attuali ipotetiche valutazioni dell'asset e puntano a un prezzo attorno ai 30 miliardi. Con tempi comunque non lunghissimi e un percorso che si sarebbe dovuto concludere con un'assemblea della società non oltre la fine dell'anno.

 

vincent bollore

Ma sono arrivate le elezioni anticipate e quanto già si voleva evitare da parte del partito che potrebbe esprimere la premier è diventato ora ancora più urgente. «Il progetto è nelle mani di Giorgia Meloni che deciderà se, come e quando divulgarlo», afferma Alessio Butti, deputato e responsabile Dipartimento tlc di Fratelli d'Italia. «Siamo stati i primi e gli unici a sostenere l'esigenza di creare una rete unica, pubblica e 'wholesale only'», spiegava Butti dopo le prime voci sulla questione, «e siamo totalmente contrari al piano attuale di Cdp-Tim così come concepito: serve un nuovo piano completamente diverso che mantenga l'integrità della rete».

 

2 - TIM E L'OPA DEI FRATELLI

ALESSIO BUTTI

Giuseppe Bottero per “La Stampa”

 

Nella stanca Borsa d'agosto bastano spifferi da un programma elettorale per far vivere a Tim, ai minimi da mesi, una giornata d'altri tempi: + 6%, con fiammate che hanno portato alla sospensione delle azioni.

 

Stavolta non c'entrano i blitz americani e le manovre francesi, ma l'italianissimo piano sulla rete degli uomini di Giorgia Meloni. Il progetto per sviluppare le infrastrutture e accelerare la diffusione della banda larga, secondo Bloomberg, passerebbe da un'offerta pubblica sull'ex monopolista o comunque da un acquisto coordinato da Cdp per poi vendere quasi tutto tranne la rete, che rimarrebbe in mano pubblica, con un taglio del debito.

 

giorgia meloni

Un cambio di rotta rispetto allo spezzatino immaginato per arrivare alla ormai mitologica Rete Unica, con attori differenti, e tricolori. Il modello messo in campo dall'ad Pietro Labriola, infatti, prevede la vendita dell'infrastruttura, anche in questo caso con un coinvolgimento diretto di Cdp, con Open Fiber, e dei fondi, a partire da Kkr e Macquarie.

 

La mossa immaginata da FdI non sarebbe indolore per le casse pubbliche nonostante il titolo viaggi poco sopra quota 0,20 euro. E c'è un paradosso: per rendere allettante un'Opa che difficilmente piacerà a Bruxelles, il progetto finirebbe per liquidare a peso d'oro anche Vivendi, primo socio con il 23,7% che già chiedeva una cifra esorbitante per la sola rete. C'è di più: l'attesa per un blitz dello Stato padrone rischia di spostare sempre più in là un'operazione che tutti considerano cruciale per digitalizzare il Paese.

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…