margrethe vestager alitalia

PERCHÉ BRUXELLES VUOLE TAGLIARE IL 50% DEGLI SLOT DI ALITALIA A MILANO-LINATE? – DIETRO L'OSTILITÀ DELLA COMMISSIONE EUROPEA C’È LA SPINTA DELLA LOBBY DEI CIELI GUIDATA DA LUFHTANSA E RYANAIR, CHE VOGLIONO ACCAPPARRARSI I DIRITTI DI ATTERRAGGIO E DECOLLO IN ITALIA. TEDESCHI E IRLANDESI HANNO MESSO GLI OCCHI SULLO SCALO MILANESE PER FARNE LA BASE OPERATIVA NEL NORD ITALIA

Umberto Mancini per “il Messaggero”

 

milano linate

Dietro lo stop di Bruxelles ad Ita-Alitalia c'è in atto uno scontro ben più vasto e decisivo: quello per accaparrarsi gli slot in vista della ripartenza estiva, i diritti di atterraggio e decollo che sono la linfa vitale per le compagnie aeree, il lasciapassare per conquistare nuovi mercati.

 

Da qui la fortissima spinta delle lobby dei cieli con il pressing sulla Commissione Ue che deve decidere il futuro della newco tricolore, un contendente temibile se messo in condizioni di volare. Ma Bruxelles da mesi non fa altro che mettere paletti, vincoli, ritardando i tempi delle decisioni.

margrethe vestager

 

Lo ha fatto con il precedente esecutivo e lo ripete con l'attuale, sapendo bene che lasciare Ita nel limbo è innanzitutto un favore agli altri vettori europei. Un concorrente in meno su piazza. Nulla di illegale ovviamente, sta di fatto però che sia le low cost che i colossi europei dei cieli hanno già iniziato la campagna per conquistare viaggiatori, puntando proprio sull'impasse politico che imprigiona la società guidata da Fabio Lazzerini.

 

AEREO ALITALIA

L'OSTACOLO MAGGIORE

Non si spiegano altrimenti le durissime condizioni poste dagli uomini della Commissione Ue che, dietro la giusta richiesta di discontinuità rispetto al passato, rendono la pista per il decollo di fatto impraticabile, comunque economicamente non sostenibile. L'ostacolo maggiore, quello su cui venerdì si è rotta la trattativa con Roma, riguarda proprio gli slot.

 

daniele franco g20

La richiesta di rinunciare al 50% degli slot di Milano-Linate è stata ritenuta inaccettabile dal ministro dell'Economia Daniele Franco e, ovviamente, dall'intero governo, così come è stata considerata provocatoria la proposta di utilizzare il brand storico Alitalia solo tra due anni. Richieste che gli euroburocrati guidati dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ripetono come un mantra.

 

Ma se su manutenzione e handling ci sono dei margini per negoziare, sui diritti di volo la chiusura sembra totale. Eppure, fanno notare proprio fonti governative, l'accordo di Lufthansa con la Ue per ottenere i 9 miliardi di aiuti di Stato prevede che il colosso tedesco si liberi solo del 4% degli slot a Francoforte e Monaco.

boeing ryanair

 

Quello invece su cui sta trattando AirFrance per un prestito di 6-7 miliardi prevede invece di lasciare un numero di slot al Parigi Charles de Gaulle pari a meno del 7%. A Ita vorrebbero invece far lasciare quasi il 50% degli slot posseduti a Milano. E c'è chi fa notare, fronte Fit Cisl, che guarda caso proprio Lufthansa e Ryanair hanno da tempo messo gli occhi sull'aeroporto di Linate per farne sempre più una base operativa nel Nord Italia.

ALITALIA

 

Con pochi slot, le attività di manutenzione e handling all'esterno del perimetro aziendale e una flotta di soli 47 aerei per Ita non ci sarebbe un grande futuro, se non quello di essere divorata dai concorrenti. Nonostante Draghi abbia confermato l'impegno a volere una compagnia solida, sostenibile e naturalmente competitiva. Durissima la presa di posizione della Filt-Cgil.

 

lufthansa

«La Commissione europea ci sta mortificando, impedendo le condizioni per l'avvio della newco. Anche la Uil spara a zero. «Le condizioni imposte dall'Europa- sostiene Claudio Tarlazzi - sono inaccettabili, irricevibili e totalmente penalizzanti, il governo italiano vada avanti da solo e tuteli l'interesse nazionale».

 

michael o'leary

È chiaro, aggiunge il sindacalista, «che la commissaria europea sta portando avanti gli interessi dei concorrenti europei e sta agendo come braccio armato degli altri vettori europei major e low cost».

 

L'ATTESA DI UNA SVOLTA

In attesa di una svolta i lavoratori sono allo stremo e la manifestazione di ieri l'altro presso l'aeroporto di Fiumicino, indetta dalle principali sigle sindacali, che ha visto oltre 3500 partecipanti, lo ha dimostrato plasticamente. Non è escluso che se la situazione di immobilismo dovesse continuare, Ita decida di muoversi in autonomia, acquistando da Alitalia il numero di aerei contenuto nel piano (47 appunto

alitaliamilano linateLUFTHANSAriapertura dell'aeroporto di linate a milano 47milano linate

Ultimi Dagoreport

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)