brandy xi jinping donald trump dazi

’NDO DAZIO VAI? – DAL 15 NOVEMBRE SCATTERANNO I DAZI CINESI SUL BRANDY IMPORTATO DALL’UE – UNA PRIMA RITORSIONE COMMERCIALE AL VIA LIBERA DI BRUXELLES AI BALZELLI SULLE IMPORTAZIONI DI AUTO ELETTRICHE MADE IN CHINA – MA XI JINPING HA UN ALTRO PROBLEMA: PREPARARSI ALLA GUERRA COMMERCIALE PROMESSA DA TRUMP CONTRO I PRODOTTI MADE IN CHINA – IL “WALL STREET JOURNAL”: “PECHINO CORTEGGERÀ GLI ALLEATI DEGLI USA CON TAGLI TARIFFARI, ESENZIONI DAI VISTI, INVESTIMENTI CINESI E ALTRI INCENTIVI” – ECCO PERCHÉ L'AVANZATA GREEN DEL DRAGONE NON PUO’ ESSERE FERMATA DALL’EUROPA…

1. CINA, OPERATIVI DAL 15 NOVEMBRE I DAZI SUL BRANDY UE

xi jinping vertice brics 2024 foto lapresse

(ANSA) - Il ministero del Commercio cinese ha annunciato di aver scoperto, con l'indagine avviata negli mesi scorsi, che il brandy importato dall'Ue "è oggetto di dumping nel mercato cinese, il che ha causato danni significativi all'industria nazionale" del settore. Di conseguenza, a partire dal 15 novembre e dopo quanto già anticipato a ottobre, la Cina imporrà misure anti-dumping temporanee "su alcune importazioni di brandy" dall'Ue, si legge in una nota del ministero.

 

La decisione è arrivata nel mezzo dei progressi segnalati sui negoziati in corso tra Pechino e Bruxelles per rimuovere i dazi Ue alle importazioni delle e-car made in China.

 

brandy

La decisione, ha spiegato il ministero, segue un'indagine preliminare che ha scoperto che i produttori di brandy dell'Ue stavano praticando il dumping di alcuni prodotti in Cina, minacciando di causare "danni sostanziali all'industria nazionale. "Le autorità inquirenti hanno deciso di implementare le misure anti-dumping temporanee sotto forma di deposito in contanti o lettera di garanzia" contro i prodotti di brandy europei, si legge nella nota.

 

Le misure, basate sui calcoli che coinvolgono i prezzi approvati dalle dogane cinesi, nonché tasse di importazione, seguono un annuncio simile fatto dal ministero l'8 ottobre. La Cina ha avviato un'indagine a gennaio sul brandy importato dall'Ue dopo che Bruxelles ha avviato un'indagine sui sussidi cinesi per i veicoli elettrici.

 

2. WSJ, CINA CORTEGGIA ALLEATI USA CONTRO PROTEZIONISMO DI TRUMP

donald trump xi jinping

(ANSA) - La Cina corteggia gli alleati degli Stati Uniti come difesa contro il protezionismo del presidente eletto Donald Trump sui timori di una raffica di dazi americani in arrivo. Pechino, ha riferito il Wall Street Journal, punta a "piani per inondare gli alleati americani in Europa e Asia di tagli tariffari, esenzioni dai visti, investimenti cinesi e altri incentivi", oltre a offerte di investimento.

 

Con il tycoon che promette di infliggere danni all'economia cinese escludendo i beni del Dragone dal mercato americano, Pechino sta valutando le contromisure possibili per allontanare, ad esempio, i tradizionali alleati Usa da Washington. La mossa aiuterebbe a guadagnare tempo nella competizione diretta del Dragone contro gli Stato Uniti.

 

donald trump xi jinping mar a lago

La promessa della campagna elettorale di Trump di imporre tariffe fino al 60% sulle importazioni di tutto il made in China è una minaccia diretta allo stesso modello di crescita promosso dal presidente cinese Xi Jinping, che si concentra sull'aumento della produzione e delle esportazioni per far uscire il Paese da una situazione economica critica appesantita dalla profonda crisi immobiliare, dai rischi di deflazione e dai consumi deboli.

 

3. DISTRETTI, MATERIE PRIME E IDEE IL GREEN CINESE NON HA RIVALI

Estratto dell’articolo di Michelangelo Cocco per “Domani”

 

auto elettriche cinesi - dazi

Auto elettriche (Ev), batterie al litio, pannelli fotovoltaici, pale eoliche... È lunga la lista delle industrie “green” nelle quali la Cina ha conquistato il primato, controllando intere “supply chain”, cioè tutte le fasi che portano a un determinato prodotto finito, dall’estrazione delle materie prime passando per la manifattura dei componenti.

 

I dati sono inequivocabili: nel 2023 era concentrato in Cina il 70 per cento della produzione globale di Ev; sei compagnie locali erano nella classifica delle prime dieci nel settore delle batterie (Catl e Byd prima e seconda). Nella seconda economia del pianeta è concentrato il 90 per cento della produzione globale di pannelli solari, il 70 per cento di batterie al litio, e il 65 per cento di turbine eoliche.

 

auto elettriche - cina

All’avanzata del made in China in settori strategici per la transizione energetica le economie più avanzate hanno opposto il protezionismo. Sugli Ev, ad esempio, l’Unione europea ha portato i dazi sulle importazioni dalla Cina fino al 45,3 per cento, mentre il mercato nordamericano (Usa e Canada) si è blindato con tariffe del 100 per cento. […]

 

Dal momento che si combatte ad armi (quasi) pari per la conquista di quote di mercato, più che i sussidi vale la pena analizzare altri aspetti trascurati della politica industriale della Cina, un paese in cui gli ultimi decenni di sviluppo accelerato hanno dato luogo a una vera e propria crisi ambientale, che tuttavia si è impegnato davanti alle Nazioni unite a raggiungere la neutralità carbonica (ovvero l’equilibrio tra le emissioni e l’assorbimento di carbonio) nel 2060, solo dieci anni dopo l’Ue.

 

DAZI UE SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

Obiettivo, quello europeo, che, nel medio periodo (fino a quando i player occidentali non avranno recuperato terreno), l’aumento dei costi delle importazioni green dalla Cina causato da quello dei dazi rischia di rallentare e, comunque, rendere più caro.

 

I famigerati sussidi – sui quali si è concentrata l’inchiesta, “anti sussidi”, sui veicoli elettrici made in China della Commissione europea – non rappresentano che uno degli strumenti di una politica industriale volta a favorire lo sviluppo di colossi internazionali dell’industria green.

 

Ciò a cui si è prestato meno attenzione sono i cosiddetti “cluster”, ovvero l’aggregazione in un determinato territorio di un gran numero di aziende – dello stesso settore o affini – per favorire il contenimento dei costi. Un esempio di distretto attualmente in espansione è quello di Lin-gang, a 75 chilometri dal centro di Shanghai, affacciato sul mar Cinese orientale. L’allora segretario locale del partito comunista Li Qiang (divenuto in seguito premier) vi attirò la Gigafactory di Tesla inaugurata nel 2019. […]

 

auto elettriche byd

Secondo Anders Hove la differenza principale tra Cina e Occidente, quella che ha permesso alla prima di accumulare negli ultimi anni un tale vantaggio nella green economy, sta proprio nei cluster, sui quali noi non avremmo puntato a sufficienza. Lo studioso dello Oxford Institute for Energy Studies ha rilevato che la tipica strategia delle aziende occidentali è piuttosto quella di «specializzarsi solo su alcune competenze chiave, per poi cercare di disaggregare la produzione in luoghi in cui le tasse sul lavoro o i costi della logistica sono bassi».

[…]  proprio questo approccio occidentale renderebbe sostanzialmente inutili sia le misure protezionistiche contro le auto importate dalla Cina sia gli aiuti di stato, come, ad esempio, i 902 milioni di euro concessi recentemente dal governo tedesco per costruire in Germania uno stabilimento di Northvolt (batterie al litio).

 

auto elettriche - cina

Infatti – conclude Hove – «se le industrie ad alta intensità manifatturiera si trovano a scontare un deficit di innovazione e velocità a causa della produzione disaggregata, allora la protezione e i sussidi dovranno rimanere in vigore per sempre, e gli allarmi su una transizione energetica ad alto costo probabilmente si dimostreranno fondati».

 

Per quanto riguarda la produzione di Ev, la Cina ha dato vita a quattro cluster: quello nell’area Pechino-Tianjin-Hebei; quello del delta del Fiume delle perle, che comprende Shanghai (Tesla), Hefei (Volkswagen, Nio) e la componentistica concentrata a Suzhou; quello dell’area della Grande baia incentrato su Guangzhou (Gac, Xiaopeng); infine quello, più piccolo, di Chongqing-Chengdu, nel sud-ovest del paese.

 

[…]

 

leapmotor auto elettriche cinesi 2

L’innovazione rappresenta un altro elemento fondamentale dell’ascesa tecnologico-industriale green della Cina.

L’anno scorso le application della Cina su tecnologie verdi e a basse emissioni di carbonio tramite il relativo Trattato di cooperazione sui brevetti (Pct) sono state oltre 5.000, che le hanno assicurato la prima posizione globale per il terzo anno consecutivo. Secondo Climate Energy Finance, nel 2023 la Cina è stata il paese che ha investito di più nella transizione energetica: 676 miliardi di dollari, il 38 per cento della spesa globale (1.800 miliardi di dollari).

[…]

 

auto elettriche della cinese Byd

In definitiva è evidente che quello che imputa principalmente ai sussidi e alle altre forme di sostegno statale diretto alle aziende il successo della Cina nella green economy è uno sguardo distorto. E che, piuttosto che limitarsi ad aumentare i dazi, potrebbe rivelarsi più sensato “copiare” la Cina, favorendo i grandi distretti industriali green e varando politiche di sostegno massiccio alla ricerca.

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