google monopolio

THE TRILLION DOLLAR MEN - PURE GOOGLE (ALPHABET) SFONDA L'INCREDIBILE CAPITALIZZAZIONE DI MILLE MILIARDI IN BORSA: È LA QUARTA SOCIETÀ NELLA STORIA DOPO APPLE, MICROSOFT E AMAZON (CHE ORA È CALATA UN PO'). NELLA SILICON VALLEY SCACCIANO LE ACCUSE DI ESSERE UN MONOPOLIO DIABOLICO: ''DICEVATE COSÌ PURE DI IBM E GUARDATE ORA QUANTO VALE''. MA STAVOLTA NON SI VEDE UNA TECNOLOGIA CHE NEI PROSSIMI ANNI RIESCA A SCALZARLI DALL'OLIMPO COSÌ PRESTO…

 

Francesco Guerrera per ''la Stampa''

(Direttore di Barron' s Group in Europa)

 

google san francisco

 Silicon Valley è terra di leggende. La culla della tecnologia mondiale, la valle un po' sciatta dove i nerd dell' internet, dei chip e dei cellulari programmano il futuro, ama parlare di scienza ma sotto il camice bianco ha una visione romantica e romanzata della sua storia.

 

Quando parlo con i padri-padroni (sono quasi tutti maschi) delle «Big Tech», la saga che raccontano, e si raccontano, è quella della «distruzione creativa». E' vero dicono, che per il momento un gruppetto di società dominano il settore tecnologico e l' economia del pianeta, ma nei garage di San Francisco, nei college di Seattle e negli scantinati di New York giovani imprenditori stanno già costruendo "start-up" che presto renderanno obsoleti Google, Apple, Amazon e Microsoft.

eric schmidt sergey brin larry page susan wojcicki e marissa meyer

 

Vale la pena riflettere su questa versione contemporanea del mito di Davide e Golia perché da ieri Alphabet, la società-madre di Google, vale più di un trilione di dollari sul mercato. Le altre due imprese, che, secondo gli investitori, valgono così tanto sono Apple e Microsoft. Nel club del trilione c' era anche Amazon ma il supermercato dell' internet adesso vale «solo» 931 miliardi di dollari.

C' è poi Facebook, che è valutata intorno ai 600 miliardi.

 

Dopo di loro, l' abisso: secondo il mercato, nessun' altra società vale più di 500 miliardi (per darvi un' idea, la storica General Electric è a quota 100 miliardi di dollari, meno di Netflix).

sergei brin e larry page 1

La tecnologizzazione delle nostre vite è un ottimo business per quattro-cinque imprese USA. «Qual è il problema? Noi rendiamo la vita più facile a miliardi di persone. Te lo ricordi il mondo prima di Google e dell' iPhone?» mi ha detto, un po' scocciato, uno dei fautori di Big Tech.

 

Ha ragione. Chiunque pensi che si viveva meglio senza le mappe di Google, l' assistente digitale di Apple e i messaggi di Facebook/WhatsApp vive nel millennio sbagliato.

Ma non bisogna essere un luddista per pensare che posizioni di mercato quasi-monopolistiche - Google controlla circa il 90% della ricerca sul web, due su cinque cellulari Usa hanno una mela morsicata sul retro - e incursioni giornaliere nella nostra privacy presentino problemi seri.

 

sundar pichai audizione al congresso 2

Per la vulgata di Big Tech, non c' è niente di cui preoccuparsi perché il dominio va in cicli più o meno ventennali.

La «prova» di questa teoria è nel passato. Mezzo secolo fa, l' Ibm e i suoi computer d' ufficio spadroneggiavano. Due decenni dopo, l' arrivo del software di Microsoft trasformò uno strumento usato solo per lavoro nel computer personale, conferendo alla società di Bill Gates una supremazia pressoché totale (e utili che, almeno per la Commissione Europea di Mario Monti, erano eccessivi).

 

Dopo vent' anni, l' avvento dell' internet di massa spodestò Microsoft, passando lo scettro a chi permette ai consumatori di mettersi il web in tasca.

Come ha scritto Benedict Evans, uno dei guru della tecnologia americana, nessuna società è «immortale».

 

Ma parlando con addetti ai lavori, banchieri e imprenditori, sembra giusto chiedersi se cicli futuri dureranno esattamente vent' anni. Il passato insegna che il cambio della guardia in tech accade quando c' è un cambio di paradigma - dal computer in ufficio al personal computer, dal personal computer al telefonino ecc. ecc.

tim cook 1

La domanda da porsi è quale possa essere il terremoto che porterebbe al crollo di Google e compagnia.

 

Non ce ne sono in vista. È possibile che l' intelligenza artificiale, la realtà virtuale, i comandi vocali possano addirittura rafforzare il potere dei giganti della tecnologia perché sono «naturali estensioni del telefono mobile», come ha scritto di recente Ben Thompson, un astuto analista di settore. E molte delle società emergenti non minacciano ma, anzi, sono complementari ai giganti della tecnologia.

 

Il che non vuol dire che i ragazzi di belle speranze debbano uscire dai garage e trovare lavoro in banca. Ma probabilmente non starà a loro scalzare Facebook e Apple ma ai figli e nipoti. Il regno di Big Tech non è a rischio.

Starà a politici, regolatori, consumatori e gli stessi imprenditori far sì che la Grande Tecnologia non si trasformi nel Grande Fratello.

 

francesco.guerrera@dowjones.com

Twitter: @guerreraf72

TIM COOK PRESENTA APPLE TV+JEFF BEZOS BABBO NATALE

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."