TITOLI CHE SI POSSONO FARE CON LO STAMPINO: ''SLITTA IL SALVATAGGIO ALITALIA''. STAVOLTA È STATO IL MINISTERO DEL TESORO (GESTIONE TRIA) A IMPORRE UNO STOP ALL'OPERAZIONE, TANTO CHE FERROVIE HA DOVUTO SCRIVERE UNA LETTERA AI SOGGETTI COINVOLTI PER SPIEGARE COSA SUCCEDE - GUALTIERI NON SI È ANCORA OCCUPATO DEL DOSSIER (PRIMA LA FINANZIARIA), A COMPLICARE IL NEGOZIATO C’È ANCHE 'IL RISCHIO DI REVOCA DELL’IMMUNITÀ ANTITRUST' NEGLI STATI UNITI

-

Condividi questo articolo


 

alitalia alitalia

Rosario Dimito per ''il Messaggero''

 

Si complica il salvataggio di Alitalia per un secco colpo di freno giunto dal Tesoro poco prima che il ministro Giovanni Tria lasciasse la guida di Via XX Settembre. Scrive Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Fs: «Con riferimento alla partecipazione all’operazione del Mef, che è il presupposto alla firma del contratto, a seguito di alcuni recenti incontri/interlocuzioni, il Mef ha in via informale manifestato il proposito di formalizzare il coinvolgimento subito dopo l’eventuale sottoscrizione del Contratto».

 

luigi di maio giovanni tria luigi di maio giovanni tria

In uno dei passaggi chiave della lettera che ieri Battisti ha inviato al Mise, ai commissari e a Rothschild, il manager fornisce una delle principali ragioni, finora sconosciute, alla base della richiesta di proroga, concordata con Atlantia, dal 15 settembre al 31 ottobre, per finalizzare la proposta definitiva e il contratto. I commissari comunicheranno nel week end la decisione: difficile venga accolta in toto la richiesta.

 

roberto gualtieri roberto gualtieri

Da parte di Ferrovie, che a fine agosto ha inviato al Mef una lettera priva finora di risposta, la posizione di Via XX Settembre, «desta particolare preoccupazione e richiede di essere chiarita al più presto e in ogni caso prima della presentazione dell’offerta definitiva». E’ evidente che questo ostacolo va rimosso per definire la compagine della Newco. Secondo le previsioni, infatti, Fs e Atlantia dovrebbero sottoscrivere una quota del 35% a testa.

Sarebbe stato chiesto a Delta di aumentare la partecipazione deliberata del 10% ad almeno il 15% e il Tesoro dovrebbe convertire in capitale gli interessi (145 milioni) sul prestito ponte, dopo il deposito dell’offerta e il decreto del Mise di cessione degli asset, ma prima del closing. Perché, quindi, questo ripensamento?

 

Va detto che il dossier Alitalia non è ancora stato preso in mano dal neo ministro Roberto Gualtieri, subito impegnato dalla manovra di bilancio da negoziare con la Ue. E il nuovo ministro potrebbe dare una diversa impostazione alla presenza dello Stato nella cordata in formazione. Allo stato, tuttavia, resta il colpo di freno comunicato da Tria, con tutte le conseguenze del caso. E rende ancora più aggrovigliata una situazione di per sé non facile. Quanto ai motivi della mossa di Tria, non è difficile intuire la ragione: l’ex ministro non aveva mai pienamente condiviso la decisione di Luigi Di Maio di far scendere in campo lo Stato, per cui poco prima di lasciare la guida del ministero ha preferito prendere le distanze da un’operazione il cui esito è tuttora in stand by.

gianfranco battisti ferrovie dello stato gianfranco battisti ferrovie dello stato

 

A complicare il negoziato c’è anche «il rischio di revoca dell’immunità Antitrust» negli Stati Uniti, si apprende sempre dalla lettera di Fs, «cui potrebbe incorrere la nuova Alitalia». Questo nodo è emerso con chiarezza solo a fine agosto «in conseguenza della bozza di decisione del Department of Transportation (Dot) americano, sei mesi dopo la decisione presa dallo stesso Dot di approvazione dell’alleanza sancita da Blue Skies alla quale Alitalia non prende parte direttamente». Dunque, potrebbe esserci il rischio per Alitalia di non «possa beneficiare per un periodo compreso tra 6 e 18 mesi dell’immunità Antitrust ai sensi della legge americana». Per questo si rende necessaria «l’individuazione di misure di mitigazione del rischio revoca».

DELTA AIRLINES DELTA AIRLINES

 

Nonostante gli sforzi profusi anche durante agosto da Fs e Atlantia, i tempi per rifinire il piano industriale al fine di recepire il contributo del gruppo veneto alla stesura di un nuovo network, all’analisi delle iniziative sui costi e all’individuazione di altre zone di efficienza, specie su Fiumicino che è gestito da Adr, sono risultati dilatati. Il 5 settembre Atlantia, in una lettera a Fs, «ha infatti evidenziato l’esigenza di approfondire la negoziazione dei temi ancora aperti, relativi alla jv transatlantica, ritenendo a tal fine necessario un ulteriore periodo di trattative almeno fino alla fine di ottobre».

 

 

LUIGI DI MAIO ATLANTIA LUIGI DI MAIO ATLANTIA

Il salvataggio di Alitalia è dunque ancora sospeso considerato che la prima offerta presentata da Fs risale al 31 ottobre 2018, quindi la sesta proroga potrebbe cadere a un anno dall’inizio delle trattative. Eppure sono al lavoro i cantieri sul piano industriale, sulla disamina del term sheet comunicato da Alitalia in agosto che riassume i termini del futuro associate agreement tra Alitalia e la joint venture Blue Sky e le discussioni con Delta in relazione a possibili nuove condizioni più favorevoli per Alitalia e coerenti con il business plan.

 

Per finire, Battisti rimarca di non assumersi responsabilità gestionale e finanziaria sui rami d’azienda «che resta in capo ai commissari» e sottolinea «che l’eventuale riallocazione dei possibili esuberi connessi all’operazione non è in alcun modo di competenza di Newco o dei suoi potenziali soci, ma dovrà essere gestita dalle istituzioni e dalla procedura mediante strumenti di mitigazione sociale». Questo significa che le ipotesi di far assorbire a Fs una parte del personale in eccedenza non possono essere più percorse e il governo dovrà attrezzarsi con ammortizzatori sociali da negoziare con i sindacati. Si apre un autunno caldo ad alta quota.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."