claudio de vincenti simonetta giordani enrico letta francesco delzio

UNITED COLORS OF PD – L’EX MINISTRO CLAUDIO DE VINCENTI È STATO NOMINATO PRESIDENTE DI AEROPORTI DI ROMA! È SOLO L'ENNESIMA PROVA DEGLI OTTIMI RAPPORTI COLTIVATI NEGLI ULTIMI VENT’ANNI DAI BENETTON CON IL CENTROSINISTRA – L’ARRIVO DI LETTA AL NAZARENO FA SOGNARE I MAGLIARI VENETI, CHE HANNO GENEROSAMENTE SPONSORIZZATO IL SUO "THINK TANK" “VEDRÒ”: NE FACEVANO PARTE SIMONETTA GIORDANI, PER ANNI PR DI AUTOSTRADE, E FRANCESCO DELZIO, EX EXECUTIVE VICE PRESIDENT DEL GRUPPO ATLANTIA – LO STESSO SOTTI-LETTA ENTRÒ NEL CDA DI ABERTIS...

Alessandro Da Rold per "La Verità"

 

claudio de vincenti (2)

Le vie dei Benetton sono infinite. O meglio, le autostrade che la famiglia di Treviso ha aperto per i politici di centrosinistra sono inesauribili. L'ultimo a percorrerla è Claudio De Vincenti, nominato 2 giorni fa presidente di Aeroporti di Roma (Adr). A indicarlo è stato l'azionista di maggioranza Atlantia (95,9%) che oltre ad essere la concessionaria di Autostrade per l'Italia attraverso Aspi, è anche la concessionaria dell'aeroporto di Fiumicino e l'aeroporto di Ciampino attraverso appunto Adr.

 

crollo ponte morandi

De Vincenti andrà a sostituire lo scomparso Antonio Catricalà. La scelta non è di sicuro casuale. E rappresenta ancora una volta gli ottimi rapporti coltivati negli ultimi vent' anni dai Benetton con il centrosinistra, dal neo segretario del Pd Enrico Letta fino a un grand commis di Stato come De Vincenti, negli anni '90 consulente economico dei governi di Massimo D'Alema e Giuliano Amato.È in fin dei conti una questione di porte girevoli.

 

luciano benetton

Da anni De Vincenti segue temi di regolazione del settore infrastrutture e trasporti, come ricordato ieri dal quotidiano Domani. Quando D'Alema era a Palazzo Chigi lui era il coordinatore del Nars, la struttura del Tesoro che regola i servizi di pubblica utilità, tra cui aeroporti e autostrade. In sostanza fu il primo a occuparsene. I rapporti con i Benetton iniziano proprio a quell'epoca.

 

Insieme a Catricalà è sempre stato uno dei massimi esperti in materia. Il neo presidente - una lunga militanza nel Pci, nel Pds, nei Ds e nel Pd - è stato per anni membro della Fondazione Nens (Nuova Economia e Società) fondata dall'ex ministro dell'Economia Vincenzo Visco e dall'ex segretario dem Pier Luigi Bersani.

 

MATTEO RENZI CLAUDIO DE VINCENTI

È anche nel comitato scientifico della Fondazione Astrid, con il presidente Franco Bassanini, ex numero uno di Cassa Depositi e Prestiti, Bernardo Giorgio Mattarella, figlio del presidente della Repubblica Sergio, Giulio Napolitano, figlio dell'ex capo dello Stato e una sfilza di ex giuristi di sinistra, come Tiziano Treu, o Giovanni Maria Flick. De Vincenti non è rimasto di sicuro con le mani in mano in questi ultimi anni.

 

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova

È stato sottosegretario di Stato al Mise sotto i governi di Mario Monti (2011) e Enrico Letta (2013), poi viceministro allo Sviluppo Economico con Matteo Renzi (2014), quindi sottosegretario alla presidenza del Consiglio sempre con il politico fiorentino e infine con Paolo Gentiloni ministro per il Mezzogiorno. Durante il governo Renzi si segnala anche l'approvazione dell'acquisto del fallimentare Air Force e la criticata fusione di Anas in Ferrovie dello Stato.

 

simonetta giordani

Di fatto De Vincenti ha assistito da Palazzo Chigi a tutti i regali che gli ultimi esecutivi hanno fatto ai Benetton. Perché anche su Aeroporti di Roma, non solo su Autostrade e per di più dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, i Benetton hanno ricevuto sempre ottimi benefici tra cui quello del 21 dicembre del 2012, quando un dimissionario governo Monti firmava un atto ricamato apposta sulla famiglia di Treviso. In questo modo il concessionario avrebbe potuto incassare il massimo dalla durata della concessione, tra cui la possibilità di aumento delle tariffe di 10 euro a passeggero, che sarebbero serviti a raddoppiare lo scalo di Fiumicino.

 

simonetta giordani sottosegretario

In pratica a pagare il lavoro di raddoppio dello scalo sarebbero stati i passeggeri. Il problema che il Tar di Lazio ha da poco stabilito che raddoppiare la pista non è possibile, ma i Benetton continuano comunque a incassare il rincaro di 10 euro a passeggero.

 

Chissà come si muoverà De Vincenti? C'è da dire che l'ex consigliere economico di D'Alema è solo l'ultimo di una lunga serie di politici e mandarini rimasti incantati sulle strade dei Benetton. Anche Paolo Cosa, ex ministro dei Lavori pubblici negli anni '90, durante il governo di Romano Prodi, fu chiamato nel 2010 per presiedere il consiglio di amministrazione di Spea Engineering.

 

Anche Attilio Befera, ex numero uno dell'Agenzia delle Entrate, considerato da sempre vicino a Vincenzo Visco, diventò dirigente di Atlantia dopo aver indagato proprio sulla holding in Lussemburgo dei Benetton. La vicenda si concluse con un patteggiamento di 12 milioni di euro, senza grossi strepiti o scandali sui quotidiani.

francesco delzio foto di bacco

 

L'arrivo di Letta alla guida del Pd si sicuro fa ben sperare i Benetton. Del resto i proprietari di Atlantia sono stati gli sponsor di punta del think tank Vedrò, tra il 2005 e il 2013. Di quel gruppo di «vedenti del futuro» c'era Simonetta Giordani, per anni responsabile dei rapporti istituzionali e internazionali di Autostrade per l'Italia, ora nel consiglio di amministrazione di Alitalia, il vettore italiano che ha tra i suoi scali principali proprio Fiumicino.

 

Tra i fondatori di Vedrò c'era anche Francesco Delzio, per quasi dieci anni executive vice president del gruppo Atlantia. Lo stesso attuale segretario dem entrò in Abertis alla fine del 2016 e dimettendosi prima dell'opa di Atlantia «proprio per evitare al massimo possibili conflitti di interessi». Anche se la lista degli incroci tra Pd e Benetton è davvero lunghissima.

demolizione palazzo via porro 10, sotto ponte morandiLOGO VEDRO’ francesco delzio matteo renzifrancesco delziodomenico arcuri a vedroPONTE MORANDI GENOVAsimonetta giordaniClaudio De Vincentifrancesco delzio marianna madia nicola zingarettila demolizione del palazzo in via porro 10 a genova

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…