GLI UOMINI DEL “MONTE” - IL POTERE DENTRO MPS È UN FILO ROSSO PIDDINO CHE PARTE DA GIULIANO AMATO (CHE HA SOSTENUTO MUSSARI, MOLTO AMICO DI VELTRONI, NELLA SCALATA ALLA FONDAZIONE) E ARRIVA AL DUO BASSANINI-LANZILLOTTA, SPONSOR DELL’EX DIRETTORE FINANZIARIO MORELLI - E POI LUIGI BERLINGUER, UNO DEI POTENTISSIMI DEL PD SENESE, E ROSY BINDI CUI SI DEVE LA SCELTA DI PROFUMO PRESIDENTE - SENZA DIMENTICARE D’ALEMA, VERO DOMINUS DAI TEMPI DELL'ACQUISIZIONE DELLA “BANCA 121”…

Paolo Bracalini e Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

Protagonisti scomodi e imbarazzati, diretti e indiretti, dell'affaire Mps-Antonveneta. Ecco un Bignami sui politici Pd e i «tecnici» di casa nostra.

UN BENE AMATO
L'ex premier Giuliano Amato, Pd, con Siena (dove viene eletto nel '92) ed Mps c'entra da sempre, e non solo per la nota foto in piazza del Campo che lo ritrae insieme aGiuseppe Mussari e all'ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi (che aiuterà alle Comunali del 2011 con altri big del Pd).

Da premier, caldeggia la scalata di Mussari alla Fondazione Mps, una sponsorizzazione di peso visto che la legge istitutiva della fondazioni bancarie porta il nome proprio di Amato (legge Amato-Ciampi del '99). A inizio 2012 era a un passo dalla presidenza di Mps. Quando rinunciò iniziavano a filtrare i primi spifferi dell'inchiesta. Dal 2010 è senior advisor per Deutsche Bank Italia.

BASSANINI, SIGNORA E BROKER
Franco Bassanini, Pd, eletto nel collegio senese ininterrottamente dal '96 al 2006 e pure lui a un passo dalla presidenza Mps, lo danno per molto vicino a Mussari. È l'uomo di punta che si contrappone alla scalata Unipol-Mps per la conquista di Bnl ai tempi dei furbetti del quartierino: «Chi difese l'autonomia di Mps, come me e Amato, venne emarginato» dice sornione. Contro Bassanini - presidente del potente centro studi Astrid - hanno paventato interessi oscuri, link con la finanza francese, presenze armoniose in logge massoniche.

Fra i più critici, su vari fronti, Vincenzo Visco, Ugo Sposetti («Come fa a occupare quel posto? Che ne sa uno come lui di depositi e prestiti?» ha infierito il tesoriere) e Paolo Cirino Pomicino. L'interessato ha precisato, smentito, annunciato querele. A Bassanini, e alla moglie Linda Lanzillotta (ministro con Romano Prodi 2006-2008, ex assessore di Francesco Rutelli, ex capo di gabinetto di Amato al Tesoro) per vie molto traverse, seguendo il blog Linkiesta, si arriva a incrociare il vicedirettore generale di Mps, Marco Morelli, «che arriva al Monte attraverso la casella Mps Finance nel settembre 2003 sponsorizzato da Bassanini e da sua moglie Linda Lanzillotta (...)» che «tra il 2001 e il 2006, sarà advisor della banca d'affari americana». Morelli (oggi Merrill Lynch Italia) finirà indagato per aver omesso a Bankitalia e Consob dettagli cruciali sul finanziamento da 1 miliardo a Jp Morgan necessario a Mps per l'acquisto di Antonveneta.

BERLINGUER, IL FIGLIO E GLI AMICI PD
Luigi Berlinguer, cugino di Enrico, è uno dei potentissimi del Pd a Siena. Già rettore dell'Università di Siena legata a Mps da cui, nel tempo, ha ricevuto enormi finanziamenti (inutili, visto che l'ateneo ha un buco di 250 milioni), dopo l'esperienza di ministro all'Istruzione vedrà il figlio Aldo ottenere un contratto (anche Linda Giuva, moglie di Massimo D'Alema, vincerà una cattedra di archivista a Siena).

Polemiche, interrogazioni, accuse. Nel 2007 Berlinguer jr è «costretto» a lasciare il Cda oggetto delle investigazioni sull'aeroporto di Ampugnano (dov'è indagato Mussari) e più recentemente anche il cda di Banca Antonveneta. E che dire del resto del Pd, a cominciare da Rosy Bindi, originaria della vicina Sinalunga. Lei giura: «Sono personalmente da esempio di come politica e sistema bancario debbano essere nettamente separati. Non ho mai avuto voce nelle scelte della banca».

In effetti i capi della corrente cattolica Pd e il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, non la possono vedere. Si dice però che ci sia il suo zampino nella scelta di Alessandro Profumo che per due volte ha fatto la fila alle primarie del centrosinistra (nel 2007 la moglie Sabina Ratti si candidò con la Bindi per entrare nell'assemblea nazionale Pd). Ospite di Rosy a una festa Pd a Chianciano, Profumo rispose «sì», alla richiesta di mettere a disposizione la sua «competenza» per la politica.

O per una banca vicina alla politica vicina alla Bindi. Ovviamente, però, il vero «dominus» è Massimo D'Alema sin dai tempi dell'acquisizione della banca «121» (con il fido Vincenzo De Bustis) che nello scandalo è riuscito a dire «il Pd non governa nessuna banca» e poi il contrario, «Profumo l'abbiamo messo lì apposta». E che dire di Walter Veltroni, grandissimo amico di Peppino Mussari («con Walter stiamo al telefono ore a parlare di basket», gongolava l'ex presidente Mps un mese dopo l'acquisizione di Antonveneta)?

I MONTI'S, TARANTOLA E DRAGHI
Mps, il 20 dicembre 2007, scrive: «La banca ha nominato Citigroup, Goldman Sachs e Merrill Lynch quali joint global coordinator dell'operazione di finanziamento dell'acquisizione di Antonveneta». In quell'anno Goldman Sachs ha come international advisor un certo Mario Monti, il cui figlio 32enne Giovanni Monti è vicepresidente proprio di Citigroup dal 2004 al 2008, prima di passare in un'altra banca d'affari, la Morgan Stanley.

Scavando troviamo la montiana Anna Maria Tarantola, oggi presidente Rai, indagata a Trani per roba di derivati Mps, allora in quella «Vigilanza» di Bankitalia che dagli atti ispettivi del maggio-agosto 2010 evidenziò come il rischio, nella banca senese, fosse già ben visibile. Perché non intervenne?

La posizione dell'ex governatore Mario Draghi si fa complicata in quanto è evidente che la «sua» Bankitalia - come dimostra la voragine dei conti senesi - non intervenne velocemente su Mussari e sui derivati. Complicata e imbarazzante dopo la rivelazione del Wall Street Journal riguardo al prestito segreto da 2 miliardi versato nel 2011 da Bankitalia a Mps che garantiva il non garantibile, posto che il Monte aveva intrapreso la strada del precipizio a valle dell'inferno.

 

 

FABIO CORSICO GIUSEPPE MUSSARI GIULIANO AMATO MUSSARI AMANO TREMONTI bassanini - amato spi44 linda lanzillotta franco bassaniniFRANCO BASSANINI NELLE BRACCIA DI MORFEO ultspgg07 franco bassaniniLuigi Berlinguer ROSI BINDIVINCINO SU BERSANI DALEMA E DERIVATI MONTEPASCHI MARIO DRAGHI ANNAMARIA TARANTOLAPIERLUIGI BERSANI MINISTRO DELLINDUSTRIA NEL GOVERNO DALEMA

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…