ANCHE LE BAD GIRL DEL POP INVECCHIANO: RIHANNA FA 29 - CAMILLA PAGLIA: "OGGI RIHANNA NON HA BISOGNO DEI PAPARAZZI, PUÒ DIFFONDERE IL SUO EROTISMO CON INSTAGRAM, FACEBOOK, TWITTER E DIMOSTRA CHE L'EROTISMO E' UN'ATTIVITA' DI PROIEZIONE MENTALE, CHE NON COINCIDE CON LA CIRCONFERENZA DEL BUSTO"

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Camille Paglia per "la Repubblica" - (Traduzione Emilia Benghi)

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Rihanna ama, riamata, la fotocamera. Il suo è un incantevole gioco di seduzione con la stampa mondiale che non si vedeva dai tempi di Diana, catapultata da timida maestra d'asilo a perfetta icona di stile, snella e audace. Come Diana, Rihanna, in una inquietante deriva, ha usato ad arte le foto per trasmettere messaggi di fascino, sfida o vendetta nel suo turbolento rapporto con un partner infedele.

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«Eravamo in tre nel matrimonio, era un po' affollato» è la famosa frase che Diana, intervistata da Martin Bashir della BBC, pronunciò in riferimento alla sua frustrante incapacità di staccare Carlo dall'amata Camilla Parker Bowles, destinata a diventare la sua seconda moglie. Rihanna, a sua volta vittima di un triangolo amoroso malato, è stata protagonista di un frastornante tira e molla nel movimentato rapporto con il rapper Chris Brown, condannato nel 2009 per violenze ai suoi danni.

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Le pene, la disperazione e l'isolamento di Diana in seno alla famiglia reale con il suo rigido cerimoniale, la portarono a gravitare nell'orbita degli onnipresenti paparazzi che, grazie alla sua fama, videro aumentare in maniera esponenziale il proprio potere globale di istituzione mediatica. La sua era una performance art in pillole, sapeva trasmettere un carisma abbagliante anche nelle situazioni più banali, come scendere da una limousine.

 

 

Un indubbio esempio della sua padronanza scenica è la posa in malinconica solitudine davanti al tempio dell'amore, il Taj Mahal. Toccò l'apice dell'audacia quando rubò maliziosamente la scena a Carlo che aveva confessato a Jonathan Dimbleby il suo adulterio: la sera in cui andò in onda l'intervista Diana arrivò in un turbine di vitalità alla Serpentine Gallery, con un vestito nero dalla scollatura mozzafiato che, battezzato «l'abito della vendetta», riempì le pagine dei quotidiani il giorno dopo.

 

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Come Diana, Rihanna viene da una famiglia disastrata. Cresciuta a Barbados in una modesta villetta, ha vissuto la tossicodipendenza del padre (crack e cocaina) e le violenze di quest'ultimo sulla madre, che portarono al divorzio della coppia. Rihanna iniziò a cantare in giovane età fondendo il reggae con svariate influenze pop, come Madonna, Whitney Houston e Beyoncé.

 

Il suo album d'esordio, Music of the Sun, uscì nel 2005, un anno dopo il suo trasferimento negli USA, all'età di 16 anni. Da allora ha vinto cinque Grammy Awards e venduto più di 25 milioni di dischi. Nel solo ultimo anno, stando alle classifiche di Forbes, ha incassato 53 milioni di dollari.

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Purtroppo il successivo grande balzo nella notorietà è dovuto alla squallida lite con Chris Brown in una Lamborghini a noleggio color argento, in quel di Los Angeles. Finì con lui che la prese a pugni e a morsi, tentò di soffocarla e le sbatté la faccia contro il finestrino, per poi fuggire a piedi.

 

Brown venne arrestato quella stessa notte. La straziante foto del volto escoriato e tumefatto della cantante, trapelata dagli archivi della polizia e pubblicata su un sito di gossip, resterà un marchio di infamia di Hollywood di cui né lei né Brown si libereranno mai.

Rihanna on Instagram rihanna

Il problema è che in quest'era dei social media Rihanna, nel suo impetuoso amore malato, dispone di strumenti impensabili per Diana. Instagram, ad esempio, l'applicazione di photosharing, le consente di inviare foto personali a chiunque in un batter d'occhio, senza ricorrere alla mediazione dei fotografi professionisti.

 

Il confine tra privato e pubblico è stato ampiamente cancellato dalla generazione di Rihanna, che si scambia a cuor leggero messaggi e immagini sessualmente espliciti senza temere il gorgo del web che vortica lì accanto, risucchiando tutto e depositando sul fondo del mare l'imbarazzante relitto di passate identità.

 

Con l'iPhone in mano, spesso avvolta nelle nebbie sensuali di un fumo stranamente pesante, Rihanna si scatta con noncuranza istantanee sfrontate o

affida il compito agli amici, in primis alla sua pressoché inseparabile amica di infanzia ed assistente Melissa Forde, quella che tiene platealmente per mano in pubblico e nei locali.

Il culmine è stato uno straordinario melodramma vacanziero, con Rihanna in trepida attesa in una lussuosa residenza in affitto a Barbados dove aveva radunato la sua famiglia nella speranza, così le cronache, di presentarla ai familiari di Brown.

 

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E' stato tutto un flusso di foto provocanti della cantante stesa al sole in striminziti costumi da bagno, presto seguite da scatti più cupi, di una Rihanna imbronciata che cammina avanti e indietro su un balcone, come Diana che si strugge in solitudine e abbandono davanti al Taj Mahal.

 

Gli scatti esibizionistici di Rihanna, spesso sorprendentemente espliciti a livello sessuale, hanno un'autenticità emotiva pura, in parte dovuta all'ambientazione privata. Non sorprende che la rivista Esquire nel 2011 l'abbia acclamata come «la donna più sexy del mondo». La cantante trasuda sensualità e carisma da diva, più della maggior parte delle attrici hollywoodiane di oggi.

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Alcune istantanee di Rihanna, in particolare le cosiddette foto del camino, in cui posa seminuda con un giubbotto bordato di pelliccia sulle spalle, sono intrise di un'atmosfera erotica genuinamente artistica che non si vedeva da decenni.

 

Quelle foto ricordano il mistero di certi film d'arte europei che vedevano perverse incantatrici, come Jeanne Moreau o Delphine Seyrig, in languida attesa ad ogni angolo. L'imponente archivio visuale di Rihanna dimostra che l'erotismo è un'attività di proiezione mentale, non coincide con la circonferenza del busto.

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Diana e Rihanna sono partite come ragazze di provincia sensibili, ferite, ma frizzanti, accattivanti e affabili, che pian piano hanno scoperto il loro potenziale fotogenico ed hanno iniziato a concettualizzarsi come sculture viventi per l'obiettivo.

 

Entrambe hanno creato una falsa intimità con i fotografi e il pubblico e hanno preso a cannibalizzarsi nell'inutile ricerca di sicurezza in amore. Diana, rifiutata, infine accettò il proprio esilio. Ma Rihanna, preda della classica sindrome della donna abusata, ancora giustifica il suo carnefice e spera di cambiarlo e salvarlo. («Ero più preoccupata per lui», ha detto a Oprah parlando della convalescenza dopo l'aggressione da parte di Brown). Con la sua galleria di splendidi fotogrammi Rihanna pensa di riuscire a bloccare il flusso straziante dell'emozione, ma il suo occhio vivace è disarmato contro la tirannia del suo cuore.

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