1. BUM! OTTO VITTORIE SU OTTO, 24 PUNTI IN CLASSIFICA, VENTIDUE GOL FATTI, UNO SOLO SUBÌTO! FATTO FUORI IL NAPOLI, LA ROMA DI RUDI GARCIA FA ROTTA VERSO LO SCUDETTO 2. NON FINISCE CERTAMENTE QUI IL NAPOLI CHE RIMANE A PIENO TITOLO NEL GRUPPO DI TESTA. MA LA ROMA HA UN ALTRO PASSO, UN’ALTRA CONVINZIONE, UN’ALTRA PERSONALITÀ 3. LA NUOVA ERA IN CURVA COMINCIA CON I SOLITI INSULTI. LA CURVA NORD: “VESUVIO LAVALI COL FUOCO”, “SENTI COME PUZZA NAPOLI” E “BEHRAMI ZINGARO”. RISPONDE, OVVIAMENTE A TEMA, I QUATTROMILA TIFOSI PARTENOPEI: “ROMANO BASTARDO”, E APPREZZAMENTI IRRIFERIBILI ALLE DONNE DELLA CAPITALE. COSA FARÀ IL GIUDICE SPORTIVO? 4. TUTTE LE FOTO DALLO STADIO: MARADONA IN TRIBUNA, PRANDELLI, MALAGO', PALLOTTA, D'ALEMA, LUCIO PRESTA, PAOLA FERRARI & DE BENEDETTI, ABETE, PECORARO, MAX GIUSTI, ORFEO

Foto GMT_Mezzelani

Gigi Garanzini per La Stampa

Otto vittorie su otto, 24 punti in classifica, ventidue gol fatti, uno solo subìto. Il verdetto che arriva dal gran gala dell'Olimpico romano promuove dunque la Roma a sfidante ufficiale della Juve campione in carica.

Non finisce certamente qui il Napoli che rimane a pieno titolo nel gruppetto di testa. Ma la Roma ha un altro passo, un'altra convinzione, un'altra personalità. Dovrà fare a meno, vedremo per quanto tempo, di Totti e Gervinho traditi da infortuni muscolari. Ma se è riuscita a mascherarne l'assenza già nel corso d'opera di questa sfida, è possibile anzi probabile che ci riuscirà anche nell'immediato futuro. Si chiude e si riapre a memoria, questa Roma di Garcia. Ed è altrettanto convincente sia quando si schiera a protezione della propria area, sia quando riparte cercando e trovando spazi

Un risultato netto, ma un primo tempo contraddittorio, visto che la Roma ha certamente giocato e creato di più ma è stato il Napoli ad avere e a sciupare le due occasioni più ghiotte. E se sulla prima, stante l'errore del solissimo Pandev, c'è almeno stata la doppia prodezza di De Sanctis in uscita e di De Rossi in rovesciata sulla linea, la seconda Insigne se l'è divorata in proprio scheggiando il palo esterno a porta spalancata.

Prima e dopo le due occasionissime napoletane, certamente più Roma grazie alla sua coralità di manovra. Più raffinata nella prima mezzora, sino a che a ispirarla è stato Totti poi costretto alla resa da un guaio al flessore, non molto meno efficace quando alla velocità di Gervinho e Florenzi si è sommata la potenza di Borriello. A parte Totti, il decollo della nuova Roma si spiega con il rendimento di quattro pedine, due nuove e due rilanciate da Garcia.

Le nuove sono Gervinho, sempre pericoloso e non di rado imprendibile, e Strootman, instancabile cursore di qualità. Quelle rilanciate si chiamano De Rossi, che con Zeman faceva la riserva a Tachtsidis e già questo basterebbe per un corso di richiamo a Coverciano, e Pjanic, una stagione fa ruota di scorta a Bradley piuttosto che a Lamela a seconda degli umori del profeta. Proprio un gioiello su punizione di Pjanic, al di là della sua brillante e a tratti strepitosa regia mobile, ha sbloccato il risultato sul fil di sirena del primo tempo.

Lo svantaggio ha ovviamente costretto il Napoli a mutare pelle nella ripresa. Un Napoli che in partenza aveva ancora una volta rinunciato a Higuain, ma ha avuto la forza di chiudere la Roma nella sua area. Sino a che Pjanic, dopo aver ispirato un contropiede, non ha messo la parola fine dal dischetto.

LA NUOVA ERA IN CURVA COMINCIA CON I SOLITI INSULTI. COSA FARÀ IL GIUDICE?
Matteo De Santis per La Stampa

Sanzioni, vecchie o nuove che siano, in arrivo. Come prima e come se nelle ultime due settimane si fosse parlato di altro. L'inizio della nuova era, quella dell'introduzione della condizionale nella norma sulla discriminazione razziale e territoriale, assomiglia alla fine della vecchia. Roma e Napoli aspettano le decisioni del giudice sportivo, ma già sanno di correre più di qualche semplice rischio.

I verbali degli ispettori della Procura Federale e, probabilmente, anche i referti dell'arbitro Orsato e del quarto uomo Vuoto dovrebbero includere l'intero campionario di cori, intonati sia nelle due curve romaniste che nello spicchio d'Olimpico riservato ai trasfertisti napoletani, contenenti chiari elementi di discriminazione razziale e territoriale. Per niente sporadici e cantati da qualche isolata pecora nera, ma assolutamente ripetuti e usciti da un bel po' di bocche.

La fiera di pessimo gusto dell'insulto tra romanisti e napoletani, bloccata per qualche minuto dall'ovazione bipartisan riservata all'arrivo in tribuna di Diego Armando Maradona, inizia due ore prima del fischio d'inizio, in un Olimpico semivuoto, e prosegue per buona parte della serata. Inaugura le «danze», causa vicinanza con il settore ospiti, la Curva Nord: «Vesuvio lavali col fuoco» e «Senti come puzza Napoli». Risponde, ovviamente a tema, anche una rappresentanza dei quasi quattromila tifosi partenopei: «Romano bastardo», e apprezzamenti irriferibili alle donne della Capitale. Tutto tranquillamente udibile e quindi registrabile dagli uomini del procuratore federale Stefano Palazzi.

Con il passare del tempo, lo spettacolo non cambia registro: lanci di oggetti, fumogeni, petardi e l'entrata in scena a ugole spianate della Curva Sud, roccaforte romanista. I cori, da una parte e dall'altra, sono sempre i soliti, con qualche aggiunta («Behrami zingaro», più riferimenti vari a colera e terremoto), ma vengono cantanti a volume sempre più alto. Anche nel bel mezzo della gara, quando nella Sud viene issato lo striscione: «Negate i biglietti a tifosi della stessa città o regione e poi parlate di discriminazione? Buffoni!». Impossibile, anche per l'arbitro o per i suoi collaboratori, non poterli notare. Ora la patata bollente passerà tra le mani del giudice sportivo: prima applicazione della «condizionale» o chiusura delle due curve romaniste e napoletane? Qualcosa, comunque, succederà.

 

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