cafonal fatto quotidiano travaglio montanari

ALLA FESTA DEL ''FATTO'' VANNO IN SCENA LE INTERCETTAZIONI DI MAFIA CAPITALE. E FULVIO ABBATE HA QUALCOSA DA DIRE: ''E' IL DECESSO GIORNALISTICO DELLA FANTASIA. VUOI METTERE SABRINA FERILLI NOSTRA CHE DICE CHE ‘STO SCHIFO DEVE DA FINÌ? CON LEI, L’ATTORE BRAVO CLAUDIO SANTAMARIA, LA NON MENO BRAVA VERONICA GENTILI, IN VERSIONE ANCHE LEI ANVEDI QUESTI, POI FRANCESCO MONTANARI, BRAVO ATTORE PURE LUI, E TRAVAGLIO NEI PANNI DI UN DANIELE PIOMBI MORALIZZATORE''

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Fulvio Abbate per ''il Garantista''

 

montanari gentili santamaria e travaglio leggono le intercettazioni  di mafia capitalemontanari gentili santamaria e travaglio leggono le intercettazioni di mafia capitale

Sia detto senza polemica, ma i bravi attori  – oh, ma bravi davvero bravi - che "recitano" le intercettazioni dell'inchiesta "mafia capitale" alla festa romana del "Fatto Quotidiano" con talento da commedia all’italiana reloaded, bravi e convinti, ma davvero convinti d’essere lì a piantare il papello della denuncia, tutto loro, sia detto con il massimo della franchezza, dimostrano il decesso giornalistico della fantasia camuffato però da morte della legalità.

 

   Quella roba orchestrata per l'occasione dal capogita Travaglio, infatti, non è teatro civile, non è teatro militante, non è teatro verità, è piuttosto quanto di più crudele si possa ordire in termini scenico-politici. Roba da anvedi questo, anvedi chi cazzo se sente... Commedia scoreggion-criminale da stagione teatrale all’ombra della Quercia del Tasso, roba però che Maurizio Battista in confronto diventa Ionesco.

pubblico alla festa del fatto quotidiano (2)pubblico alla festa del fatto quotidiano (2)

 

    Tornando all’intento della denuncia politica, voglio addirittura esagerare: sono certo, anzi, certissimo, che attualmente, al semplice pensiero di un simile travagliatissimo teatro, lì nel suo oltretomba del “secolo breve”, Bertolt Brecht, l’inventore del teatro "epico", cioè didattico, stia piangendo dalla vergogna, e con lui,  temo stiano lagrimando anche la banda dell’Opera da tre soldi, Mackie Messer in testa, e pure Galileo, Santa Giovanna dei Macelli e perfino, l’altrove perfido, Arturo Ui, me li figuro inconsolabili.

 

marco travaglio veronica gentili claudio santamaria  francesco montanarimarco travaglio veronica gentili claudio santamaria francesco montanari

    Oh, intendiamoci, perfino Renzo Montagnani, professionista che tutti, ingiustamente, associamo soltanto e soprattutto al culo di Edwige Fenech spiato dal buco della toppa degli anni Settanta, perfino il compianto Renzo si dette da fare al tempo di ben altre trame nere con il teatro militante, per dimostrare che l’anarchico Giuseppe Pinelli era stato buttato giù dalla finestra della questura di Milano. Così nel 1969.

luigi di maio stefano rodota roberto giachetti pippo civatiluigi di maio stefano rodota roberto giachetti pippo civati

 

Ma era appunto tutt’altra pasta, tutt’altra aria. Anche Dario Fo nostro, con le gambe corte del gran guignol nel  “Fanfani rapito”, dava allora il meglio di sé, ridicolo in agguato anche lì a parte, ma vuoi mettere "Ci ragiono e canto" rispetto all’Opera di Buzzi, Carminati e "Spezzapollici"?

 

    Lo spettacolo degli attori bravi, davvero bravi, ordito invece dai convocati del “Fatto Qutodiano” grida vendetta in nome della vera ironia, grida vendetta contro la dittatura dell’ovvietà post-girotondina. L’ho detto o non l’ho detto che rappresenta il decesso della fantasia camuffato da morte della legalità?

 

francesco montanarifrancesco montanari

    Tu adesso, preoccupato dall’assalto oggettivo alla diligenza del bene comune del Campidoglio, mi dirai: è bene che la gente sappia tutto l’orrore che Buzzi, Carminati e il loro intero clan affaristico-criminale hanno donato all’Urbe, e qui sgorgano parole di veemente, necessario sdegno. Vuoi mettere, insomma, Sabrina Ferilli nostra che dice che ‘sto schifo deve da finì? Vuoi mettere, no?

flavio cattaneoflavio cattaneo

 

    Con lei, intanto, presentati dalla bella e brava Silvia D’Onghia, lì all’ombra di Castel Sant’Angelo, ecco l’attore bravo Claudio Santamaria, la non meno brava Veronica Gentili, in versione anche lei anvedi questi, poi Francesco Montanari, bravo attore pure lui, e infine, già detto, Marco Travaglio nei panni di un Daniele Piombi moralizzatore. Tutti pronti a realizzare una sorta di Living Theater che trova i suoi paradisi artificiali nei faldoni di piazzale Clodio, nel gramelot tra banda della Magliana e NAR in simposio a piazza Ottavilla, con tutti quei “cazzo, s’è li ‘nculamo, cazzo, se n’annassero affa’ ‘nculo.

 

antonello caporale  e alfio marchiniantonello caporale e alfio marchini

Tutta roba che, ahimè, non riesce tuttavia a diventare davvero teatro leggero tra Alvaro Amici e ri-Maurizio Battista, ma assomiglia semmai ai banner di gusto grillino che ammorbano Facebook e l’intera rete per denunciare ‘sti cornuti, ‘sti gran pezzi demmerda che ce stanno a rubbà li quatrini nostri, gran pezzi demmerda… Retorica da M5S con prenotazione obbligatoria presso la trattoria “da Cencio la Parolaccia”, dove si va per sentir così apostrofare dal bujaccaro la propria accompagnatrice: “Ma che ‘sta co’ te sta gran bocchinara?” Che noia, che modesto teatro. Mancavano solo Di Maio e Di Battista a contendersi il ruolo del già citato Daniele Piombi.

claudio santamariaclaudio santamaria

 

    Mancava ancora la celebre “Nun me rumpe er ca’…” cantata da Gigi Proietti in versione giustizialista, piegata all’estetica del post-mani pulite pronta a trovare in Grillo, Casaleggio e nei loro adepti una nuova possibilità di vita, di platea. Sembra quasi che, finalmente, proprio grazie alla filodrammatica glamour del “Fatto Quotidiano” il compianto Bombolo abbia idealmente ottenuto la scrittura per vestire i panni di Madre Courage nell’ennesimo remake di “Romanzo criminale”.

 

anna la rosaanna la rosa

    Oh, cara celeste nostalgia di Renzo Montagnani che recita Marcello Guida, il questore di Milano, già responsabile del confino di polizia di Ventotene durante il ventennio, lo stesso cui Sandro Pertini rifiutò di stringere la mano.

alfio marchini intervistato da antonello caporalealfio marchini intervistato da antonello caporalesilvia d onghiasilvia d onghiasabrina ferillisabrina ferillistefano esposito con marco travagliostefano esposito con marco travaglioroberta lombardi intervistataroberta lombardi intervistatapubblico alla festa del fatto quotidianopubblico alla festa del fatto quotidianomarco travaglio e stefano espositomarco travaglio e stefano espositomonica guerritore e  ivano de matteo intervistati da malcom paganimonica guerritore e ivano de matteo intervistati da malcom paganipippo civati e luigi di maiopippo civati e luigi di maiomonica guerritore e roberto zaccariamonica guerritore e roberto zaccariaandrea delogu filmakerandrea delogu filmaker

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...