1. SI SONO SPOSATI CON 27 ANNI DI DIFFERENZA, LUI L’INOSSIDABILE PAOLO CIRINO POMICINO (QUASI) 75 ANNI, LEI LUCIA MAROTTA 48, MA ”IN REALTÀ FRA I DUE LA VECCHIA SONO IO, SONO NATA VECCHIA E MI TROVO BENISSIMO CON LUI COSÌ PIENO DI ENERGIA” 2. UNA FESTOSA CERIMONIA ROMANA CHE HA RIUNITO INTORNO A LORO UN MIX AMICALE DA PRIMA REPUBBLICA, DA GIANNI DE MICHELIS, TESTIMONE DI LUI, A FAUSTO BERTINOTTI, PUBLIO FIORI, MAURIZIO SACCONI, LUISA TODINI (TESTIMONE E MIGLIOR AMICA DI LEI) FINO A PAOLO VILLAGGIO, PIPPO BAUDO. MANCAVANO SOLO MASSIMO D’ALEMA E ARNALDO FORLANI (“MA AVEVANO LA GIUSTIFICAZIONE”, CI TIENE A SOTTOLINEARE POMICINO) 3. SI E’ FATTO VIVO CON UNA LETTERINA DI AUGURI ANCHE IL CAPO DELLO STATO GIORGIO NAPOLETANO ATTRAVERSO IL SEGRETARIO GENERALE DEL QUIRINALE, DONATO MARRA 4. TRA FORMICA E GIULIANO FERRARA, GRAN FINALE CON BALLO SUL PRATO E LA NEO COPPIA CHE ALLEGRAMENTE SI ESIBIVA SULLE NOTE DI ‘’CHAMPAGNE’’ DI PEPPINO DI CAPRI

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Maria Luisa Agnese per il "Corriere della Sera"

Si sono sposati con 27 anni di differenza, lui l'onorevole Paolo Cirino Pomicino (quasi) 75, lei Lucia Marotta 48, e con festosa cerimonia romana che ha riunito intorno a loro un mix amicale da Prima Repubblica, finita con ballo sul prato e la neo coppia che allegramente si esibiva sulle note di Champagne di Peppino di Capri. «Anche se non sono un ballerino bravo come mi ha ritratto Buccirosso nel Divo di Sorrentino» minimizza sardonico lui.

E se stupisce la baldanza di lui, potentissimo politico napoletano negli anni andreottiani azzoppato da Mani Pulite, che dopo tre infarti e un trapianto di cuore riparte a 74 anni compiuti con una nuova vita, incuriosisce ancora di più la scelta di lei di cui poco si sapeva finora, se non la sua silenziosa presenza da 14 anni al fianco dell'ex ministro: ragazza di buona famiglia romana andata presto in sposa al centrocampista della Roma, Odoacre Chierico, detto Dodo, e presto separata.

Nessun problema questa differenza di età nel nuovo matrimonio? «In realtà fra i due la vecchia sono io, sono nata vecchia e mi trovo benissimo con lui così pieno di energia, e quando si mette al piano e intona vecchie canzoni, tipo Nel 1919 ..., non si sa come, io le so tutte».

Lucia, finora di lei si conosceva più che altro una fulminea battuta, sul passaggio da un innamorato all'altro: Dodo teneva il cervello, Paolo il fisico. Esagerata: conferma o smentisce? «Devo spiegare. Tutto era nato da un articolo di Gian Antonio Stella dove, bontà sua, mi definiva due secoli più giovane di lui e un paio di metri più alta, e mi interrogava su che cosa mi aveva portato a preferirlo. E io ho detto: di Dodo, che non era certo un intellettuale, mi ha colpito il cervello; di Paolo che dell'intellettuale ha tutto, compresa la distrazione perenne, mi ha colpito il fisico.

Una battuta, perché anche se è un bell'ometto (e qui la signora invita a guardare la foto dove il suo Paolo è ritratto con dovizia di quadricipiti a 18 anni quando giocava come terzino) a me ha rapito piuttosto il suo modo di pensare, di vedere, la sua leggerezza, così istruttiva per me che sono nata doverista ed emotiva».

Si erano conosciuti per un incrocio familiare quando Lucia era ancora sposata con Odoacre, perché la figlia di Paolo, Ilaria, era allora fidanzata con il miglior amico di Odoacre, poi si erano rincontrati una sera al cinema Barberini con Lucia in piena crisi post-separazione.

E quando qualche mese dopo avevano deciso di dichiararsi alle famiglie, in fin dei conti erano entrambi liberi e separati, lei, un po' imbarazzata ma decisa, chiese la mano di Paolo all'amica Ilaria, mentre lui si rivolse al papà di Lucia così: «Avvocato, io la capisco, se questa cosa fosse successa a me, non sarei certo contento...». E lì Lucia li tolse di imbarazzo dicendo: «Ora abbraccialo e chiamalo papà».

Una coppia anomala ma ormai molto solidale, cresciuta sulla mutua ironica complicità, tanto che gli amici li chiamano Sandra e Raimondo per i siparietti casalinghi, e cementata da un percorso di vita parecchio accidentato, lei (che non aveva mai votato Dc, semmai più a destra) lo ha assistito prima nella lenta risalita nell'immagine collettiva, poi nel dramma del trapianto, affrontato con indomita leggerezza e con due anni di trasferta milanese in attesa del cuore «giusto»: «Gli altri fanno il lifting, io mi cambio gli organi».

Come ha accolto ora Lucia quel popolo da Prima Repubblica che si è affollato al suo secondo matrimonio? Da Gianni De Michelis, testimone di lui, a Fausto Bertinotti, Publio Fiori, Maurizio Sacconi, Luisa Todini (testimone e miglior amica di lei) fino a Paolo Villaggio, Pippo Baudo e al fotografo Umberto Pizzi c'erano tutti, mancavano solo Massimo D'Alema e Arnaldo Forlani («ma avevano la giustificazione» riaffiora la voce di Pomicino).

«Io non sono mai stata mondana, lui si è tranquillizzato, quelli sono amici che si sono mantenuti nel tempo. Gianni De Michelis, che è nostro vicino di casa a Roma, e che spesso invitiamo a cena la sera, mi dice sempre: "Tu Lucia sei masochista, perché ti sei accollata questi due anziani"». «Quel mix di invitati-amici è la fotografia di un mondo che cercava sempre un accordo, un minimo comune denominatore umano prima che politico» glossa Pomicino.

Uniti dagli amici ma separati dall'altezza: Lei quanto è alta? «Un metro e 76». E suo marito, l'onorevole Paolo Cirino Pomicino? Lui si fa vivo con voce in sottofondo: «Un metro e ottanta, mi pare». E lei pronta: «Sì, ho tanta voglia di crescere». Così, sul prato di Villa Aurelia dove si teneva il ricevimento nuziale, Lucia si è pure tolta le scarpe, per ballare più leggera e «per essere alla sua altezza».

 

Villa Aurelia Umberto Ranieri Paolo Cirino Pomicino e Rino Formica Tagliolini con gallinella di mare per gli ospiti Scorcio di Roma da Villa Aurelia Rosario Bifulco e signora Rino Formica Rino Formica e Paolo Cirino Pomicino Rosario Bifulco e signora Maria Sorrento con Angelo Sanza e moglie

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….